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COMUNICATO STAMPA Firenze, 27.12.’08
GUAI TAV IN PILLOLE
stralci
della requisitoria
che i Pubblici
Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini
hanno pronunciato al
processo in corso presso il Tribunale di Firenze
a carico dei
costruttori della TAV fra Firenze e Bologna
Diciassettesima puntata:
“Geologia creativa: l’abbassamento di falda
sarà transitorio...”
TRIBUNALE
DI FIRENZE
SEZIONE
MONOCRATICA
DOTT.
ALESSANDRO NENCINI Giudice
Procedimento
penale n. 535/04 R.G.
Udienza del
10 aprile 2008
Requisitoria del Pubblico Ministero
dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 17]
“E LUI M'HA DETTO: 'NO, MA VEDRÀ CHE L'ACQUA RITORNA...'.
PERCHÉ AVEVAMO PERSO ANCHE DELLE SORGENTI.
E LUI M'HA SPIEGATO CHE SCAVANDO IL TUNNEL L'ACQUA
ANDAVA IN DIVERSI RIVOLI E CHE PROBABILMENTE LE SORGENTI SAREBBERO RITORNATE,
MAGARI NON NELLO STESSO POSTO. E COSÌ SAREBBE SUCCESSO ANCHE PER IL FOSSO.
PERÒ PER IL FOSSO NON... NON SI È ANCORA PRODOTTO
NIENTE”.
2) L’ACQUA TORNERÀ
L’acqua, finiti
i lavori, tornerà.
È una delle prime carte giocate da CAVET, già in fase
di progettazione, e fa parte
di una logica che è quella di minimizzare sempre e comunque quelli che saranno
gli impatti di questa opera.
Versione
criticata da subito nella fase istruttoria da Micheli nel suo parere del 23.1.’95.
Pubblico Ministero - Senta un'altra cosa: si ricorda invece se per caso c'erano alcune
ipotesi di valutazione sulla... come si può dire in qualche modo... sulla
permanenza o meno del danno? Se i danni erano previsti, se...
Teste Micheli Luigi - Su quell'altro, sull'elaborato successivo, sulla tratta, l'ultimo
parere che ho dato, invece, c'erano considerazioni sull'impatto, però
considerato assolutamente permanente, una volta realizzata l'opera, si sarebbe
ripristinato la situazione idrogeologica ante operam.
Pubblico Ministero - Allora forse non permanente.
Teste Micheli Luigi - Era considerato, sì, temporaneo durante la fase di scavo,
l'abbassamento...
Pubblico Ministero - Ah, contestuale col..
Teste Micheli Luigi - Con l'opera. Finita l'opera, finite le opere di impermeabilizzazione,
eccetera eccetera, sarebbe ritornata la situazione antecedente. Però tutto su
valutazioni molto teoriche, eh. Molto... modellazioni numeriche dove mettere,
dare un valore a un parametro cambia moltissimo il risultato finale, insomma.
La progenitura pare sia dell’ing.
Lunardi che in conferenza dei servizi, per come testimoniato dal Presidente della
Comunità Montana Notaro, avrebbe detto che tutti gli interventi erano in
qualche modo reversibili.
Ciò che l’ing. Lunardi dice in
conferenza dei Servizi, l’ing. Calcerano lo dice a Castelvecchio. Entrambi
dicono che l’acqua sarebbe tornata.
Nel Mugello Calcerano fu un incompreso,
visto che il Sindaco Mascherini fece ironicamente mettere a verbale la
dichiarazione.
A Roma no, atteso che Calcerano risulta essere stato
nominato Capo della Segreteria tecnica proprio presso il Ministero delle
Infrastrutture, di cui anche l’ing. Lunardi ha ricoperto l’incarico di
ministro.
A rileggere la testimonianza di Trezzini sull’impatto
di Castelvecchio viene da rabbrividire a pensare come si sia tentato di gestire
questa cosa da parte di CAVET. Non solo gli ingegneri di CAVET hanno sostenuto
che l’acqua sarebbe tornata, ma si sono spinti fino a formulare teorie di
“geologia creativa” per cui l’impatto provocato dallo scavo sarebbe stato
puntuale e coincidente con il cavo della galleria, ed i suoi effetti sarebbero
diminuiti allontanandosi da esso, secondo un andamento che potrebbe essere
simile a quello rappresentato da un grafico ad ali di gabbiano, per poi
ricostituire pressoché lo stesso status quo ante, una volta terminato lo scavo
ed il rivestimento della galleria.
