Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA            Firenze, 23.8.’06

 

TAV, CLAMOROSO: LA GALLERIA NON ERA IN CEMENTO ARMATO.

FINALMENTE DALL’ARPAT UNA NOTIZIA-CHIAVE SULLA “GALLERIA DEI MISTERI” IN PROGRESSIVA DEMOLIZIONE IN MUGELLO. IDRA INTERPELLA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA CLAUDIO MARTINI: SIANO RESI NOTI PROGETTO ESECUTIVO, VARIANTI, EVENTUALI RESPONSABILITÀ E NOTA SPESE. URGE ATTUARE VERIFICHE SULL’INTERA SEMITRATTA SOTTERRANEA TOSCANA FIRENZE-BOLOGNA.

 

«È ammissibile che un tunnel così importante come la “Galleria Firenzuola”, che attraversa terreni così difficili e instabili come i sedimenti dell’antico bacino lacustre del Mugello, sia stato progettato e costruito senza armatura, e che si sia lasciato approvare ed eseguire tutto ciò fino al momento in cui si è reso necessario – a partire da febbraio 2005 – iniziare lunghi e complessi lavori di demolizione e rifacimento, progressivamente sempre più estesi, dei quali non si intravede ancora oggi un termine certo?». Lo chiede con apprensione l’associazione ecologista Idra al presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che in passato ha descritto i lavori della TAV fra Firenze e Bologna come “un modello operativo di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza. E allega le quattro cartelle dell’ultimo report stilato dall’ARPAT (in data 10 agosto) sulla galleria TAV ammalorata in Mugello (vedi repertorio di immagini allegato). In esse fra le altre cose si legge: “Il ripristino in corso nel tratto noto della galleria Firenzuola prevede sostanzialmente la sostituzione dei preesistenti rivestimenti in calcestruzzo non armato con nuovi rivestimenti in calcestruzzo armato.

 

Idra menziona nella lettera le considerazioni formulate per tempo alle autorità dal Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio Ambientale Locale del Mugello (OAL) sulla natura particolarmente delicata e rischiosa dei terreni interessati dal progetto di galleria fra il fiume Sieve e l’area a nord dell’autodromo del Mugello, la cui attuazione ha determinato episodi anche gravi di danno idrogeologico. Inutilmente l’OAL richiese già a novembre del ’98, “prima che il progredire dei lavori di scavo possa creare situazioni irreversibili, l’organizzazione di una campagna geognostica, ad integrazione di quella che risulta già svolta da CAVET, volta ad accertare le relazioni sopra illustrate. Tale campagna, consistente in un raffittimento dei sondaggi già eseguiti, dovrebbe servire anche per porre in opera una rete di monitoraggio continuo, mediante piezometri, del comportamento della falda durante la progressione dei lavori in galleria”.

 

Di fatto, nessuna “grande opera”, per quanto risulta a Idra, è stata così lenta nella sua realizzazione come l’Alta Velocità. «C’è qualcuno a cui giova la lievitazione dei tempi e dei costi?», chiede ancora a Martini il portavoce di Idra, che invita il presidente della Regione a considerare con attenzione le conclusioni dei due saggi dedicati dall’ing. Ivan Cicconi alla denuncia dell’architettura finanziaria della TAV SpA e delle modalità di affidamento ed esecuzione delle opere ispirate al suo modello: “La storia del futuro di Tangentopoli” e “Le grandi opere del Cavaliere” (presentato, questo, in prima nazionale proprio a Firenze lo scorso 19 gennaio 2005).

«Adesso – scrive Idra a Martini - chiediamo di conoscere fino in fondo anche tutti gli altri aspetti di questo ennesimo ‘caso clinico’ dell’avventura TAV. Chiediamo che, nella Sua veste di massima autorità istituzionale locale, Ella si faccia parte attiva affinché vengano forniti finalmente tramite Idra all’opinione pubblica i dati che riguardano la ‘galleria dei misteri’ ammalorata: le tavole di progetto, le relazioni tecniche approvate, le varianti in corso d’opera, le valutazioni di impatto, l’identificazione delle responsabilità, dei costi aggiuntivi e dei soggetti che se ne fanno carico. Non accettiamo di subire ancora oggi, a cinque mesi di distanza, l’imbarazzato, inquietante e pressoché totale silenzio che ha fatto seguito all’esposto inviato da noi il 13 marzo scorso agli assessori regionali competenti, all’Osservatorio Ambientale Nazionale, ai ministri del vecchio e del nuovo governo». «Interpelliamo direttamente Lei, Presidente - scrive il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio - perché assicuri trasparenza alla vicenda e concorra a fugare tutti i dubbi che nel corso di questi mesi si sono venuti accumulando persino sulla credibilità ingegneristica e costruttiva del progetto TAV. Le chiediamo naturalmente di far luce anche sugli aspetti della questione in merito ai quali l’ARPAT ha scritto di non essere competente a rispondere (ad esempio in merito alle procedure di pubblicità, valutazione e approvazione della cosiddetta “variante sicurezza”, richiesta da RFI probabilmente a fronte dell’assenza di un tunnel parallelo di soccorso per 60 km di galleria) o che l’ARPAT stessa segnala, quando ad esempio rimarca che il quadro di interventi di demolizione/ripristino “è da definirsi allo stato attuale ancora in evoluzione, in quanto si è in attesa della produzione da parte di CAVET di un documento di dettaglio sulla previsione lavori da effettuare, per il quale è già stata inviata richiesta (...) all’Osservatorio Ambientale”. Quali nuovi scenari sono riservati al Mugello, dopo che da anni è saltato l’appuntamento con treni che qui comunque non si fermeranno, promesso per il 2003?».

 

 

 

Breve repertorio di immagini sulla “Galleria Firenzuola“

 

 

 

I terreni attraversati dalla “Galleria Firenzuola”, primatista nei guai idrogeologici TAV in Mugello

 

 

 

Getto di falda dentro la “Galleria Firenzuola”, settembre 2002 (documento ARPAT)

 

 

 

Litri al secondo misurati nella “Galleria Firenzuola”, luglio 2005 (documento ARPAT)

 

 

 

In superficie, l'ex torrente Veccione nel Sito di Importanza Comunitaria 38, settembre 2005

 

 

 

L'imbocco a S. Giorgio (Scarperia) del tratto della “Galleria Firenzuola” in demolizione e rifacimento

 

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