Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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COMUNICATO STAMPA       Firenze, 20.2.’09

 

Processo TAV a Firenze: il 3 marzo la sentenza.

 

È stata annunciata per il prossimo 3 marzo 2009 la sentenza del Tribunale di Firenze chiamato a pronunciarsi sulle pesanti e circostanziate imputazioni di danno ambientale, e reati connessi, che la Procura di Firenze ha formulato dopo il sequestro di un cantiere, sette cave e otto depositi a servizio della costruzione della linea TAV Firenze-Bologna nel giugno 2001.

Il mega-processo penale è iniziato a febbraio 2004 e si conclude quando ancora la “grande opera” non è terminata. La cantierizzazione della TAV fra Firenze e Bologna era stata avviata a luglio 1996. I “supertreni” avrebbero dovuto sfrecciare fra i due capoluoghi regionali già nel 2003: adesso sono annunciati per dicembre 2009. Da 6,5 a 13 anni: un ritardo nei tempi di consegna di almeno il 100%.

Se mai partiranno, poi, quei convogli viaggeranno per 60 km sottoterra senza il conforto di un tunnel parallelo di sicurezza: in una galleria progettata per i 300 km/h i treni TAV sono destinati a incrociarsi dentro lo stesso tubo di cemento senza vie di fuga fra una “finestra” e l’altra. Ai documenti ufficiali dei Vigili del Fuoco si sono aggiunte recentemente le dichiarazioni degli stessi costruttori (a Exit, La7, il 19 novembre 2008, minuto 29:00): in caso di incidente, deragliamento o collisione, vigerà l'obbligo di esodo in auto-soccorso! In uno scenario che ci possiamo solo immaginare, i contusi, feriti o moribondi dovrebbero raggiungere a piedi da soli, dunque, una discenderia che potrà essere lontana anche due km e mezzo...

I costi? Cresciuti almeno del 400%: da 2100 mld di vecchie lire (annunciati ma mai concretizzati come investimenti privati per una quota del 60%) sono passati a oltre 10.000 integralmente pubblici (ma il dato è molto vecchio, e il sito TAV che dava qualche informazione di massima è stato chiuso da un pezzo). L’Europa ha doverosamente costretto a far emergere nei bilanci pubblici del nostro Paese questo straordinario “buco TAV”, prima accortamente nascosto, accumulatosi all'ombra di un'architettura contrattuale quanto meno discutibile.

Un’opera, la TAV sotto l’Appennino, così “storica” e invidiata dal mondo che per quasi due anni i costruttori hanno dovuto lavorare in Mugello a minare e ricostruire circa duemila metri di galleria appena realizzata... Mai visti i documenti che attestano chi paga anche questo e tutti gli altri ‘imprevisti’. Vista, invece, la Risoluzione dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, che recita testualmente: I maggiori oneri economici dovuti a carenze progettuali evidenziate da imprese terze e attestate da sentenza del giudice ordinario, sono stati sostanzialmente riversati su TAV con la contrattualizzazione di varianti e la definizione di riserve nell‘ambito degli accordi bonari”.

A carico dell’ambiente (uno dei più incontaminati della Regione Toscana, oggetto di tutela speciale per effetto della normativa europea) danni reiterati: impattate 73 sorgenti, 45 pozzi, 5 acquedotti, 20 fiumi, torrenti e fossi. Acque drenate dalle falde: “non meno di 150 milioni di metri cubi di acqua nel territorio della Comunità Montana del Mugello”. Secondo l’accusa, “il danno meramente economico provocato sulle risorse idriche è di oltre 110 milioni di euro” e “il danno ambientale viene individuato nel suo valore più attendibile in misura pari a circa 741 milioni di euro.

 

Prosegue intanto la pubblicazione di stralci della requisitoria dei PM.

 

 

 

GUAI TAV IN PILLOLE

stralci della requisitoria

che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini

hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze

a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna

 

 

Venticinquesima puntata:

“I Comuni sono stati «un po’ truffati».

