Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65;
e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html
COMUNICATO STAMPA Firenze, 9.11.’09
9
NOVEMBRE 2009, CADE IL MURO DI FIRENZE.
REGIONE
TOSCANA INTERROGATA SU UN’IPOTESI DI MEGA-DANNO ERARIALE TAV. “INVITATI A DEDURRE”
DALLA CORTE DEI CONTI - INSIEME A UNA SCHIERA DI POLITICI E DIRIGENTI - VANNINO
CHITI E CLAUDIO MARTINI.
... E
INTANTO A BOLOGNA NON SI DORME!
“Questo processo ha fatto emergere che Ministero e Regione potevano e dovevano
sapere prima quello che sarebbe successo e poi ciò che è accaduto davvero.
Ha fatto emergere che Ministero e Regione avrebbero dovuto anche voler sapere
ciò che stava accadendo e prevenirlo, e ciò controllando l’operato di CAVET,
per evitare i danni, tutelare i cittadini ed il paesaggio. [...] Riteniamo
quindi che Ministero e Regione non abbiano svolto questa loro funzione di
tutela, e si ricordi che la
funzione è proprio l’espressione da parte della P.A. non solo di un potere, ma
anche, e forse soprattutto, un dovere. Per questo rimettiamo al giudice di
valutare se rimettere con sentenza gli atti alla Corte dei conti ai sensi
dell’art. 129 III comma c.p.p. con riferimento all’operato del Ministero
dell’Ambiente e della Regione Toscana qualora si ravvisi come questa Procura
ravvisi un caso in cui si è cagionato un danno erariale”. Così il Pubblico Ministero Gianni Tei, il
10 aprile 2008, al termine della requisitoria pronunciata a carico dei costruttori
della TAV fra Firenze e Bologna, per gli ingenti e irreversibili danni alle
risorse ambientali procurati – come attestano gli atti del processo di Firenze
- dalla pessima esecuzione di un progetto carente e frettoloso.
Idra manifestò subito
il proprio apprezzamento per questa richiesta del PM: al di là delle responsabilità specifiche dei costruttori, infatti, ancor più gravi apparivano e appaiono ai
contribuenti le responsabilità delle autorità ‘pubbliche’ (ufficialmente costituitesi
parti civili!) che hanno autorizzato, o addirittura
caldeggiato, l’esecuzione dell’opera. Per anni inascoltata,
l’associazione indipendente fiorentina ha documentato sin dall’inizio
dell’operazione-TAV le condizioni di privilegio che
le autorità centrali hanno accordato a un
progetto che gli stessi uffici tecnici della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, della Regione Toscana e della Comunità Montana del Mugello avevano a
suo tempo e per tempo criticato. Invece di tutelare in partenza il
territorio, i soggetti preposti alla salvaguardia dell’interesse pubblico hanno
dato il via libera - lesinando persino le risorse necessarie a un decente
controllo ambientale: l’Osservatorio Ambientale in Mugello è scaduto a maggio
2007 e non è mai stato rinnovato! - a un’opera che si è rivelata uno scempio
anche erariale. L’incontrollata lievitazione dei costi non è infatti un “incidente di
percorso”: il danno erariale è un
effetto strutturale, prevedibile, connaturato al modello finanziario adottato
per la TAV.
L’analisi svolta nei mesi scorsi dalla Corte
dei conti e dall’Autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici non lascia spazio a dubbi: se a costruire l’opera è un general contractor,
che mantiene la direzione dei lavori e può permettersi impunemente errori
progettuali o esecutivi, costosissime varianti e differimenti sine die della consegna, i costi (che sono e restano
esclusivamente pubblici) crescono in maniera esponenziale, i tempi di
cantierizzazione vanno fuori tabella, i danni sociali e ambientali si contano –
semmai – soltanto alla fine, quando risultano ormai irrimediabili. Una circostanza che il nuovo sindaco di Firenze Matteo Renzi continua a ignorare
per il sottoattraversamento TAV di Firenze, nonostante che Idra abbia messo a sua disposizione due
esperti nazionali di prim’ordine, l’ing. Ivan Cicconi e
il prof. Marco Ponti, ben in grado di spiegare cosa è opportuno evitare e
come è possibile raddrizzare l’architettura finanziaria perversa che ha fin qui
caratterizzato gli appalti per la “grande opera” TAV. Il meccanismo finanziario adottato per Firenze,
ammonisce Idra, è in grado solo di
portar male alla “città del fiore” e all’erario.
L’associazione Idra
vuole augurarsi che la spettacolare convergenza fra le evidenze del
processo di Firenze e i risultati delle istruttorie degli organi di controllo
contabile (Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, Corte dei conti)
produca uno scossone salutare. Cos’altro occorre aspettare di sapere per gettare alle ortiche questa
politica del disastro? Idra ne ha
scritto recentemente anche ai ministri Tremonti, Brunetta e Sacconi. Ne ha scritto ai presidenti delle Camere. Zero riscontri! Sono invece ormai più che maturi i tempi
perché si sollevi il velo sullo scandalo dell’operazione “grandi opere” in
corso lungo l’intero territorio nazionale. Da Firenze a Bologna (dove si lavora
nei cantieri TAV sotto le case anche di notte: video 1, video 2, video 3), dalla Val di Susa al Carso,
dal Brennero alla Napoli-Bari al Ponte
sullo Stretto, non ha più alcun senso continuare a perseguire il modello
trasportistico, progettuale e finanziario che ha abbondantemente dissanguato –
e continua a prosciugare - le casse dello Stato, le falde acquifere, il
paesaggio, la stessa fiducia delle popolazioni nelle istituzioni pubbliche,
quando la loro azione appare – come nel caso Toscana – così inefficace e
inaffidabile.
|