Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA     Firenze, 21.7.'07

 

FIRENZE, PRESTO GIÙ ALTRE DECINE E DECINE DI ALBERI A RIDOSSO DEL CENTRO STORICO.

QUESTA VOLTA DOBBIAMO RINGRAZIARE L’ALTA VELOCITÀ.

 

Quanti cittadini sono stati informati che, probabilmente già a settembre, l’intero filare di alberi lungo il torrente Mugnone in via Gordigiani sarà abbattuto? E che non verrà neppure sostituito? Per mettere “in sicurezza” l’ipotetica nuova stazione ferroviaria per l’Alta Velocità, infatti, progettata accanto al subalveo del torrente, è necessario rendere il Mugnone idoneo a smaltire portate maggiori di quelle attuali: quelle, cioè, che deriveranno dalla costruzione del bypass idraulico da realizzare sotto l’attuale rilevato ferroviario per evitare esondazioni che raggiungano la stazione sotterranea (da notare che il bypass non è ancora realizzato né finanziato: come la stazione, infatti, è inserito nel cosiddetto “lotto 2” dell’appalto Alta Velocità, e il bando di gara prevede che queste opere non si realizzano se il finanziamento dell’intera linea AV risultasse insufficiente...). Dopo il “corridoio attrezzato” fra Rifredi e via Circondaria, dunque, ecco un secondo importante intervento “anticipato”, che si realizza prima che sia certa la fattibilità del progetto a cui è strutturalmente legato. Del costo di 49 mln di euro, il progetto esecutivo per questa “messa in sicurezza” AV è pronto per l’approvazione, e l’appalto è stato già affidato a una associazione temporanea di imprese che ha vinto la gara con un ribasso del 19,9%.

Fra viale Corsica e via Mariti il Mugnone verrà sagomato a mo’ di parallelepipedo, senza più sponde o argini in terra, ma con pareti perpendicolari al piano di scorrimento delle acque (figura 1; questa e le figure che seguono, le sole di cui disponiamo, si riferiscono al Mugnone lato Viale Redi, dove gli alberi verrebbero risparmiati, ndr). Un orribile canalone, dunque, piuttosto che un torrente. Ma l’intervento sul Mugnone riguarderà tutta l’asta del torrente da Via Zeffirini fino alla sua foce in Arno, e sarà dunque di sicuro impatto e di lunga durata. E dire che casse di espansione a monte permetterebbero probabilmente di raggiungere un risultato migliore con molta più economia, regimando in maniera dolce ed efficace il flusso delle acque – il Mugnone ha pochi affluenti - prima che si rovescino violentemente sulla città di Firenze, come è successo l’ultima volta nel ’92!

Di questo progetto, e dell’imminenza della sua cantierizzazione, ha appreso solo recentemente l’associazione indipendente Idra, che provvede a questo punto ad informare direttamente la cittadinanza attraverso il proprio sito web e i media. Il progetto esecutivo potrebbe essere approvato infatti dalla Giunta comunale già nelle prossime settimane, e andare in esecuzione a settembre. A un rapido conteggio delle piante che compongono il lungo filare in riva destra del Mugnone (foto 1, 2, 3) fra il ponte all’Asse (in corrispondenza di Viale Corsica) e il ponte di San Donato (in corrispondenza di via Mariti), lungo via Gordigiani e via Buonsignori, risultano essere presenti oltre 100 alberi (senza considerare le siepi): 65 su via Gordigiani e 37 su via Buonsignori. La cantierizzazione del Mugnone precederebbe comunque nell’area fra i due ponti, si è appreso, quella per la tranvia, la quale spazzerebbe poi via gli alberi eventualmente sopravvissuti - forse quelli di via Buonsignori (foto 4, davanti al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”) - all’operazione di “adeguamento” del Mugnone.

L’operazione-Mugnone durerà complessivamente quasi tre anni (960 giorni, per l’esattezza), coinvolgendo la città – già tormentata da decine di cantieri - da Via Zeffirini fino all’Indiano. Sulla base della documentazione fin qui disponibile, gli abitanti di via Gordigiani dovranno a quanto pare convivere – oltre che con la perdita di ombra e ossigeno per l’eliminazione degli alberi (foto 5) - con la perdita di camminamenti e di aree oggi destinate al parcheggio, con la presenza di macchine operatrici per le palificazioni e camion in transito lungo gli argini, e di draghe e ruspe all’opera all’interno dell’area del torrente (figure 2 e 3: come sopra, lato viale Redi). Insomma, un nuovo supercantiere per “modernizzare” Firenze e fornire qualche sicurezza in più a una stazione AV dai costi pubblici proibitivi (si parte da 240 mln di euro), e per giunta a servizio di due soli binari AV, uno proveniente da Bologna, l’altro da Roma...

 

Non si comprende davvero se e quale ragionevolezza sia a fondamento della scelta di accumulare - nello stesso tormentato quadrante urbano - così tanti progetti duraturi e impattanti, nonostante l’avversità netta e diffusa che la città sempre più esplicitamente esprime. E’ evidente infatti il dissenso che monta nei confronti di decisioni assunte e attuate senza un’adeguata informazione preventiva, e men che mai con forme di consultazione e coinvolgimento. Benché questi interventi, infatti, siano destinati a rivoluzionare per anni (non certo in meglio) la vita quotidiana di migliaia e migliaia di cittadini, residenti e pendolari, costoro non vengono mai chiamati a partecipare alle scelte. Nonostante la presenza a Palazzo Vecchio di un assessorato definito “alla Partecipazione”...

 

 

 

Figura 1

 

 

Figura 2

 

 

 

Figura 3

 

 

 

Foto 1 - Via L. Gordigiani, lato direzione Ponte all’Asse

 

 

 

Foto 2 - Via L. Gordigiani, lato direzione Ponte di S. Donato

 

 

 

Foto 3 - Filare lungo Via L. Gordigiani, dall’argine lungo Viale F. Redi

 

 

 

Foto 4 - Via S. Buonsignori, lato direzione Ponte di San Donato

 

 

 

Foto 5 - Via L. Gordigiani, camminamento sotto il filare di alberi

 

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