Associazione di volontariato Idra
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ambientale e culturale
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 26.9.’08
GUAI TAV IN PILLOLE
Quarta puntata:
dove si parla di pervicacia nel far danno e di danneggiati disfattisti
Tutti i venerdì
la pubblicazione di stralci
della requisitoria
che i Pubblici
Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini
hanno pronunciato al
processo in corso presso il Tribunale di Firenze
a carico dei
costruttori della TAV fra Firenze e Bologna
Ogni venerdì fino a dicembre 2008, con Idra un appuntamento informativo speciale: la poderosa requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna. Un processo di prima grandezza per quantità di imputati, tipologie di reati contestati, cifre relative ai danni ambientali documentati, proscenio e backstage di protagonisti, comprimari, spalle e comparse. Iniziato il 23 febbraio 2004, dopo anni di indagini e il provvedimento di sequestro di un cantiere, sette cave e otto depositi del 23 giugno 2001, il processo ha ricevuto una copertura mediatica che sarebbe eufemistico definire mediocre. Il volume degli affari e il pedigree degli interessi coinvolti nella “grande opera” spiega senza bisogno di dietrologie questa distrazione di fondo. Il 24 settembre il processo riprende con le arringhe degli avvocati della difesa degli imputati. Entro l’anno è attesa la sentenza.
TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE
MONOCRATICA
DOTT.
ALESSANDRO NENCINI Giudice
Procedimento
penale n. 535/04 R.G.
Udienza del
3 aprile 2008
Requisitoria del Pubblico Ministero
dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 4]
“QUESTA OPERA
È STATA APPROVATA CON UNA LOGICA VECCHIA: SI FA QUELLO CHE SI DEVE FARE E POI I
COSTI CADRANNO SU CHI, SU CHISSÀ QUANDO, CHISSÀ PER QUANTO, NON CI INTERESSANO:
ANDIAMO AVANTI ED A DIRITTO COMUNQUE. [...] LE PERSONE OFFESE, LE PARTI CIVILI OGGI, INSOMMA,
NON SONO PATRIOTI, SONO DISFATTISTI. SONO QUA PERCHÉ SONO DISFATTISTI. PERCHÉ
SE SI SACRIFICASSERO PER IL PAESE, STAVANO A CASA LORO TENENDOSI CIÒ CHE ERA
SUCCESSO”.
A noi qui interessa solo e soltanto vedere come è
stato realizzato ciò che è stato realizzato e se così si poteva fare. E la
nostra verifica è puntuale, doverosa.
[...] Già
nel ’98 [...], 16 settembre ’98 ore 15.00, quindi
dieci anni fa, si impattano le sorgenti
di Castelvecchio, che servono un acquedotto con un ristorante, famiglie, e
quant’altro. È stato approvato un
progetto nel quale, per espressa testimonianza del presidente dell’Osservatorio
Ambientale Nazionale (OAN), Trezzini, nella riunione del 16.9.98 ore 15.00
presso il Comune di Firenzuola [...] per l’impatto di Castelvecchio, alla
presenza di Castellani, Belloni, Calcerano e Bertoldi per CAVET, Vallino per
Fiat Engineering ed arch. Biagi (1) per la Regione, risultava che:
-
andava
previsto l’accaduto e la previsione è risultata errata;
-
andava fatto il monitoraggio che invece non era stato
fatto (ed uno si
potrebbe già ricordare Micheli che l’aveva detto tre anni prima).
Inoltre Cavet, sempre per Trezzini e l’OAN:
-
non avrebbe dovuto fare il rivestimento della
galleria come se non fossero accadute le interferenze accertate;
-
doveva far prima i rimedi alternativi;
-
doveva prendere atto del fallimento del modello
matematico;
-
doveva fornire in tempo reale i dati del monitoraggio
e non dopo mesi.
Io direi un bel macigno, questo. 1998.
Quindi già
dal 1998 per lo stesso Osservatorio Ambientale Nazionale (ma già dal 1995 per altri, come ad esempio per Micheli) erano sul
tavolo chiare e precise tutte le questioni in gioco.
Pertanto tutti i danni successivi a quella data sono
semplicemente certi, accettati e, quindi, voluti.