Morale, dicono a Trezzini
che la falda a Castelvecchio è scesa solo di pochi centimetri e andrà a
risalire. Trezzini non si fida, fa fare dei sondaggi e l’acqua non la trova
neppure a 40 metri di profondità!
Teste Trezzini Fabio - Sì, certo, io quando avvenne Castelvecchio non ero
presidente dell’Osservatorio perché non esisteva neppure l’Osservatorio in
quanto era quel periodo…
Pubblico Ministero - …era quel periodo di vacanza;
lei però fece…
Teste Trezzini Fabio - Andai… voglio dire, ritenni che fosse giusto e
opportuno occuparsi di questo aspetto e andai a vedere e facemmo anche una
riunione [...] con i tecnici di CAVET in
cui fu fornita una possibile spiegazione di questa interferenza non prevista,
spiegazione che risultò certamente errata… se vuole le spiego perché.
Pubblico Ministero - Sì sì.
Teste
Trezzini Fabio - La spiegazione era
errata perché il consulente di CAVET che era presente di cui non ricordo il
nome e che tra l’altro poi…[...] … questo consulente dette
la spiegazione che in sostanza la previsione di interferenza o non interferenza
si poggiava sul fatto che lo scavo penetrando nella montagna in cui c’è acqua
causa una depressione del livello della falda; questa depressione è molto acuta
proprio in prossimità dello scavo e poi tende a riportarsi sul livello iniziale
che aveva la falda nell’arco di 100, 200, 300, insomma, qualche centinaio di
metri. E questa era la spiegazione concettuale attraverso la quale era stata
definita questa fascia di influenza, cioè la fascia di influenza segnava il
confine tra la zona di depressione della falda e la sua progressiva risalita e
il raggiungimento del livello preesistente.
Pubblico Ministero - Mi scusi, forse non ho capito, dove c’è l’impatto poi il fenomeno
decresceva?
Teste
Trezzini Fabio - Dovrei darle un
disegno ma, diciamo, il concetto è questo…
Pubblico Ministero - Gli effetti si minimizzavano a distanza?
Teste
Trezzini Fabio - Sì, perché è chiaro
che… almeno, questa era l’interpretazione
che fu data, intendiamoci…cioè che lo scavo deprime la falda in corrispondenza
di se stesso, questa falda non scende
come se fosse…
Pubblico Ministero - Come se si levasse un tappo e si svuota.
Teste Trezzini Fabio - … come se levassi un tappo dal lavandino che
scende tutta giù ma fa una specie di ‘V’, le ali stilizzate di un gabbiano… per
cui l’ala tende a risalire gradatamente verso il livello…
Pubblico Ministero - Oh, perfetto. E il risultato di questa geologia creativa era il
fatto che sarebbe stato transitorio questo abbassamento di falda? Si
ricorda se ci fu un’affermazione in questo senso in quella riunione proprio?
Teste
Trezzini Fabio - Diciamo questa è
una tesi che si sentiva sostenere, certo, se fosse stato sostenuto in quella
riunione no, non saprei dire. [...] Però
di questo noi avemmo immediatamente una conferma negativa perché…
Pubblico Ministero - Perché lei
non si fidò.
Teste Trezzini Fabio - Io non mi fidai e dissi ‘facciamo
dei saggi’…
Pubblico Ministero - Oh.
Teste
Trezzini Fabio - ... e quando si fecero questi saggi si vide
che contrariamente a quello che era stato ipotizzato e proposto come
spiegazione la falda non era a poche decine di centimetri [...] sì, perché si disse che evidentemente questa
risalita era stata un pochino più lenta di quello che si ipotizzava ma che
comunque quindi la falda sarebbe stata a poche decine di centimetri; e io dissi
‘ma non sarà il caso di verificarlo?’ e allora chiesi a CAVET… suggerii,
perché, appunto, non avevo nessun potere… chiesi di fare questo sondaggio e a
quanto ricordo a decine di metri l’acqua non c’era… a 30, 40, qualcosa del
genere.
Pubblico Ministero - Può essere 40?
Teste Trezzini Fabio - Sì, un ordine di grandezza era questo, cioè, a 40
ancora non c’era, quindi magari era anche più giù insomma.
