Associazione di volontariato Idra

Tel. e fax  055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web  http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html

 

 

COMUNICATO STAMPA    Firenze, 21.12.’10

 

IDRA DI NUOVO IN PROCURA: ESPOSTO SUL NODO TAV DI FIRENZE.

 

Idra, portando ragionevole rispetto per le forze della natura e per i limiti dell’uomo, osserva che la Regione Toscana che ora mette sotto accusa le Ferrovie dello Stato è quella stessa che si è fatta da sempre sostenitrice e co-promotrice del modello TAV, che anche quest’anno – bissando il flop dello scorso inverno – si è rivelato totalmente inadeguato alle concrete esigenze del trasporto.

 

La filosofia della TAV, ormai è chiaro, è stata e rimane quella di far investire capitali pubblici spropositati in una struttura inadatta al contesto reale in cui è stata inserita. Predisporre velocità  di punta eccezionali (eppure non poche volte i Frecciarossa diventano Frecciarotta) in un Paese policentrico, dove l’80% dei viaggi si fa su distanze non superiori a 100 km non risponde ad alcun criterio di ragionevolezza. Assai più sensato e utile sarebbe invece investire opportunamente sul miglioramento della capacità di trasporto dell’intera rete, a partire dal possibile, più razionale e più economico potenziamento di quella già esistente (ad esempio, lo proponeva il progetto Beltramba di potenziamento della Direttissima Prato-Bologna), sulla puntualità del servizio, sull’adeguamento della struttura che permetta di affrontare le situazioni di esercizio concrete (avviene normalmente in altri Paesi a rischio neve), come quelle di cui siamo stati testimoni e vittime pochi giorni fa, che l’evidenza mostra ripetersi da un anno all’altro, e che da un anno all’altro restano irrisolte. Situazioni di esercizio che mettono in crisi tanto il trasporto cosiddetto veloce quanto il trasporto regionale, cenerentola sempre più umiliata del nostro Sistema.

 

Di fronte a questa palmare evidenza che la neve rende soltanto più drammatica, la Regione Toscana accusa di “spudoratezza” Ferrovie, ma non sembra voler prendere atto delle proprie responsabilità storiche, che continuano a saldarsi con la strategia fallimentare di Ferrovie: che senso ha in questo contesto erigersi a tutela dei pendolari che proprio del “modello TAV”, finanziariamente e trasportisticamente fallimentare, soffrono quotidianamente le peggiori conseguenze, anche col sole splendente?

 

“Fallimento di sistema”: così il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi ha definito, onestamente, il modo in cui si è affrontata in Toscana la nevicata di venerdì 17.

Idra ritiene però che “fallimento di sistema” sia anche – e con conseguenze ben più gravi e durature per tutti e per la stessa credibilità delle istituzioni pubbliche - l’incauto avallo del sottoattraversamento TAV nel nodo ferroviario fiorentino che la Regione Toscana, dopo la forzatura del Mugello, sta promuovendo attraverso la nuova Giunta. Un’emergenza, quella che attende la città Patrimonio dell’Umanità, pure questa ampiamente preannunciata. Come la neve. E come il disastro a danno delle risorse territoriali del Mugello e di quelle economiche dell’erario, che si è cinicamente consumato nonostante tutti i ripetuti e documentati preallarmi: gli atti e la sentenza del procedimento penale celebratosi presso il Tribunale di Firenze ne danno ampiamente conto, e gli stessi amministratori centrali e regionali sono stati invitati a dedurre in merito dalla Corte dei conti. La storia si ripete senza aver insegnato nulla alla classe politica di questa Regione e di questo Paese?

 

Idra ha informato, caso mai qualcuno nel Palazzo della Regione non se ne fosse accorto, che non solo lo scempio del Mugello e quello di Bologna, ma anche l’incipiente scempio di Firenze si consuma in assenza di informazione e partecipazione, e persino della foglia di fico di un Osservatorio ambientale comunque debole, privo di adeguato rapporto con la cittadinanza, composto di controllori-controllati. Ultimamente è diventata palese l’arroganza procedimentale che sembra aver ispirato la scelta (non motivata con alcuno studio o istruttoria) di non sottoporre ad alcuna pubblicità né Valutazione di Impatto Ambientale l’Opera del Secolo, la scintillante mega-Stazione subacquea Foster per l’Alta Velocità.

Dopo aver messo queste carte, e la documentazione dello scandaloso caso TAV a Bologna, anche a disposizione del sindaco di Firenze e del Consiglio comunale, in assenza di reazioni da Palazzo Panciatichi come da Palazzo Vecchio, Idra ha depositato venerdì scorso una memoria e una copiosa messe di allegati in Procura: L’approvazione del progetto di Stazione AV - scrive l’associazione fiorentina ai magistrati - è viziata da una importante lacuna procedurale, che potrebbe compromettere la fattibilità della cantierizzazione, la sicurezza della porzione di città interessata, la dimensione della spesa pubblica (già ingente) prevista, la stessa vantata efficacia dell’opera sul piano infrastrutturale e trasportistico”. E aggiunge: “Per tutti questi motivi - e a maggior ragione tenuto conto della delicatezza estrema del tessuto storico, artistico e architettonico della città di Firenze, patrimonio mondiale dell’UNESCO, e della particolare vulnerabilità cui questo patrimonio viene esposto, assieme a tutti gli altri noti valori ambientali del capoluogo toscano, per effetto in primis delle variazioni di stato della falda freatica, attraversata ortogonalmente dai cavi delle gallerie sotterranee (ciascuno dei quali - dal diametro interno di 8,30 m - si sviluppa per 6,44 km di lunghezza, fino a 34 m di profondità), e dai doppi e profondi diaframmi chiamati a proteggere gli imbocchi est (Campo di Marte) e ovest (Rifredi), e la Stazione sotterranea (Macelli - Via Circondaria), in un contesto idrogeologico fragilissimo, recentemente colpito dalle esondazioni del fiume Arno, nel 1966, e dei torrenti Terzolle e Mugnone, nel 1992 (proprio nell’area di esondazione di entrambi giace peraltro la stazione AV progettata) – si chiede che la Procura di Firenze accerti se, in assenza del sistema di garanzie approntato con l’istituzione dell’Osservatorio Ambientale, sussistono estremi di reato, e chi ne sono gli eventuali responsabili”.

 

back