Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 30.11.’04
Un’altra tegola sui progetti di Alta Velocità a Firenze: saltano anche le cave di approvvigionamento dei materiali da costruzione.
Senza sapere dove collocare lo smarino e dove
procurarsi gli inerti per i due tunnel e la stazione, la città d’arte rischia una
cantierizzazione pesante a tempo indeterminato: lo scrive Idra alla
Commissione di Valutazione di Impatto del Ministero dell’Ambiente. E trasmette l’SOS
ai Consigli comunale e provinciale di Firenze, e al Consiglio regionale della
Toscana.
Non
bastava il problema di come e dove sistemare i milioni di metri cubi di terra
di scavo da estrarre per la costruzione di due tunnel di 7 km e di una stazione
sotterranea in zona Mugnone (sono ufficialmente destinati a Cavriglia, in
Valdarno, ma il progetto di Santa Barbara non è mai
stato approvato, e i sindaci del Valdarno quello smarino hanno
dichiarato di non gradirlo).
Adesso un
altro serio fattore limitante mette in discussione la praticabilità del
progetto AV sotto Firenze: sono sfumati anche i milioni di metri cubi di inerti
da costruzione che dovevano arrivare dalle cave della Val
Marina a Calenzano: opportunamente, il progetto è stato respinto al
mittente con una deliberazione, la n. 132 del 26.10.’04, nella quale la
Giunta comunale di Calenzano ha espresso pronuncia negativa di compatibilità
ambientale sul “Progetto di coltivazione e recupero del sito estrattivo di
Poggio alle Macine”, un sito strategico da 20 milioni di metri cubi.
“Riteniamo che questa doppia ‘tenaglia’ che grava sulla fattibilità del
sottoattraversamento AV di Firenze (mancando
un sito certo di recapito dello smarino, ed essendo venuta meno la
disponibilità del sito progettato di approvvigionamento degli inerti) meriti
un’attenzione serrata e urgente”, ha scritto
il 23 novembre scorso Idra alla Commissione per la Valutazione di
Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, che sta lavorando al parere
sullo “scavalco” ferroviario ad Alta Velocità fra
Rifredi e Castello. “Chiediamo al Ministro e alla Commissione di considerare
con ogni opportuna prudenza le conseguenze che deriverebbero alla città di
Firenze dall’approvazione del progetto di “scavalco”, dal momento che essa
comporterebbe automaticamente - nonostante i gravi impedimenti oggettivi
all’orizzonte – anche l’avvio di una cantierizzazione poliennale assai più
impegnativa, ma soggetta a serio rischio di impasse. Riteniamo peraltro
– conclude la nota, che è stata trasmessa
ieri integralmente dall’associazione ecologista ai consiglieri comunali e
provinciali di Firenze, e ai consiglieri regionali della Toscana - che ogni
eventuale nuova individuazione di siti di approvvigionamento degli inerti da
costruzione e di siti di recapito dello smarino per il Nodo di Firenze
meriterebbe comunque – oltre che una chiara definizione preliminare, che
preceda l’approvazione dei progetti definitivi di cantierizzazione –
un’adeguata e aggiornata valutazione di impatto, tenuto conto dei giganteschi volumi di materiali in gioco e degli
effetti che la loro movimentazione è
suscettibile di produrre in uno scenario metropolitano
già gravemente congestionato come quello dell’area fiorentina”.