[...] È interessante la progressione dei fatti, perché ci dà conto della consapevolezza, ci dà conto della pervicacia, ci
dà conto di tanti elementi per cui la storia ha il suo peso [...]. E quindi
partiamo dal ’98.
LA
CRONOLOGIA DELLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
Riportiamo per sintesi, in ordine cronologico, la successione degli
eventi più significativi che si sono verificati fino ad oggi nel corso dei lavori
per la realizzazione della Ferrovia AV.
I lavori per la realizzazione dell’opera iniziarono
nel 1996 con l’impianto dei cantieri.
GALLERIA RATICOSA
-
Maggio 1998 (ante): viene realizzata la finestra
Castelvecchio
-
Maggio 1998: inizia lo scavo della galleria nel
tratto dalla finestra Castelvecchio verso nord
-
Giugno 1998: inizia lo scavo della galleria nel
tratto dalla finestra Castelvecchio verso sud
-
Estate 1998: si verifica il grave impatto sulla sorgente
Castelvecchio, che alimentava l’acquedotto della frazione
-
Ottobre 2002: inizia lo scavo della galleria da alveo
Diaterna verso Bologna, e si conclude nel luglio 2004 con il ricongiungimento
con il tratto scavato dalla finestra Castelvecchio.
GALLERIA SCHEGGIANICO
-
Maggio 1998: inizio dello
scavo da finestra Brentana
-
Marzo 1999: inizio dello
scavo da finestra Brenzone
-
Maggio 1999: termine dello
scavo.
GALLERIA FIRENZUOLA
-
Gennaio 1997: inizia lo
scavo della finestra S. Giorgio
-
Febbraio 1997: inizia lo
scavo della finestra Rovigo
-
Primavera 1997: primo
impatto a carico della sorgente Ca’ di Sotto, in prossimità dell’imbocco della
finestra Rovigo
-
Ottobre 1997: la quota
della galleria di linea viene raggiunta da finestra S. Giorgio; lo scavo
procede verso Bologna e Firenze
-
Dicembre 1997: la quota della galleria di linea viene
raggiunta da finestra Rovigo; lo scavo procede verso Firenze e Bologna
-
Maggio 1998: inizia lo scavo da finestra Rovigo verso
Firenze
-
Giugno 1998: inizia lo scavo da finestra Rovigo verso
Bologna
-
Primavera 1998: si verifica un fenomeno di subsidenza
in località “Il Grillo” presso S. Giorgio (Comune di Borgo San Lorenzo); si
rende necessaria l’esecuzione di un campo pozzi per abbassare il livello della
falda e consentire l’avanzamento; qualche giorno dopo si verifica uno
sprofondamento localizzato a circa 70 m a est dell’asse della galleria
-
Marzo 1998: inizia lo scavo della finestra Marzano
-
Maggio 1998: inizia lo
scavo della finestra Osteto
-
Luglio 1998: inizia lo scavo
dall’ imbocco nord (Camerone di S. Pellegrino)
-
25 Aprile ’99: la sorgente
Marzano è la prima ad essere impattata nella zona (primo semestre 1999); il
tratto verso nord provoca il primo forte e significativo impatto a carico della
galleria Firenzuola. Il giorno 25/4/99 nel corso del realizzazione della
finestra S. Giorgio, durante una sosta delle operazioni di scavo del fronte, a
circa 2 m dalla base del fronte di scavo, in prossimità del piedritto destro,
si manifestava una concentrata e consistente venuta di acqua torbida e sabbia,
con una portata stimata intorno ai 50 l/sec
-
Luglio 1999: lo scavo della
finestra Osteto viene interrotto per l’intercettazione di una cospicua venuta
d’acqua; i lavori vengono sospesi
-
Ottobre 1999: terminata la
difficoltosa realizzazione della finestra Marzano, iniziano gli scavi dei
tratti di galleria da Marzano verso sud e da Marzano verso nord
-
Ottobre 1999 - Marzo 2000:
si verificano ulteriori impatti significativi tra i quali Casa d’Erci (alla
progressiva 54+112) che approvvigionava l’acquedotto Luco-Grezzano; fenomeni di
