Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 27.8.’05
CHE SENSO HA RIEMPIRE L’APPENNINO DI CEMENTO, ACCIAIO E ASFALTO?
L’ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA E IL RADDOPPIO DELL’AUTOSTRADA DEL SOLE: DUE
MEGA-OPERE PARALLELE E CONTEMPORANEE NELLO STESSO CORRIDOIO FRA FIRENZE E
BOLOGNA. DI
PROGETTI E IMPATTI PARLERÀ MARTEDÌ PROSSIMO L’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA IDRA COL NUOVO ASSESSORE ALL’AMBIENTE
DELLA REGIONE TOSCANA MARINO ARTUSA.
“Gli aspetti finanziari non sono ancora divenuti problemi tali da
imporre chiare scelte di priorità tra i vari modi di trasporto”, denunciava in un suo studio
pubblicato e distribuito nel ’97 la Giunta Regionale Toscana, definendo “politica di lusso” la scelta
di addensare sullo stesso corridoio appenninico due infrastrutture pesanti come
l'Alta Velocità ferroviaria e la Variante di Valico e aggiungendo: "Gli
effetti sul trasporto delle due infrastrutture non sono stati valutati
contestualmente, né è stata fatta una analisi sul ruolo da assegnare
nell'immediato futuro alle tre principali modalità di trasporto: strada,
ferrovia e cabotaggio marittimo. (…) Non
c'è stata valutazione strategica dell'impatto ambientale, dell'assetto
territoriale dell'area interessata, del sistema di trasporto futuro, delle aree
socio economiche coinvolte. La VIA non ha riguardato gli effetti combinati dei
due progetti ed è stata usata in ciascuno di essi per minimizzare gli
effetti potenzialmente più negativi per l'ambiente. La necessità di queste
infrastrutture non è mai stata messa in discussione (…). Valutazioni,
negoziati, mediazioni (sia formali che informali) e accordi sui due progetti
hanno avuto luogo in sedi, tempi e modi diversi, con procedure separate e con
variabili livelli di intensità" (“Ambiente e trasporto. Verso una
riconciliazione sostenibile”, Edizioni Regione Toscana, Gennaio 1997).
Quali conclusioni – chiederà Idra al nuovo assessore all’Ambiente
Marino Artusa - si sono tratte da questo studio? Le decisioni operative
sembrano essere andate e andare tuttora nella direzione opposta a quella
suggerita! Neppure i gravi dissesti
ambientali e le ripercussioni sociali provocate dai cantieri dell'Alta Velocità
hanno ispirato qualche maggiore cautela nella colonizzazione del Mugello da
parte dell'industria del cemento e dell'asfalto?
L'ex presidente della Regione Toscana
Vannino Chiti non ha mai risposto alle richieste formali di chiarimenti
trasmessegli il 15 settembre del '97 da Idra (allora Coordinamento
dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di alta velocità di
Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello), a proposito della pubblicazione di
quel prezioso volume. Le domande poste a Chiti erano testualmente:
-
"quanto è costato l'affidamento della ricerca?
-
quante copie ne sono state prodotte e distribuite, e a che costo per
l'Amministrazione?
-
come intende la Giunta che Ella presiede giustificare di fronte
all'opinione pubblica e al contribuente l'utilizzazione di denaro pubblico per
uno studio i cui risultati non appaiono essere stati messi a frutto nelle
scelte di politica dei trasporti?".
L’incontro sul tema delle nuove
“grandi infrastrutture”, fissato per lo scorso 26 luglio ma slittato poi al
prossimo 30 agosto, sarà l’occasione per passare al setaccio anche la gran quantità di problemi irrisolti nella
cantierizzazione della TAV e le nuove criticità ambientali legate alla
cantierizzazione del nodo AV di Firenze e della Variante di valico.
In particolare, saranno chieste
delucidazioni sulla gestione degli inerti, delle cave
e delle discariche, sulla durata dei lavori
per la tratta TAV (che non potranno certo chiudersi senza la realizzazione del tunnel
di soccorso, mai progettato), sulla messa in
sicurezza a Firenze dei torrenti Mugnone e Terzolle (nella cui area di
esondazione è stata progettata la faraonica stazione sotterranea che brucerà 240 milioni di euro pubblici per
ospitare l’approdo di due soli binari AV, uno da Milano e l’altro da Roma),
sulle recenti dichiarazioni del presidente Claudio Martini che ha definito i
lavori per l’Alta Velocità fra Firenze e Bologna “un modello operativo di
efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza”, e ha elogiato lo stesso consorzio costruttore CAVET che la
Regione accusa di danno ambientale in tribunale per aver “dimostrato di saper affrontare e superare le difficoltà realizzative
di un’opera complessa” (pubblicate il 21 giugno su “Prima Pagina”,
quotidiano telematico dell’Ufficio stampa Giunta Regionale Toscana).