Non è stato detto loro tutto quanto avrebbero avuto diritto di sapere.

 

 

TRIBUNALE DI FIRENZE

SEZIONE MONOCRATICA

 

DOTT. ALESSANDRO NENCINI        Giudice

 

Procedimento penale n. 535/04 R.G.

 

Udienza del 10 aprile 2008

 

 

Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei

[Stralcio n. 25]

 

 

“È DA DIRE COME GENERALMENTE I COMUNI ABBIANO IN PARTE SUBÌTO L’OPERA, IN PARTE L’ABBIANO APPROVATA PER SENSO DI RESPONSABILITÀ [...]. UN PO’ SONO STATI MESSI NEL MEZZO”.

 

 

10) TUTTI SAPEVANO TUTTO. OVVERO IL RUOLO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.

 

 

LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

 

Quindi tutti sapevano tutto cosa? Per i cittadini non vale. Per le associazioni ambientaliste, men che meno. Abbiamo già detto: ruolo di cassandre, preveggenti. Dicono ciò che accadrà ma nessuno le crede. Fanno i loro ricorsi anche fino alla Corte di Giustizia Europea, li perdono. Tutti quindi sapevano. E anche se lo sapevano? Non vale neanche per le associazioni ambientaliste.

Arriviamo quindi alle amministrazioni pubbliche. Qui è diverso, anche perché hanno un ruolo di controllo. Però bisogna fare dei distinguo, perché non tutte le pubbliche amministrazioni partecipano all’iter formativo in condizione paritetica.

Si parte dalla conferenza di servizi. [...] Ognuno ha la sua competenza, Ministro dell’Ambiente per il VIA, il Ministero dei Beni Culturali per le zone assoggettate a tutela, il Ministro della Difesa non lo so, però c’è anche il Ministro della Difesa, la Giunta Regionale a fini urbanistici, la Provincia di Firenze per il vincolo idrogeologico, la Comunità Montana per il taglio dei boschi. I Comuni per i pareri sul progetto a fini urbanistici. Quindi non è che si arrivi proprio tutti con le stesse carte in mano. E infatti l’intervento di ispezione delle varie pubbliche amministrazioni è diverso.

Allora andiamo a vedere cosa può voler dire qui “tutti sapevano tutto”.

 

 

COMUNITÀ MONTANA

 

Prendiamo la Comunità Montana: il presidente della Comunità Montana è in conferenza di servizi per il taglio dei boschi. Insomma due di denari quando briscola è bastoni. In pratica poteri di scarsissima rilevanza.

Basta leggere la testimonianza del Presidente delle Comunità del Mugello che a domanda della difesa ribadisce la ragione della sua presenza in Conferenza dei servizi.

Teste Notaro Giuseppe - Per quanto di competenza, le ripeto, cioè io per gli espianti degli oliveti. .... Cioè, io non potevo farmi carico se a Casa d’Erci sarebbe successo o meno, questo dovevano essere altri a valutarlo, io siccome, appunto, rappresentavo un’istituzione per le mie competenze ho espresso il mio parere per la mia competenza.

Più chiaro di così. Lui aveva potere solo sugli oliveti. Ma non si fida. E infatti la Comunità Montana istituisce l’OAL che di fatto si è dimostrato uno dei pochi punti di riferimento validi per i cittadini e che si è fatto carico in modo volontaristico di oneri che certo non sarebbero dovuti gravare necessariamente proprio sulla Comunità Montana.

Pubblico Ministero - Ecco, mi scusi, che bisogno c’era dell’OAL se esisteva già un Osservatorio Ambientale nazionale?