subsidenza e apertura di crateri in loc. “S. Giorgio” per il rilascio di 120
m/c di materiale alla progressiva 56+960
-
Agosto 2000: viene
impattata anche l’importante sorgente “La Rocca”, captata da tempo per
l’acquedotto di Scarperia
-
Agosto 2000: il torrente
Veccione inizia a presentare i primi segnali di diminuzione di portata
-
Estate 2000: grave impatto
progressivo sulla sorgente Frassineta
-
Maggio-Giugno 2001:
esaurimento completo della sorgente Frassineta con venute di 200 l/s in
galleria alla progressiva 53+826
-
Tarda primavera 2001: il
torrente Rampolli fa registrare una significativa perdita di portata a valle
delle sorgenti Capannone
-
Luglio 2001: impatto sulla sorgente Badia di Moscheta
2
-
Estate 2001: esaurimento
delle sorgenti “I Guazzini” e “Alicelle-Largignana”
-
Novembre 2001: riprende la
realizzazione della finestra Osteto secondo un nuovo tracciato che evita
l’intercettazione della venuta d’acqua
-
Dicembre 2001: impatto
sulla sorgente Badia di Moscheta
-
Giugno 2002: una ulteriore
grave intercettazione si verifica con l’approssimarsi della progressiva 53+275:
la portata in galleria passa da 130 litri/secondo del maggio 2002 ai 207
litri/secondo di giugno, ai 345 di luglio per poi toccare il massimo assoluto
in agosto, quando arriva a toccare i 390 litri/secondo
-
Maggio 2003: la sorgente
sulfurea in località “Madonna dei Tre Fiumi” risulta esaurita
-
Maggio 2005: aggravamento
impatto fosso Fiorentino (Luco)
GALLERIA VAGLIA
-
Primavera 1997: inizio
dello scavo della finestra Carlone
-
Giugno 1997: primi impatti
sui pozzi Carlone 1 e Carlone 2
-
Marzo 1998: termine della
finestra Carlone e inizio dello scavo della galleria da imbocco nord (Casaccia –
S. Piero a Sieve) verso Firenze; inizio dello scavo della galleria da finestra
Carlone verso Firenze
-
Maggio 1998: inizio dello
scavo della galleria da finestra Carlone verso Bologna
-
Primavera-estate 1999:
impatti a carico delle sorgenti Pozza, Case Frilli e Mozzete nella zona di
Tagliaferro (Comune di San Piero a Sieve); risultano perdite totali di deflusso
a carico del torrente Cardetole
-
Agosto 2000: inizio dello scavo del cunicolo di
servizio da Sesto Fiorentino
-
Dicembre 2000: impatto sulla sorgente Ginori a Sesto
Fiorentino
-
Febbraio 2001: impatto
sulla sorgente Fontemezzina a Sesto Fiorentino
-
Febbraio 2001: alla
presenza del Presidente Ciampi viene abbattuto il diaframma che separava le due
direzioni di scavo; è così realizzato il primo tratto della galleria Vaglia,
dall’imbocco nord al Carlone
21 Ottobre 2005: è
stato abbattuto l’ultimo diaframma di roccia nella galleria di Vaglia e
pertanto lo scavo delle gallerie dell’intera tratta Firenze-Bologna è stato
ultimato.
I PRIMI DANNI
Vediamo [...] in dettaglio i primi casi di danno.
Particolare
rilievo assumono le essiccazioni delle sorgenti di Bisignano e Castelvecchio,
risalenti addirittura al maggio-giugno ’98. Sono significative perché da esse
l'Osservatorio Ambientale nazionale istituito presso il Ministero dell'Ambiente
ribadisce il dato già acquisito dal Trezzini nel 1998. Infatti nel documento
“Interferenze idrogeologiche causate dallo scavo delle gallerie: valutazioni e
prescrizioni dell'Osservatorio Ambientale”, del 2.8.'00, si riporta che “... il modello
matematico utilizzato da CAVET (2) fino all'aprile 2000 per la
previsione degli impatti, si è dimostrato non affidabile alla verifica sul
campo (il primo caso è stato quello della sorgente di Castelvecchio,
impattata nonostante fosse ben al di fuori della fascia d'influenza ipotizzata)”.
