Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 25.4.’05
ALTA VELOCITÀ E DANNI AMBIENTALI IRREVERSIBILI,
MEGA-PROCESSO PENALE ALLA CANTIERIZZAZIONE DELL’APPENNINO FRA FIRENZE E BOLOGNA
PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE: MERCOLEDÌ 27 APRILE È IL TURNO DI IDRA.
Scempio ambientale quasi perfetto: l’associazione ecologista Idra ricostruirà mercoledì 27 aprile
alle 12 presso il Tribunale di Firenze trama, protagonisti, comparse e sinergie
della più violenta aggressione
all’ambiente in Toscana degli ultimi decenni, la cantierizzazione
per i 73 km di tunnel per la tratta di Alta Velocità
ferroviaria Bologna-Firenze modello TAV SpA. Citato dal PM dott. Giulio Monferini
a comparire come testimone all’udienza pubblica che si terrà presso l’Aula bunker
del Tribunale in Via dell’Agnolo 8, il portavoce di Idra Girolamo
Dell’Olio documenterà episodi e retroscena, distrazioni e inottemperanze, vuoti
informativi, disinvolture procedurali, negligenze, trasversalità e commistioni
di ruolo registrate nel corso del testardo servizio di monitoraggio civile
della vicenda TAV svolto negli ultimi undici anni dai volontari di Idra.
È dal gennaio ‘96 che l’associazione di volontariato indipendente
fiorentina trasmette sul tema della progettazione e attuazione della tratta TAV
Bologna-Firenze esposti,
ricorsi e documentazione agli organi di giustizia amministrativa, contabile
e penale. Nel maggio 2002 Idra ha inoltrato anche alla Commissione Europea, insieme a Italia Nostra, uno specifico ricorso nei confronti del Governo italiano,
del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dei Trasporti, per una “valutazione
di impatto ambientale incompleta, perplessa, contraddittoria, fondata su
presupposti di fatto insussistenti o comunque erronei”, invocando la
violazione della normativa europea e, in
primis, delle direttive n° 85/337/CEE e n° 92/43/CEE.
In undici anni di
attività, l’associazione ecologista indipendente toscana ha trasmesso
anche alle autorità pubbliche locali, nazionali e europee decine di allarmi, appelli, istanze, memorie, dossier su tutti i
versanti, finanziario e trasportistico, sanitario e
ambientale, per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la salvaguardia
della sicurezza della linea, per l’osservanza delle normative di legge e per la
trasparenza e la completezza nell’informazione.
Il progetto di tratta AV Bologna-Firenze, approvato nel luglio ’95 ma iniziato a cantierizzare solo un anno dopo, ha costretto e costringe
all’inferno del
ciclo continuo centinaia e centinaia di lavoratori, immigrati in gran
parte dal Sud, e ha sottratto alle falde
dell’Appennino tosco-emiliano almeno 90 milioni di metri cubi di
preziosa acqua di montagna (un dato aggiornato a marzo 2004, e dunque
largamente superato). La sola galleria di Firenzuola
versa ancora oggi - in modo costante da anni - almeno 400 litri d’acqua al secondo.
Nella quasi indifferenza generale, ormai. Significativo baluardo del principio di tutela della
legalità, in questo contesto, l’impegno della magistratura fiorentina, alla quale
Idra ha ripetutamente espresso
gratitudine per l’immensa mole di lavoro resasi necessaria a istruire il
processo in corso e a permettere questa prima fase di accertamento delle
responsabilità.
Alla sbarra, al Tribunale di Firenze, grandi imprese nazionali del
settore delle costruzioni, consorziate nel CAVET (Consorzio Alta Velocità Emilia
e Toscana) per la realizzazione della contestata linea ferroviaria ad Alta
Velocità Bologna-Firenze. Il giudice del dibattimento, dott. Alessandro Nencini,
ha ammesso lo scorso 13 gennaio come parte civile l’associazione di
volontariato ecologista Idra. Si tratta di un precedente significativo,
che apre finalmente le porte dei tribunali ai soggetti attivi sul territorio, ai quali viene riconosciuta la facoltà di agire in
giudizio per la difesa degli interessi collettivi. Un provvedimento innovativo, al quale possono fare riferimento i cittadini che in ogni parte d’Italia
si mobilitano autonomamente per la tutela dell’ambiente e del territorio senza
gravare sui bilanci pubblici. Già lo scorso luglio 2004, del
resto, il giudice per le indagini preliminari nel processo al CAVET, dott.
Pietro Ferrante, aveva mostrato di apprezzare il radicamento sociale di Idra,
riconoscendole lo “stabile insediamento nell’ambito territoriale cui si
riferiscono le imputazioni”, e aggiungendo che “in particolare IDRA va
segnalata in quanto costituitasi in ragione addirittura storica del confluire
all’interno del nuovo ente del Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni
contro i progetti di “Alta Velocità”, di Firenze, Terzolle, Mugnone,
Mugello e Sesto Fiorentino”.