Associazione di volontariato Idra
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Firenze,
27.8.’04
Appello al 32° Congresso internazionale
di Geologia
Lettera
aperta al gruppo
di geologi in visita in Mugello
alle zone
interessate dai lavori della TAV
“Aiutiamo
Firenze, Città del Mondo!”
Gentili
studiosi,
ci
rivolgiamo a Voi che vi apprestate a visitare – in Mugello – luoghi che hanno
subìto in questi anni uno dei più gravi scempi ambientali prodotti dall’uomo in
Toscana nell’ultimo secolo: l’aggressione al sistema idrogeologico del
“giardino di Firenze” prevista, progettata e implementata per la realizzazione
di un tunnel appenninico di oltre 70 km, destinato a ospitare (in gran parte
senza galleria parallela di soccorso) convogli ferroviari ad Alta Velocità
alimentati da corrente alternata a 25 kV (e dunque difforme dalla restante rete
ferroviaria).
Tralasciamo
qui le pur serie riserve espresse da più parti circa la dubbia utilità sociale
e trasportistica dell’opera (mai sottoposta a una compiuta comparazione con
ipotesi progettuali alternative) sulla breve distanza esistente fra Bologna e
Firenze (mentre langue il sistema ferroviario ordinario, regionale,
metropolitano e merci). Tralasciamo i dati relativi all’incremento esponenziale
della spesa pubblica, più che decuplicata dal lancio del progetto (nel ’91) a
oggi. Evitiamo anche di entrare nel merito dell’architettura dei monitoraggi e
dello stanziamento di risorse per i controlli ambientali, che hanno fornito
tuttavia risultati abbastanza cospicui da spingere la magistratura fiorentina a
chiudere d’autorità numerose attività produttive legate alla cantierizzazione,
e ad istruire un processo penale di dimensioni assolutamente inconsuete, col
rinvio a giudizio di svariate decine di indagati.
Desideriamo
chiedere qui la Vostra attenzione su una particolare circostanza: la fragilità
idrogeologica di una città storica cara al mondo, com’è Firenze, che sta per
essere sottoposta a un’analoga cantierizzazione per il medesimo progetto Alta
Velocità. Sotto la città del Brunelleschi è programmata la costruzione di
due tunnel, lunghi ciascuno 7 km, perpendicolari alle linee di flusso della
falda freatica, e di una nuova stazione, da ubicare direttamente sotto il letto
del principale affluente dell’Arno, il torrente Mugnone, che ha esondato
l’ultima volta a Firenze nel 1992.
La bruciante
esperienza del Mugello - nel quale oltre 90 milioni di metri cubi di acqua di
falda sono andati a oggi dispersi, decine di sorgenti, pozzi e torrenti sono
stati prosciugati, e gli effetti ambientali appaiono in molti casi
irreversibili o comunque difficilmente mitigabili a posteriori – nulla
sembra avere insegnato alla classe politica che ha approvato questo ulteriore
intervento a cuore aperto in una città già gravemente offesa sul piano
ambientale, sociale e sanitario dal massiccio inquinamento che deriva dal
traffico motorizzato privato e dai numerosi altri cantieri pesanti attivi o in
programma per i prossimi anni. Sono decenni, viceversa, che poco o nulla si fa
per attivare quella ferrovia metropolitana di superficie sempre promessa: al
contrario, a Firenze, si trasformano le stazioni (come la storica “Leopolda”)
in sedi espositive ...
Quello che
noi Vi chiediamo, allora, è di spendere una Vostra autorevole parola, di
dare un Vostro contributo, che ci sarebbe prezioso, a che Firenze non
abbia a ricevere da questo scadente modello progettuale di Alta Velocità
ferroviaria danni analoghi o confrontabili, o addirittura più seri?, di quelli
che constaterete di persona in Mugello, accompagnati come sarete da esperti
che bene conoscono genesi, storia e conseguenze di quella cattiva progettazione
e di quell’ancor peggiore esecuzione.
Vi
salutiamo con le parole con cui un ingegnere fiorentino, Carlo Succi,
fortemente impensierito dal progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze,
apriva nel ’99 un appello
indirizzato ai non fiorentini, a tutti gli amici di questa città, affinché
aiutino Firenze a ... salvarsi da sé stessa. Il nostro appello a Voi nasce dal
medesimo auspicio.
“Nel 1944, verso la fine della guerra, un
friulano, un francese ed uno svizzero fecero dichiarare Firenze "città
aperta": il cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, il direttore
d’orchestra Igor Markevitch, e il console onorario di Svizzera, Carlo
Steinhäuslin. Grazie all’intervento riservato e pressante di questi soli tre
personaggi, non fiorentini di nascita, Firenze evitò distruzioni irreparabili
che la barbarie della guerra avrebbe potuto infliggerle. Un grave pericolo
minaccia oggi la nostra città e il patrimonio grandissimo che essa contiene: un
patrimonio di storia e di arte che appartiene a tutti i cittadini del mondo.
Proprio a loro chiediamo di aiutarci a preservarlo dalle conseguenze
drammatiche che potranno derivare dall’attuazione di un progetto sconsiderato”.