Quindi non sappiamo nemmeno a quanto è,
perché loro si fermano a 40 ma l’acqua non la trovano più. E a Castelvecchio
l’acqua non è più tornata.
Pubblico
Ministero - L’interpretazione che le
veniva proposta diceva no, qui ci sarà l’interferenza, qui ci sarà la perdita
d’acqua ma con le ali di gabbiano le interferenze vanno sfumando in distanza. Oltre
a questo, le domando se si ricorda, se le fu detto o se fu mai oggetto di
discussione, che comunque la perdita
d’acqua fosse legata alla temporaneità dell’esecuzione dei lavori perché una
volta eseguiti i lavori, una volta fatta la galleria, cioè chiusa, la
situazione si sarebbe ripristinata come prima.
Teste
Trezzini Fabio - No, in
quell’occasione fu detto, se fu detto anche altre volte non lo so, ma
certamente nel prosieguo dei lavori e delle discussioni quando poi ripresero in
termini più organici e strutturati con il supporto dell’ARPAT questa tesi se
mai fu riproposta fu certamente rigettata per più di un motivo; e per il fatto
che appunto il modello interpretativo secondo gli esperti dell’ARPAT, secondo lo
stesso professor Pranzini (1), non era applicabile in questo caso per cui non
ci trovavamo in una spugna…
Pubblico
Ministero - No, no, che fu rigettata
è un discorso ma che fu posta, che fu affermata.
Teste
Trezzini Fabio - Diciamo, la
possibilità di ricostituire esattamente… no, questo non me lo ricordo.
Pubblico
Ministero - Allora le leggo: “Il fatto di Castelvecchio evidenziava come
ci fossero interferenze sulle falde anche in ambito esterno a quella che era
stata delimitata come fascia di interferenza nel progetto. Anche nella riunione della Regione i professionisti di CAVET ribadirono
la volontà degli studi allegati al progetto minimizzando l’impatto e sostenendo
da un lato il poco momento dell’abbassamento della falda segnalata e comunque
la sua temporaneità dovendo ritenere che una volta esaurita la fase esecutiva
dell’opera il sistema sarebbe tornato in equilibrio”.
Teste
Trezzini Fabio - Sì.
Pubblico
Ministero - Io proposi di fare il
sondaggio e invece risultò che…
Teste
Trezzini Fabio - Sì sì. Ripeto, feci
fare quei sondaggi proprio perché non ero convinto della spiegazione.
Ma che l’acqua tornerà non
lo dicono solo Lunardi e Calcerano. Lo dice anche Bollettinari. Bollettinari
nega, ma lo testimonia L. O..
Teste L. O. - Ma è cominciato nel 2000. Noi abbiamo scritto delle
lettere alle quali non c'è stata risposta. E poi ho chiesto a un geologo, ora
non mi ricordo... Sì, Bollettinari. Ma così, in modo informale. E lui m'ha detto: 'no, ma vedrà che l'acqua
ritorna...'. Perché avevamo perso anche delle sorgenti. E lui m'ha spiegato che
scavando il tunnel l'acqua andava in diversi rivoli e che probabilmente le
sorgenti sarebbero ritornate, magari non nello stesso posto. E così sarebbe
successo anche per il fosso. Però per il fosso non... non si è ancora prodotto
niente.
Lo dicono al sig. G. N.. E glielo
dice probabilmente Longo, perché parla dell'ingegnere del cantiere [...], comunque
glielo dice l’ingegnere, e questo per
ritornare al ruolo nell’organigramma di CAVET dove tutti fanno fronte, non è
che c’è cedimenti, dicono tutti la stessa cosa, ognuno per il loro grado si va
diritto, non ci interessa.
Pubblico Ministero - Ecco, ma come andò il
discorso, non le contestarono che loro non ci entravano niente con questo?
Teste G. N. - No, l'ingegnere mi disse:
'stai tranquillo, che noi quando si rincamicia, l'acqua torna...' . Ma ne è
tornata una delle sorgenti, quell'altre due non...
Pubblico Ministero - Allora, ci spieghi
"si rincamicia"... cosa s'intende...
Teste G. N. - I camion, quando passano
con il cemento, diciamo, chiudano, ha capito?
Pubblico Ministero - Cioè, lo scavo della galleria, fatta la galleria, rincamiciato...
Teste G. N. - Sì, sì...
Pubblico Ministero - ...nel senso... Poi
sarebbero ritornate. Le hanno detto questo?
