Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
FIRENZE, PRESTO GIÙ ALTRE DECINE E
DECINE DI ALBERI A RIDOSSO DEL CENTRO STORICO.
QUESTA VOLTA DOBBIAMO RINGRAZIARE
L’ALTA VELOCITÀ.
Quanti cittadini sono stati
informati che, probabilmente già a settembre, l’intero filare di alberi lungo
il torrente Mugnone in via Gordigiani sarà abbattuto? E che non verrà neppure sostituito?
Per mettere “in sicurezza” l’ipotetica
nuova stazione ferroviaria per l’Alta Velocità, infatti, progettata accanto
al subalveo del torrente, è necessario rendere il Mugnone idoneo a smaltire
portate maggiori di quelle attuali: quelle, cioè, che deriveranno dalla
costruzione del bypass idraulico da realizzare sotto l’attuale rilevato ferroviario
per evitare esondazioni che raggiungano la stazione sotterranea (da notare che il bypass non è ancora realizzato né
finanziato: come la stazione, infatti, è inserito nel cosiddetto “lotto 2”
dell’appalto Alta Velocità, e il bando di gara prevede che queste opere non si realizzano se il finanziamento dell’intera linea AV
risultasse insufficiente...). Dopo il “corridoio
attrezzato” fra Rifredi e via Circondaria, dunque, ecco un secondo importante intervento “anticipato”, che si realizza
prima che sia certa la fattibilità del progetto a cui è strutturalmente legato.
Del costo di 49 mln di euro, il progetto esecutivo per questa “messa in
sicurezza” AV è pronto per l’approvazione, e l’appalto è stato già affidato a una associazione temporanea di imprese
che ha vinto la gara con un ribasso del 19,9%.
Fra viale
Corsica e via Mariti il Mugnone verrà sagomato a mo’ di parallelepipedo, senza
più sponde o argini in terra, ma con pareti perpendicolari al piano di
scorrimento delle acque (figura 1; questa
e le figure che seguono, le sole di cui disponiamo, si riferiscono al Mugnone
lato Viale Redi, dove gli alberi verrebbero risparmiati, ndr). Un orribile canalone,
dunque, piuttosto che un torrente. Ma l’intervento sul Mugnone riguarderà tutta l’asta del torrente da Via Zeffirini
fino alla sua foce in Arno, e sarà dunque di sicuro impatto e di lunga durata. E dire che casse di espansione
a monte permetterebbero probabilmente di raggiungere un risultato migliore con
molta più economia, regimando in maniera dolce ed efficace il flusso delle
acque – il Mugnone ha pochi affluenti - prima che si rovescino violentemente
sulla città di Firenze, come è successo l’ultima volta nel ’92!
Di questo
progetto, e dell’imminenza della sua cantierizzazione, ha appreso solo
recentemente l’associazione indipendente Idra,
che provvede a questo punto ad informare direttamente la cittadinanza
attraverso il proprio sito web e i media. Il progetto esecutivo potrebbe essere
approvato infatti dalla Giunta comunale già nelle prossime settimane, e andare
in esecuzione a settembre. A un rapido conteggio delle piante che compongono il
lungo filare in riva destra del Mugnone (foto 1, 2, 3) fra il ponte all’Asse
(in corrispondenza di Viale Corsica) e il ponte di San Donato (in
corrispondenza di via Mariti), lungo via Gordigiani e via Buonsignori, risultano essere presenti oltre 100 alberi
(senza considerare le siepi): 65 su via Gordigiani e 37 su via Buonsignori. La cantierizzazione del Mugnone
precederebbe comunque nell’area fra i due ponti, si è appreso, quella per la tranvia, la quale
spazzerebbe poi via gli alberi eventualmente sopravvissuti - forse quelli di
via Buonsignori (foto 4, davanti al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”) -
all’operazione di “adeguamento” del Mugnone.
L’operazione-Mugnone durerà
complessivamente quasi tre anni (960 giorni, per l’esattezza), coinvolgendo la città – già
tormentata da decine di cantieri - da Via Zeffirini fino all’Indiano. Sulla
base della documentazione fin qui disponibile, gli abitanti di via Gordigiani
dovranno a quanto pare convivere – oltre che con la perdita di ombra e ossigeno
per l’eliminazione degli alberi (foto 5) - con la perdita di camminamenti e di
aree oggi destinate al parcheggio, con la presenza di macchine operatrici per
le palificazioni e camion in transito lungo gli argini, e di draghe e ruspe
all’opera all’interno dell’area del torrente (figure 2 e 3: come sopra, lato
viale Redi). Insomma, un nuovo
supercantiere per “modernizzare” Firenze e fornire qualche sicurezza in più
a una stazione AV dai costi pubblici proibitivi (si parte da 240 mln di euro),
e per giunta a servizio di due soli binari AV, uno proveniente da Bologna,
l’altro da Roma...
Non si
comprende davvero se e quale
ragionevolezza sia a fondamento della scelta di accumulare - nello stesso
tormentato quadrante urbano - così tanti progetti duraturi e impattanti,
nonostante l’avversità netta e diffusa che la città sempre più esplicitamente
esprime. E’ evidente infatti il dissenso che monta nei confronti di
decisioni assunte e attuate senza un’adeguata informazione preventiva, e men
che mai con forme di consultazione e coinvolgimento. Benché questi interventi,
infatti, siano destinati a rivoluzionare per anni (non certo in meglio) la vita
quotidiana di migliaia e migliaia di
cittadini, residenti e pendolari, costoro non vengono mai chiamati a partecipare alle scelte. Nonostante la
presenza a Palazzo Vecchio di un assessorato definito “alla Partecipazione”...
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Foto 1 -
Via L. Gordigiani, lato direzione Ponte all’Asse
Foto 2 -
Via L. Gordigiani, lato direzione Ponte di S. Donato
Foto 3 -
Filare lungo Via L. Gordigiani, dall’argine lungo Viale F. Redi
Foto 4 -
Via S. Buonsignori, lato direzione Ponte di San Donato
Foto 5 -
Via L. Gordigiani, camminamento sotto il filare di alberi