Vediamo dunque come gli imputati hanno reagito al
fallimento delle loro “non-previsioni”.
Hanno
risposto nel peggiore dei modi, ovvero con la fuga dalle loro responsabilità.
Cioè con la negazione dell’evento, come fa l’ing. Silva (3) nella nota
del 27.1.’99 relativamente all’acquedotto di Castelvecchio e Visignano [...]. Dicendo
che non era vero che avevano seccato le sorgenti. Che i monitoraggi (poi
vedremo quali), a dispetto dei residenti che dicevano di essere senz’acqua,
dicevano che l’acqua c’era ancora (e pare essere ancora una delle tesi
difensive). Che le sorgenti ancora buttavano. Comunque se c’era una diminuzione
della portata era colpa della siccità (tema anche questo ricorrente questo, da
cui si dovrebbe desumere che il Mugello,
dal 1998 ad oggi, è stato interessato da una unica perdurante siccità iniziata
contestualmente con i lavori Cavet e pare destinata a non interrompersi mai più).
Quindi si nega l’evento, si negano le responsabilità,
e passa una logica - vogliamo dire
ideologica? - di andare avanti comunque: nel non fornire informazioni, nel non
procedere ad una sospensione lavori, nel non fermarsi per un ripensamento
generale.
Solo, di riserva, si
gioca la carta della transitorietà dell’impatto, come fanno l’ing.
Calcerano e Belloni nella riunione presso il Comune di Firenzuola il 16.9.98,
laddove affermano senza pudore che tra cinque anni (chissà poi perché cinque, e
non tre o sei) la sorgente avrebbe ripreso a buttare. Dal che il sindaco
Mascherini, relativamente preveggente, ma soprattutto ironico, risponde secco “Mettiamolo a verbale” [...]. Se lo ricorda anche Micheli.
Teste Micheli Luigi: Salvo in quella occasione
prima, appunto, in quella occasione di Castelvecchio, dell'essiccamento delle
sorgenti, dove mi chiamò Biagi per...
Pubblico Ministero: Senta una cosa, e visto
che lei era presente, non si ricorda mica se era presente qualcuno di Tav, di
Cavet, oppure...
Teste Micheli Luigi: Sì, sì, c'erano due
tecnici, sicuramente. Ora non ricordo assolutamente il nome. Mi sembra fosse un
ingegnere e un geologo, qualcosa... che riproposero un modello, così, di nuovo
il modello matematico in quella sede di discussione. Credo, credo, ma non sono
sicuro purtroppo, che sarebbe stato un impatto temporaneo. Poi non le ho più
viste queste persone.
Si è visto come è andata a
finire.
Quindi CAVET
si nega anche a provvedere alle opere di mitigazione. Neppure se richiesti ed obbligati dagli eventi. Sempre nella nota citata dell’ing. Silva, da
parte di Cavet si respinge ogni accollo per il nuovo acquedotto di
Castelvecchio.
Si va dunque avanti con l’arroganza e nel farsi forti
di mettere tutti di fronte ad un fatto compiuto e poi si vedrà.
L’EVENTO
I DANNI MATERIALI
E con questa logica, con questo modo di
fare, di danni se ne fanno. Si continuano a fare.
I danni agli equilibri
idrogeologici, alle risorse ambientali e alle attività economiche dei territori
interessati dalla cantierizzazione TAV per il cosiddetto "quadruplicamento
veloce" della tratta ferroviaria Bologna-Firenze nel Mugello e nell'Alto
Mugello risultano ampiamente documentati nell'ambito delle attività di
sopralluogo, monitoraggio e controllo svolte dall'Agenzia Regionale per la
Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), dall'Azienda Sanitaria Locale,
dall'Osservatorio Ambientale nazionale istituito presso il Ministero
dell'Ambiente sulla cantierizzazione della tratta TAV Bologna-Firenze,
dall’OAL, dalle persone offese escusse, dalle associazioni ambientaliste, dai
comitati spontanei, dalle Polizie Municipali locali, dalle consulenze tecniche
in atti e, fatto di particolare pregnanza, anche da quelle redatte dai ct
nominati dalla difesa e redatte per conto di Cavet.
Tutti danni concreti e materiali. Questi sì, però. dovuti ad una
“ideologia”.
