Associazione di volontariato Idra
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IDRA DI NUOVO IN PROCURA: ESPOSTO SUL
NODO TAV DI FIRENZE.
Idra, portando ragionevole rispetto per le forze della
natura e per i limiti dell’uomo, osserva che la Regione Toscana che ora mette
sotto accusa le Ferrovie dello Stato è quella stessa che si è fatta da sempre
sostenitrice e co-promotrice del modello TAV, che anche quest’anno – bissando il flop dello scorso inverno – si è rivelato totalmente
inadeguato alle concrete esigenze del trasporto.
La filosofia della TAV, ormai è
chiaro, è stata e rimane quella di far investire capitali pubblici spropositati in una struttura inadatta
al contesto reale in cui è stata inserita. Predisporre
velocità di punta eccezionali (eppure
non poche volte i Frecciarossa
diventano Frecciarotta) in un Paese
policentrico, dove l’80% dei viaggi si fa su distanze non superiori a 100 km
non risponde ad alcun criterio di ragionevolezza. Assai più sensato e utile
sarebbe invece investire opportunamente sul miglioramento della capacità di
trasporto dell’intera rete, a partire dal possibile, più razionale e più
economico potenziamento di quella già esistente (ad esempio, lo proponeva il progetto Beltramba di potenziamento della Direttissima
Prato-Bologna), sulla puntualità del servizio, sull’adeguamento della struttura
che permetta di affrontare le situazioni di esercizio concrete (avviene
normalmente in altri Paesi a rischio neve), come quelle di cui siamo stati
testimoni e vittime pochi giorni fa, che l’evidenza mostra ripetersi da un anno
all’altro, e che da un anno all’altro restano irrisolte. Situazioni di
esercizio che mettono in crisi tanto il
trasporto cosiddetto veloce quanto il trasporto regionale, cenerentola sempre
più umiliata del nostro Sistema.
Di fronte a questa palmare evidenza che la neve rende
soltanto più drammatica, la Regione Toscana accusa di
“spudoratezza” Ferrovie, ma non sembra voler prendere atto delle proprie responsabilità storiche, che continuano a saldarsi con la strategia
fallimentare di Ferrovie: che senso ha in questo contesto erigersi a tutela dei
pendolari che proprio del “modello TAV”,
finanziariamente e trasportisticamente fallimentare, soffrono quotidianamente
le peggiori conseguenze, anche col sole splendente?
“Fallimento di sistema”: così il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi ha definito, onestamente, il modo in cui si è affrontata in Toscana la nevicata di venerdì 17.
Idra ritiene però che “fallimento di sistema” sia anche
– e con conseguenze ben più gravi e durature per tutti e per la stessa
credibilità delle istituzioni pubbliche - l’incauto avallo del
sottoattraversamento TAV nel nodo ferroviario fiorentino che la Regione
Toscana, dopo la forzatura del Mugello, sta promuovendo attraverso la nuova
Giunta. Un’emergenza, quella che attende
la città Patrimonio dell’Umanità, pure questa ampiamente preannunciata. Come la
neve. E come il disastro a danno delle risorse
territoriali del Mugello e di quelle economiche
dell’erario, che si è cinicamente consumato nonostante tutti i ripetuti
e documentati preallarmi: gli atti e la sentenza del procedimento penale
celebratosi presso il Tribunale di Firenze ne danno ampiamente conto, e gli
stessi amministratori centrali e regionali sono stati invitati
a dedurre in merito dalla Corte dei conti. La storia si ripete senza aver
insegnato nulla alla classe politica di questa Regione e di questo Paese?
Idra ha informato, caso mai qualcuno nel Palazzo della
Regione non se ne fosse accorto, che non solo lo scempio del Mugello e quello di Bologna,
ma anche
l’incipiente scempio di Firenze si consuma in assenza di informazione e
partecipazione, e persino della foglia di fico di un Osservatorio
ambientale comunque debole, privo di adeguato rapporto con la cittadinanza,
composto di controllori-controllati.
Ultimamente è diventata palese l’arroganza procedimentale che sembra aver ispirato la scelta (non motivata con
alcuno studio o istruttoria) di non sottoporre ad alcuna pubblicità né
Valutazione di Impatto Ambientale l’Opera del Secolo, la scintillante mega-Stazione
subacquea Foster per l’Alta Velocità.
Dopo aver messo queste carte, e la documentazione
dello scandaloso caso TAV a Bologna, anche a disposizione del sindaco di
Firenze e del Consiglio comunale, in assenza di reazioni da Palazzo Panciatichi
come da Palazzo Vecchio, Idra ha depositato venerdì
scorso una memoria e una copiosa messe di allegati in Procura: “L’approvazione del progetto di Stazione AV - scrive l’associazione fiorentina ai magistrati - è
viziata da una importante lacuna procedurale, che potrebbe compromettere la fattibilità della cantierizzazione, la
sicurezza della porzione di città interessata, la dimensione della spesa
pubblica (già ingente) prevista, la stessa vantata efficacia dell’opera sul
piano infrastrutturale e trasportistico”. E aggiunge: “Per tutti questi motivi - e a maggior ragione tenuto conto della delicatezza estrema del tessuto storico, artistico e
architettonico della città di Firenze, patrimonio
mondiale dell’UNESCO, e della particolare vulnerabilità cui questo
patrimonio viene esposto, assieme a tutti gli altri noti valori ambientali del
capoluogo toscano, per effetto in primis delle variazioni di stato della falda
freatica, attraversata ortogonalmente dai cavi delle gallerie sotterranee (ciascuno
dei quali - dal diametro interno di 8,30 m - si sviluppa per 6,44 km di
lunghezza, fino a 34 m di profondità), e dai doppi e profondi diaframmi
chiamati a proteggere gli imbocchi est (Campo di Marte) e ovest (Rifredi), e la
Stazione sotterranea (Macelli - Via Circondaria), in un contesto idrogeologico
fragilissimo, recentemente colpito dalle esondazioni del fiume Arno, nel 1966,
e dei torrenti Terzolle e Mugnone, nel 1992 (proprio nell’area di esondazione
di entrambi giace peraltro la stazione AV progettata) – si chiede che la Procura di Firenze accerti se, in assenza del sistema
di garanzie approntato con l’istituzione dell’Osservatorio Ambientale,
sussistono estremi di reato, e chi ne sono gli eventuali responsabili”.