Associazione di volontariato
Idra
iscritta
al Registro Regionale del Volontariato della Toscana
per
la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
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Firenze, 27.8.'04
Al Sindaco
dott. Leonardo DOMENICI
per conoscenza: Ai membri del Consiglio Comunale
OGGETTO: Richiesta di verifica urgente della congruità dell’intervento di abbattimento di piante in Via Vasco de Gama con la normativa vigente in materia di informazione e trasparenza, e con le condizioni derivanti dall’arretrato stato di avanzamento dei procedimenti di VIA derivanti dagli accordi per l’Alta Velocità.
Gentile sig. Sindaco,
abbiamo svolto ieri un
sopralluogo in Via Vasco de Gama, nell’area interessata dal taglio di alberi di
cui hanno riferito le cronache cittadine nelle ultime settimane.
Abbiamo potuto constatare un
sentimento di frustrazione e di indignazione al tempo stesso fra i pochi abitanti
non in vacanza, per i modi e i tempi in cui si sta svolgendo questa operazione.
E’ stato fatto notare che il taglio è iniziato nei giorni immediatamente
precedenti la festività del Ferragosto. Ultimamente, invece, è stata apposta
una nuova segnaletica che annuncia, a partire da ieri 26 agosto fino al 17
dicembre 2004, interventi dalle ore 0 alle ore 24 per l’installazione di
barriere fonoassorbenti. Anche questi interventi comporteranno, ci è stato
spiegato, l’abbattimento di piante adulte.
I cittadini sono
particolarmente avviliti per questa tempistica, a dire il vero inconsueta, che
costringerà la stragrande parte di loro a constatare il fatto compiuto al
rientro dalle ferie estive, senza alcuna previa informazione o consultazione.
Detto ciò, ci permettiamo di segnalarLe alcune condizioni, a nostro avviso non irrilevanti, che accompagnano questo intervento di depauperamento del patrimonio arboreo cittadino in assenza – a noi sembra – del conforto della plausibilità e della ragionevolezza.
1.
Come
Ella sa, l’intervento in Via Vasco de Gama è finalizzato alla costruzione del
cosiddetto “corridoio attrezzato” progettato per il trasferimento “su ferro”
dello smarino dell’Alta velocità dal camerone di scavo in zona
Circondaria-Macelli alla volta della stazione di Rifredi, dove nuovi convogli
ferroviari avranno il compito di prendere in carico la terra scavata per
recapitarla nella ex miniera di lignite di Santa Barbara, in provincia di
Arezzo. Ella saprà certo che il progetto di sistemazione dei milioni di metri
cubi di smarino attesi dagli scavi AV a Firenze è parte del progetto di recupero ambientale della miniera di Santa
Barbara presentato dalla società ENEL Produzione S.p.A.; che su tale progetto
il nucleo di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Toscana si è
espresso con un parere negativo (il n. 41 del 16 gennaio 2001), emesso
nell'ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale statale; che
critiche al progetto di recupero della miniera di Santa Barbara sono provenute
anche dai Comuni di Cavriglia e di Figline, dalle Province di Firenze e di
Arezzo, dall'Autorità di bacino del fiume Arno, dal Servizio nazionale dighe;
che sulla scorta di questi pareri e della propria istruttoria tecnica, il
nucleo VIA della Regione ha scritto fra le altre cose - a proposito dello
studio presentato per la sistemazione dello smarino TAV di Firenze a S. Barbara
- che esso "non contiene informazioni relative alle aree occupate
durante i lavori e alle modalità di eventuale stoccaggio dei materiali";
che la Giunta Regionale, visto il parere tecnico negativo espresso dal suo
nucleo VIA, e ritenuto di condividere le valutazioni in esso contenute, a voti
unanimi ha deliberato nella seduta del 29 gennaio 2001 di "proporre al
Ministero dell'Ambiente di valutare la necessità di una radicale modifica del
progetto per il recupero ambientale della miniera di S. Barbara nei comuni di
Cavriglia e Figline Valdarno" (Delibera Giunta Regionale n. 80 del
29.1.'01, rettificata con successiva Delibera Giunta Regionale n. 116 del
5.2.'01); che con decreto del Ministero dell'Ambiente in data 22 ottobre 2001
il direttore generale del Servizio VIA ha espresso parere interlocutorio
negativo disponendo " che la procedura di approvazione del progetto ed
i conseguenti atti da emanarsi da parte delle amministrazioni competenti
restino subordinati alla presentazione della nuova domanda ed alla successiva
pronuncia da parte del Ministero dell'ambiente di concerto con il Ministro per
i beni culturali e ambientali".
E’ stato necessario dunque all’ENEL presentare un nuovo
progetto di recupero. Per quanto ci risulta, il relativo procedimento di VIA
(statale) è tuttora in fase istruttoria.
Niente di certo, dunque, circa l’effettiva praticabilità
del Valdarno come destinazione dello smarino di Firenze.