L’ideologia
che al “progresso” si debba pagare “dazio”. Peccato sia un “dazio” che deve
essere pagato dal singolo cittadino e dalla collettività solo per la superficialità
di chi dovrebbe invece tutelare cittadini ed ambiente.
Che sia un’ideologia lo si apprezza dai colloqui tra
l’imputato dr. Guagnozzi ed il dr. Bechelli (4), responsabile TAV. Il dr.
Guagnozzi ed il dr. Bechelli nel corso delle telefonate intercettate bollavano
l’attività dei pubblici ministeri, ed in particolare la “questione delle
gallerie”, come “ideologica” [...]. Allora siccome Bechelli abbiamo avuto
la fortuna, per modo di dire, di averlo qua, io gli domando: “L’ideologia ce la spiega?”. Glissa. Il dottor Bechelli però, laureato in filosofia, di ideologie
se ne intende, tant’è vero che non si esime dall’andare all’Università a fare lezioni, raccapriccianti. Abbiamo agli
atti la trascrizione della lezione tenuta agli studenti del corso di Politica
Economica del Turismo. Uno se la sente e dice: ma in che mondo siamo!
Dichiarazioni che fanno accapponare la pelle. Affermazioni che si
caratterizzano per il basso livello di consapevolezza, di rispetto
istituzionale, di responsabilità di quello che si è, del ruolo di rilievo che
si ricopre. Il dr. Bechelli lamenta infatti che i problemi che hanno incontrato nella
realizzazione della Firenze-Bologna sono dovuti al fatto che “nessuno oggi si sacrifica per il paese”.
Affermazione quantomeno improvvida. Cioè, secoli di evoluzione degli istituti giuridici e delle forme di governo per
creare uno stato di diritto, diritti, doveri, ed il Bechelli svilisce il tutto sostenendo che nessuno è più disposto a
dire “Mi sacrifico per il paese”. Non si capisce di cosa parli. E il principio di legalità? Ovvero il principio per il quale la pubblica
amministrazione può avvalersi, sì, di poteri di supremazia, ma solo nell’ambito
del rispetto della legge, che fine ha fatto? Cioè, domani arriva la terza corsia d’autostrada e mi sfracella
il giardino, e non mi sacrifico per il Paese? Forse si ritiene ancora che nei rapporti con lo Stato il cittadino assuma
la qualifica di suddito? [...] Il signor Bechelli, ora manager TAV [...], è stato
prima consigliere amministrazione dell’ATAF (5), sindaco di un Comune. Sindaco
di un Comune. Però forse era al passo coi tempi lui, ed ha un’ideologia
moderna. E non so se lo sa, ma glielo spieghiamo, glielo raccontiamo, perché
lui applica un principio dell’economia moderna, oggetto degli studi di diritti
amministrativo. Lui applica le
cosiddette “esternalità negative”. Ce le ricordiamo, le abbiamo accennate.
Non sono idee mie: ci mancherebbe che portassi un’idea mia che fosse una in
questo processo. È un concetto giuridico-economico. Su questo sono costretto a
fare una miserrima lezioncina, ma ha cominciato Bechelli ad andare dagli
studenti. Le esternalità negative in
generale si verificano quando l’azione di un soggetto causa delle conseguenze
positive o negative nella sfera di altri soggetti, senza che a questo
corrisponda una compensazione in termini monetari, ovvero venga pagato un
prezzo definito attraverso una libera contrattazione di mercato. L’esternalità
è quindi l’effetto di una transazione fra due parti, questo ci interessa, che
ricade verso una terza persona (soggetto esterno), che però non ha avuto alcun
ruolo decisionale nella trattazione stessa, cioè la subisce. Esempio classico
di esternalità negativa, proprio di scuola, sono le condotte di chi inquina.