Teste G. N. - Sì, che sarebbero ritornate. E
invece due non sono tornate.
Pubblico Ministero - Due non sono tornate.
Teste G. N. - No.
Ecco allora come è finita: due non sono tornate.
In udienza pare sia
risultato che a questa “teoria” non ci abbia addirittura creduto neppure l’oggi
assessore del Comune di Firenze, arch. Biagi, e se non ci crede l’architetto Biagi...
l’architetto Biagi è il dirigente della Regione che approva quella delibera con
i pareri parziali [...].
Teste Biagi Gianni - Sicuramente ci sono
alcune situazioni dove l’elemento di depauperamento - almeno secondo le nostre
valutazioni poi qui c’è anche una valutazione diversa da parte di altri - potrà
essere un depauperamento significativo per lungo tempo, dipende questo dalla
organizzazione geologica del suolo, è difficile valutarlo in questo momento; lo
studio di impatto ambientale ipotizzava, se mi ricordo bene, che la situazione
complessiva si ristabilisse ma non identica alla situazione preesistente in un
arco di tempo di qualche anno, otto dieci anni, però questa è effettivamente
una questione che forse dovrebbe chiedere…
Pubblico Ministero - Allora le faccio un’altra
domanda: lei conosce l’ingegner Calcerano?
Teste Biagi Gianni - L’ingegner Calcerano sì
che lo conosco.
Pubblico Ministero - Se si ricorda nei vostri
confronti, discussioni o quant’altro, vi fosse un’opposizione di CAVET in
relazione alla temporaneità o meno di certi impatti.
Teste Biagi
Gianni - Sì sì, questa era una delle
questioni che le dicevo, cioè ci furono valutazioni molto probabilmente diverse
a seconda delle opinioni dei soggetti in funzione di alcune specifiche
situazioni, questo può essere accaduto però per quanto riguarda l’Osservatorio
a noi interessava che fossero affrontate comunque e risolte le questioni nello
specifico e quindi io mi ricordo che comunque per quanto riguarda per esempio
la necessità di fornire approvvigionamenti idrici idropotabili o [incompr.] la questione fu affrontata indipendentemente dalla
provvisorietà o meno dell’evento che si verificava.
E allora la domanda è:
perché Biagi ha adottato, ai sensi della legge 23/93, la delibera della Regione
Toscana con cui dava tutti i pareri favorevoli in Conferenza dei Servizi? Perché [...] la Regione Toscana, su una tesi riportata da tutti
che l’acqua tornerà, e che non ci credono, approva tutte le delibere da portare
per i pareri favorevoli in conferenza di servizi? Ma di questo tratteremo poi, quando parleremo della Corte dei Conti.
Quindi abbiamo “siccità” e “l’acqua
tornerà”. E siamo a due.
3) NON SIAMO STATI NOI.
La terza è la più semplice, è “non siamo stati noi”,
è sempre valida. Si comincia da piccini: “non sono stato io, qualunque cosa non
sono stato io”. Difesa sempre valida a
qualunque età. (...) E anche se rivesti
un ruolo primario in un azienda leader quale CAVET. E infatti la usa anche
l’ing. Silva.
Per non sbagliare l’ing.
Silva nella nota a sua firma del 27.1.’99 già citata (doc. 196/10),
relativamente all’acquedotto di Castelvecchio e Visignano nega che sia stata
CAVET ad impattare le sorgenti, e sostiene che, a dispetto dei residenti che
dicevano di essere senz’acqua, l’acqua c’era ancora, che le sorgenti ancora
buttavano, che era comunque colpa della siccità. Leggiamo alcuni stralci del
testo di questa lettera per capire chi sono i nostri imputati, come si sono
comportati, cosa hanno fatto, detto e in questo caso, scritto.
Testo della nota del 27.1.1999:
“Oggetto: Sistema Alta
Velocità Linea Milano-Napoli -Tratta Bologna-Firenze Problemi ambientali:
Sorgente a servizio Comuni Castelvecchio e Visignano Realizzazione nuovo
acquedotto .
Con riferimento all’oggetto lo scrivente Consorzio
ritiene necessario evidenziare alcune precisazioni che si riportano di seguito.
Non riteniamo corretto che si parli di prosciugamento della sorgente a servizio
dell’acquedotto di Castelvecchio e Visignano. La suddetta sorgente è
monitorata” - ricordiamoci di questi
monitoraggi - “con continuità e dopo una notevole diminuzione di portata
verificatasi nel periodo estivo, particolarmente siccitoso, ha cominciato
nuovamente fornire acqua, seppure non ancora ai livelli registrati ante operam”.