Assai recentemente, in un intervento firmato dal sindaco di
San Giovanni Valdarno Mauro Tarchi anche a nome dei colleghi di
Cavriglia-Figline (“Niente smarino nell’area mineraria”, Il Corriere di
Firenze, 28.7.’04), leggiamo addirittura: “I Sindaci non solo respingono
tali soluzioni opponendosi all’arrivo dello smarino nella linea ferroviaria
(figuriamoci ai camions, problema per ora mai sollevato), ma rassicurano che in
attesa di proposte serie ad oggi mai pervenute né dalla Regione che dalla Tav,
impediremo con ogni mezzo tale offesa al nostro territorio”.
2.
Quanto alla cantierizzazione per il nodo ferroviario
fiorentino, il cui smarino è destinato (almeno sulla carta) a Santa Barbara,
leggiamo negli stessi comunicati della Giunta comunale fiorentina (2 gennaio
2004), all’indomani della Conferenza di servizi per la nuova stazione chiusa il
23.12.’03, che “per
quanto riguarda i lavori per la realizzazione dell'opera è stato confermato che
le procedure di affidamento potranno avvenire soltanto quando saranno ottenuti
tutti i via libera sia per l'intervento della stazione dell'Alta velocità sia
quello del passante (scavalco compreso). Comunque sia le opere della stazione e
del passante ferroviario saranno oggetto di un unico appalto per consentire lo
svolgimento contestuale e coordinato dei lavori”.
Ma il procedimento di valutazione
dell’impatto ambientale del progetto di scavalco fra Castello e Rifredi è
tuttora aperto: non risulta che sia stato neppure espresso, ancora, il parere
della Regione Toscana al riguardo, né risulta fissata una data per la
Conferenza di servizi.
3.
Non risultano chiare le caratteristiche del
“corridoio attrezzato” in corso di costruzione. Per quanto è dato sapere, anzi,
esse appaiono contraddire il contenuto degli accordi siglati il 3 marzo ’99
nella conferenza di servizi per il Nodo di Firenze. All’articolo 7 dell’Accordo
procedimentale approvato in quella conferenza, infatti, leggiamo: “La
movimentazione dei materiali da e per il cantiere della stazione AV avverrà
tramite l’uso di corridoio attrezzato con binario ferroviario, da realizzare in
affiancamento a quelli oggi esistenti, che collegherà i cantieri della stazione
AV in zona ex Macelli e pozzo Corsica con la stazione di Rifredi, come
richiesto dal Comune di Firenze (...) Il tracciato di tale binario è composto
di tre parti (...)”. In nessun punto si legge che questo binario debba
essere affiancato da una “pista” (camionale?) di raccordo fra il cantiere di
Rifredi e quello della nuova stazione ai Macelli, come quella annunciata
dall’Amministrazione il 20 dicembre 2003.
E’ legittimo, in queste condizioni,
continuare a parlare di trasporto dello smarino “tutto su ferro” (un teorema
peraltro già invalidato dalla “liberalizzazione su gomma” dello smarino previsto
per lo scavalco ferroviario fra Rifredi e Castello, parte integrante del
progetto AV)? E può dirsi conforme, un corridoio attrezzato così concepito, con
i contenuti dell’Accordo procedimentale del ’99, e con la pubblicità che ne
venne data dall’Amministrazione comunale come di un elemento di garanzia almeno
sul piano della movimentazione della terra scavata, che tanti danni ha
provocato sulle strade del Mugello dopo l’impegno formale – mai onorato –
dell’utilizzazione della linea ferroviaria Faentina?
Già nella nostra ultima lettera a Lei
indirizzata lo scorso 22 luglio Le ponevamo un quesito al riguardo, che non ha
ricevuto risposta.
Ci pare, signor
Sindaco, che anche solo questi dati suggeriscano cautela e lungimiranza
nella gestione della costruzione del corridoio attrezzato. A maggior ragione in
mancanza di approvazioni definitive dei progetti di cui esso è mera funzione.
Siamo certi che sarebbe gradito ai cittadini, molto preoccupati per le conseguenze che potrà avere sulla salute e la vivibilità della zona la movimentazione di centinaia di migliaia di metri cubi di materiali di scavo nell’area ferroviaria di Rifredi, su cui si affacciano decine e decine di condomìni, non vedersi privati della salutare barriera verde degli alberi che costeggiano la linea ferroviaria. Essi non comprendono come si possa attuare con la fretta e la tempistica adottate un intervento propedeutico a qualcosa che deve essere ancora definito, approvato, consolidato.
Pertanto Le
chiediamo, anche a nome loro, di verificare con urgenza la praticabilità di una
sospensione dei lavori di costruzione del corridoio attrezzato.
Ci mettiamo a Sua disposizione per ogni possibile suggerimento, consiglio, proposta che possa aiutare ad amministrare in modo condiviso questa spinosa vertenza urbana.
In attesa di un auspicato riscontro, Le porgiamo distinti saluti.
Il presidente
Girolamo Dell’Olio