Teste Notaro Giuseppe - L’Osservatorio Ambientale Locale nasce proprio dalla esigenza che anche in sede di Conferenza dei Servizi noi avevamo avvertito di svolgere quell’azione di tutela, e quindi anche una visione autonoma propria degli enti locali, rispetto alle problematiche chiaramente molto difficili e molto complesse che avremmo dovuto affrontare, stante anche la difficoltà degli enti locali ad avere dei supporti tecnici adeguati all’interno delle stesse amministrazioni; per cui c’è stato un lavoro molto stretto naturalmente tra i funzionari delle amministrazioni locali ma che ha trovato un punto anche di riferimento più ampio e tecnicamente molto più qualificato nell’Osservatorio Ambientale Locale che era composto da tutti esperti qualificati, era un organo tecnico a servizio appunto degli enti locali.

Pubblico Ministero - Senta, per la sua presenza proprio in Conferenza dei servizi e per la sua esperienza successiva, c’è una corrispondenza tra i disagi attesi e quelli concretamente subiti sul territorio dalle vostre amministrazioni?

Teste Notaro Giuseppe - No, credo di no, nel senso che era chiaro che avremmo avuto tantissime difficoltà, io credo che quando noi abbiamo firmato in sede di Conferenza dei servizi abbiamo fatto un atto di responsabilità partendo però anche da un atto di fiducia in chi avendo competenze molto più di noi… sinceramente il Comune ce le aveva per delle autorizzazioni di tipo amministrativo, urbanistico eccetera, la Comunità Montana se n’è parlato prima, però, fortemente perplessi e anche in difficoltà rispetto a quelle che potevano essere problemi legati appunto alla tutela del territorio, noi abbiamo pensato che fosse necessario in qualche modo non opporsi a un’opera che aveva una dimensione e caratteristiche così importanti di carattere nazionale ed europeo però nello stesso tempo svolgere un’azione di presidio, di tutela del territorio; in questo senso il discorso dell’OAL. C’è una differenza tra quello che noi percepivamo allora e quello che è successo dopo perché, dicevo prima, io non ho avuto modo di leggere naturalmente tutti gli atti in tre giorni, quindi in questo senso non ho avuto modo di avere la piena consapevolezza delle tante pagine… mi ricordo che in sede di Conferenza dei servizi all’Hotel Jolly se non sbaglio, c’erano almeno tre quattro stanze piene di incartamenti, di progetti, di cartografie, quindi non credo che nessuno di noi abbia avuto possibilità di leggere, di guardare, di studiarsi queste cose, però è chiaro che l’elemento che in qualche modo era rassicuramene per certi aspetti che quegli interventi e quei problemi di carattere idrogeologico a erano comunque tutti interventi in qualche modo reversibili, mitigabili in condizione in qualche modo di trovare una risposta; faccio una battuta perché, voglio dire, è stato anche uno dei progettisti, ora è ministro, il ministro Lunardi mi pare più volte anche su quest’opera ha sempre detto che tecnicamente tutto è risolvibile, ecco, mi pare che la realtà è stata tutt’altra, che non era possibile tecnicamente risolvere i problemi che purtroppo poi si sono manifestati, per cui i danni che secondo me oggi ci sono e sono anche danni irreversibili.

Questo è quello che sapeva un organo quale la Comunità Montana.

Sapeva che c’era la volontà politica a livello governativo e regionale di realizzare un‘opera pubblica di rilevanza nazionale che, o con il parere favorevole o con il parere contrario della Comunità Montana sul taglio degli alberi, si sarebbe fatta comunque.

E sapeva quello che veniva detto da chi avrebbe dovuto avere le competenze in materia, tipo l’ing. Lunardi, che gli interventi sul territorio erano comunque tutti interventi in qualche modo reversibili, mitigabili, che hanno sempre detto che tecnicamente tutto era risolvibile.

Parole testuali di Notaro stranamente non citate dal prof. Celico nel suo commento a questa testimonianza a pg. 434 della sua CT.

E si capisce allora perché la Comunità Montana si costituisca parte civile.