Qui abbiamo la summa, c’è tutto: siccità,
l’acqua tornerà, non siamo stati noi. “Al riguardo” - prosegue la nota - “non si giustifica tanta preoccupazione. [...] La
richiesta di sostenere il costo dell’adeguamento della rete di distribuzione di
Castelvecchio è immotivata ed inaccettabile. Distinti saluti, il Direttore Generale”.
Abbiamo tutto, questo è il quadro al ’99.
Quindi palese negazione di ogni responsabilità e
difesa ad oltranza a dispetto di ogni evidenza.
Nonostante Trezzini avesse detto
bisognava monitorare, e il monitoraggio non è stato fatto; bisogna prendere
atto del fallimento del progetto, e non è stato fatto; deve essere modificato
il codice di scavo, e non è stato fatto; nel ’99 nero su bianco per Castelvecchio
che è ancora secco: siccità, non siamo stati noi, non c’è preoccupazione, la
richiesta di sostenere i costi di adeguamento della rete di distribuzione è
immotivata ed inaccettabile.
Ma è una politica aziendale
scelta a tavolino che si sostiene anche davanti agli amministratori pubblici,
ai Sindaci.
CAVET [...] lo dice anche al sindaco di Borgo S. Lorenzo
per Casa d’Erci.
Teste Margheri Antonio - Allora, qui si entra in... cioè, diciamo che quando
le sorgenti di Casa d'Erci furono impattate, in un primo momento, diciamo, da
parte di CAVET non ci fu un immediato riconoscimento di responsabilità, no? [...] Perché
nelle previsioni di Cavet gli effetti si dovevano produrre, diciamo, dopo molti
mesi. No? E quindi, ecco, inizialmente fu attribuito a una situazione, diciamo,
meteorologica di tipo particolare, ecco.
Pubblico Ministero - Mi scusi, una
circostanza... mi pare interessante. Da chi fu riferito questo, dove, in che
occasione e perché. Lei lo sta riferendo come un fatto appreso da lei
personalmente?
Teste Margheri Antonio - Sì. [...]
Giudice - Al di là delle persone,
poi vedremo, lei è certo come sindaco, quindi in veste istituzionale, al
momento in cui vi fu un incontro con CAVET, con personale di CAVET, tecnici
della CAVET, in cui fu contestata questa circostanza, lei ha riferito prima che
CAVET sosteneva in quel momento, all'inizio, che la mancanza,
l'essiccamento, il depauperamento delle sorgenti di Casa d'Erci, derivavano,
per lo meno in gran parte, da eventi atmosferici stagionali.
Teste Margheri Antonio - Non fosse direttamente riferibile alla
galleria.
Giudice - Di questo è
certo, però, anche se non sa chi fisicamente, come si chiamava la
persona...
Teste
Margheri Antonio - Di questo sono certo, ecco. [...] Diciamo
che è sempre stato un punto molto difficile. In prima istanza, ecco, lo posso dire tranquillamente, la reazione era
sempre quella di rimandare, appunto, a qualcos'altro che non fosse l'impatto
della galleria. E ancora oggi, diciamo, ci sono questioni che credo siano
come dico in quell'articolo ancora aperte. Dico, il riconoscimento del
depauperamento del torrente Farfereta, ecco. Comunque lo confermo, insomma. In
quella riunione cui accenno lì, no? del... appunto, fuori dai gangheri...
insomma, credo fosse una riunione proprio formale dell'Osservatorio, quindi ci
saranno stati sicuramente anche dei miei colleghi, ecco. All'inizio l'atteggiamento, così come è successo anche successivamente,
è stato quello molto di minimizzare, ecco.
Questa tesi, oggi
abbandonata in parte, residua ancora come estremo baluardo di difesa nei
confronti di specifici singoli punti acqua di alcune parti offese o parti
civili. È la tesi che residua per i Guazzini, i pozzi di Luco, M. S.,
l’acquedotto Co.Ge.Mo..
(1)
Dalle deposizioni del consulente della difesa prof. Pietro Bruno Celico e del presidente
dell’Osservatorio Ambientale Nazionale ing. Fabio Trezzini, il prof.
Pranzini risulterebbe essere consulente di Italferr SpA.