DELL'USO PUBBLICO E SANITARIO
DELL'EX SANATORIO BANTI
Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del Volontariato della
Toscana
per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e
culturale
Via
Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE
Tel.
e fax 055.233.76.65
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EX SANATORIO BANTI: LA SOLUZIONE PUÒ TROVARLA LA
POLITICA.
IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELL’ASL 10 LUIGI
MARRONI ASCOLTA E APPREZZA LE PROPOSTE ILLUSTRATE DAL COMITATO PER IL BANTI E DALL’ASSOCIAZIONE
DI VOLONTARIATO IDRA.
ADESSO LA PAROLA PASSA ALLA REGIONE, ALLA SOCIETÀ
DELLA SALUTE E AL NUOVO PIANO SANITARIO.
Un
incontro lungo, disteso e cordiale quello accordato martedì pomeriggio al Comitato per
l’uso pubblico e sanitario dell’ex Sanatorio Banti e
all’Associazione di volontariato Idra dal nuovo direttore generale
dell’ASL 10 ing. Luigi Marroni, accompagnato dal direttore della U.O. Gestione
patrimoniale dr. Paolo Benini. In oltre un’ora di colloquio a Santa Maria
Nuova, Alfea Federici, Gina Pratesi, Giuseppe Nencini, Carlo Francini e
Girolamo Dell’Olio hanno illustrato – insieme alla dott.ssa Patrizia Fondelli,
che ha collaborato anche alla redazione del documento
consegnato alla direzione dell’ASL - sette opzioni concrete di utilizzazione
dell’ex Sanatorio di Pratolino (Vaglia), autentico gioiello di famiglia
dell’Azienda, capolavoro dell’architettura sanitaria del Novecento, incastonato
nella memoria collettiva di generazioni di toscani, immerso nel polmone verde
di Monte Morello da cui domina Firenze e la sua piana:
·
residenze sanitarie assistenziali (RSA);
·
centri diurni semiresidenziali;
·
strutture post-degenza intermedie fra ospedale e
abitazione;
·
servizi integrativi di diagnostica;
·
un poliambulatorio;
·
attività di formazione sanitaria;
·
attività di educazione alla salute e di educazione
ambientale.
Si tratta - scrivono Comitato e Associazione nel
documento - di rispondere a una domanda sociale di salute, assistenza e
prevenzione che è ogni giorno crescente e può trovare risposte adeguate e di
qualità in un bene pregiato come il Banti, che già ci appartiene, legato
alla migliore tradizione terapeutica. Sarebbe un vero disastro svenderlo oggi e
doverlo riacquistare domani, se si confermeranno le attuali linee evolutive
della domanda sanitaria nell’area fiorentina, in quella metropolitana
Firenze-Prato-Pistoia e in quella mugellana. E’ infatti a queste diverse scale
che vanno considerate le nuove esigenze derivanti dalle dinamiche migratorie e
dall’invecchiamento tendenziale della società. “La crescente
medicalizzazione delle patologie geriatriche – scrivono Comitato e Idra
- determina un aumento degli anziani non autosufficienti, e questo
fenomeno si scontra con una oggettiva carenza di strutture. Da ciò
il ricorso sempre più massiccio alla figura dei/delle badanti, che porta come
conseguenza un aggravio economico per i bilanci familiari”, mentre “là
dove il sostegno resta direttamente a carico della famiglia si registrano
fenomeni di disturbo relazionale e di disagio”. Mentre si osserva una
diminuzione delle strutture ospedaliere sul territorio, prosegue la nota, “il
fenomeno dell’aumento della popolazione dovuto ai flussi immigratori sempre più
intensi aggrava l’insufficienza delle strutture sanitarie, e soprattutto produce
una sorta di “relativizzazione” delle problematiche della popolazione residente,
a favore di quelle accusate da una utenza immigratoria in difficoltà”. E’
altresì vero che, se le moderne esigenze di funzionalità del servizio
ospedaliero escludono che i nosocomi possano farsi carico delle delicate
esigenze di assistenza che possono far séguito all’ordinaria degenza
ospedaliera, “ancora una volta, e più frequentemente nella terza età, le
famiglie non sono in grado di assicurare a questa tipologia di dimessi
dall’ospedale una transizione agli standard normali di vita e di relazione”.
L’ing.
Marroni e il dott. Benini hanno ascoltato con attenzione e hanno espresso
apprezzamento per le argomentazioni e le proposte dei cittadini, che sulla
piattaforma di un ripristino dell’uso pubblico e sanitario del Banti hanno
raccolto oltre 8.000 firme. Hanno spiegato che tuttavia, in assenza di
indicazioni innovative da parte del piano sanitario della Regione Toscana le
proposte avanzate – ancorché sensate e pertinenti – non possono trovare
soddisfazione nel quadro programmatorio esistente. L’ing. Marroni ha
assicurato che scriverà comunque nei prossimi giorni all’assessore al Diritto
alla Salute Enrico Rossi prendendo spunto dai contenuti dell’incontro avuto con
il Comitato e con l’Associazione, e ha accordato loro l’autorizzazione ad
effettuare visite guidate all’interno della struttura del Banti –
richieste perché possa essere meglio conosciuta e apprezzata anche dai decisori
politici – a beneficio dei gruppi consiliari regionali che ne hanno
fatto richiesta: il dott. Benini ha offerto cortesemente la propria
disponibilità ad accompagnare le delegazioni interessate.
Idra e
Comitato intendono infatti continuare a promuovere ogni possibile
sollecitazione su Palazzo Panciatichi e sulla Giunta regionale
affinché sia riconsiderata – all’interno del prossimo Piano sanitario – la
discutibile scelta di alienare un bene storico così importante e prezioso,
sorto grazie a una lungimirante donazione della principessa Maria Demidoff
negli anni Trenta all'allora “Istituto Nazionale Fascista della Previdenza
Sociale”, che ne destinava l’uso alla tutela della salute. “Non possiamo che
deplorare – scrivono nel documento i cittadini, riferendosi a certe recenti
proposte di privatizzazione del complesso - l’apparente frettolosità e
sommarietà di giudizio dimostrata da chi dichiara che l’unica soluzione
socialmente vantaggiosa per un bene storico di qualità come il Banti sarebbe –
paradossalmente - la sua degradazione a oggetto di mercato, e di fatto –
temiamo - la sua liquidazione a pro di interessi privati speculativi. Deploriamo
inoltre che si presentino come opportunità positive i posti di lavoro che
deriverebbero da un uso privatistico del complesso, residenziale o ricettivo.
E’ del tutto evidente infatti quanto incommensurabilmente più cospicue e
socialmente utili siano le ricadute occupazionali legate all’attuazione di
scenari come quelli da noi ipotizzati”. E concludono: “Solo da
una valutazione comparativa seria e completa dei costi e dei benefìci sociali
derivanti dal godimento pubblico dell’ex Sanatorio Banti, o viceversa dalla sua
‘valorizzazione’ speculativa, può discendere a nostro avviso una decisione
saggia, equilibrata e conveniente”.
L’ing.
Marroni ha accolto infine la richiesta, formulata dal Comitato e da Idra,
di essere riconvocati per una verifica dei risultati delle prossime
iniziative, e comunque prima che sia formalmente assunta una qualsiasi scelta
definitiva. Da parte loro, i rappresentanti dei cittadini hanno inteso
porgere all’ing. Marroni un sentito ringraziamento per la sensibilità
prontamente dimostrata alle loro istanze, nonostante il suo insediamento alla
direzione dell’ASL risalga soltanto a sei mesi fa.
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