Ed infatti gli
economisti ed i giuristi hanno da tempo individuato come per una corretta ed
equa allocazione delle risorse economiche sia fondamentale per lo Stato
l’esigenza di correggere gli effetti esterni, non solo per considerazioni di
“equità” (del tipo “non è giusto che chi inquina non sopporti un costo per
i danni provocati”, il che richiede solo un’etica, una morale che lo Stato deve
perseguire, ma che a noi non interessa), ma
anche e proprio per salvaguardare l’efficienza economica. In altre parole,
l’esigenza, il fondamento giustificativo di un intervento pubblico correttivo
nei vari settori del mercato, a correzione di eventuali distorsioni nel mercato
stesso, deriva da considerazioni di efficienza economica. Questa è la
definizione del concetto di esternalità negative. [...] Chi vuole
l’efficienza economica, chi vuole stare nel mercato, deve annientare le
esternalità negative, non può aspettarsi che altri portino il sacrificio,
supportino i costi per un’attività di cui lui è responsabile.
Quindi, non si sa di che cosa si parla. E questo, non
perché il Pubblico Ministero si sveglia ed è nervoso, ma perché c’è un
intervento pubblico correttivo nei vari settori del mercato a correzione di
eventuali distorsioni per considerazioni di efficienza economica.
Ed allora ci ricorderemo che abbiamo detto di uno
Stato moderno. Se uno Stato moderno deve
essere efficiente, efficace, ma rispettoso anche dei diritti dei cittadini,
quindi democratico e trasparente, è compito dello Stato e di ognuno di noi
eliminare queste esternalità per conseguire una migliore allocazione.
Quindi, andiamo un pochino sul brutale. Quindi, il
vetero-ambientalismo non c’entra niente.
Questo per dire che stiamo
parlando di teorie economiche e di diritto attuali.
Ed è successo questo nel nostro caso? No. È successo proprio l’opposto.
E’ una logica vecchia. Questa opera è stata approvata con una logica vecchia: si fa quello che
si deve fare e poi i costi cadranno su chi, su chissà quando, chissà per
quanto, non ci interessano: andiamo avanti ed a diritto comunque. Ed
infatti il dottor Bechelli cerca di
creare un alibi ideologico al perché sia giusto scaricare sui cittadini gli
effetti negativi delle scelte fatte da altri predeterminati soggetti, tipo
Cavet, Tav, Regione, Ministero, senza che questi debbano assumersene la
responsabilità e subirne le dovute e necessarie conseguenze. E’ quello
del “sacrificarsi per il Paese”. Alibi scarso, in verità. E comunque la dice
lunga sul rispetto che si è riservato e si è inteso riconoscere ai diritti dei
cittadini, visto che li si accusa di non volersi “sacrificare per il paese”.
Insomma, per il Bechelli io direi che le
persone offese, le parti civili oggi, insomma, non sono patrioti, sono
disfattisti. Sono qua perché sono disfattisti. Perché se si sacrificassero per
il Paese, stavano a casa loro tenendosi ciò che era successo.
(1) L’arch. Gianni Biagi è stato, dal
1994 al 1999, dirigente presso il Dipartimento Trasporti della Regione Toscana,
e ha firmato in qualità di responsabile del Servizio Infrastrutture della
Regione Toscana la deliberazione di approvazione del progetto esecutivo TAV
Firenze-Bologna (Deliberazione N. 03884 del 24/07/1995). Fino al 2000 è stato
anche rappresentante della Regione Toscana nell’Osservatorio Ambientale
Nazionale sulla tratta TAV Bologna-Firenze. Dal 1 luglio del ’99 è assessore
all’Urbanistica (DS) del Comune di Firenze.
(2) CAVET è
acronimo di “Consorzio Alta Velocità Emilia Toscana”, e raggruppa Impregilo
S.p.A., CMC-Cooperativa Muratori e Cementisti, FIAT Engineering S.p.A.,
CRPL-Consorzio Ravennate di Produzione e Lavoro.
(3) L’ing. Carlo
Silva è stato Direttore Generale del Consorzio CAVET dal ’98 fino al 28/9/2001,
e successivamente consigliere delegato
del Consorzio CAVET.
(4) Il dr. Gianni
Bechelli, dirigente d’azienda, responsabile della TAV SpA di Firenze, è stato
sindaco PCI-PDS del Comune di Scandicci (FI) dal 1990 al 1995.
(5) ATAF è oggi
acronimo di “Azienda Trasporti dell'Area Fiorentina”,
società per azioni dall'inizio del 2001, che gestisce il trasporto pubblico
locale a Firenze ed in parte della sua provincia.