Avvocato Difesa - Nella prospettiva non mi è chiarissima la sua valutazione di questo punto: lei ha detto ‘le cose poi sono andate diversamente’, ma da punto di vista delle sue competenze, del governo del territorio e nell’ambito del territorio per quelle che sono le prerogative dell’ente da lei rappresentato, che cosa è accaduto di diverso, cioè che lei non poteva mettere in conto nel momento in cui ha dato, sia pure soggettivamente con quella carenza di conoscenza ma con l’elaborazione dell’ente alle spalle e con quei riferimenti di studio e di approfondimento da parte degli enti che hanno quelle competenze superiori che abbiamo appena individuato, ecco, che cosa c’è stato di diverso per quanto riguarda il territorio e le sue prerogative in quel territorio? perché so che c’è stato un cittadino che non ha più avuto l’acqua nel suo pozzo, so che vi è stata una sorgente che si è seccata, questo mi è noto.

Teste Notaro Giuseppe - Per quanto riguarda le competenze più strettamente amministrative molte delle osservazioni in qualche modo ho cercato di chiarirle con le domande di parte civile, nel senso che siccome molti di questi interventi poi attenevano al demanio forestale anch’io ho avuto modo di constatare una serie di carenze, di interventi, di sopravvenienze, eccetera, eccetera.

Avvocato Difesa - Ci vuole dire quali?

Teste Notaro Giuseppe - Casa d’Erci e demanio, Frassineta e demanio, Osteto e demanio, Moscheta e demanio.

Avvocato Difesa - Sì, e dunque?

Teste Notaro Giuseppe - Son tutte interferenze idrogeologiche che le ho citato, sono tutti casi specifici.

Avvocato Difesa - Che incidono, sotto il profilo del danno, lei dice, nelle prerogative della Comunità Montana, questo quindi è il suo pensiero.

Teste Notaro Giuseppe - È territorio della Comunità Montana, cioè gestito dalla Comunità Montana, territorio regionale gestito dalla Comunità Montana.

Risposta e posizioni che più lineari non si può.

Ed in sintesi si può dire che la Comunità Montana sia per l’OAL sia per il progetto TRIMM è stata una delle poche istituzioni efficaci di controllo del territorio.

Giusto per la cronaca, la nuova Legge obiettivo per le opere pubbliche esclude che alle nuove Conferenze dei servizi partecipino soggetti come la Comunità Montana.

 

 

COMUNI

 

Comuni: simile anche se con dei distinguo. Cioè, a macchia di leopardo, la posizione dei Comuni.

Nei Comuni ci si trova un po’ di tutto.

Si va da Dugheri, sindaco di San Piero, che va in Conferenza dei servizi, io non lo so, con l’attenzione che si va a comprare un litro di latte, forse a un litro di latte stai un po’ più attento perché guardi la scadenza.

Dugheri non si ricorda più o meno nulla, non si ricorda neanche un nome dei presenti alla Conferenza dei servizi.

Ora non so quante volte possa capitare al sindaco di S. Piero di partecipare a conferenze di servizi con una schiera di ministri che approvano un’opera epocale che passa proprio da S. Piero. Fatto sta, non si ricorda nulla di serio. Nemmeno il nome di un partecipante fosse solo perché simpatico o antipatico. Non si ricorda nulla e nulla sa nemmeno di quello che succede dopo.

Ed infatti lascia la patata bollente alla Ballini, il Sindaco che lo seguirà.

Poi passiamo a Rubellini.

Da funzionario regionale che si è occupato del problema Alta Velocità per la prima volta nel 1995, perché lavorava presso il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Toscana, incaricato del parere da portare in Conferenza dei servizi, poi se n’è occupato per due mandati successivi nelle giunte comunali del Comune di Sesto Fiorentino come assessore, prima all’Ambiente e Lavori Pubblici e poi, nel secondo mandato, all’Urbanistica e Ambiente.

E non è proprio lo stesso Rubellini.

Il primo, funzionario regionale, concorre a redigere un parere puntuale, dettagliato, con rilievi motivati e richieste specifiche di adeguamento del progetti.

Il secondo, politico-assessore, entra nell’andazzo generale e diventa vago e generico.

Richiesto di dire quali provvedimenti avesse adottato il Comune nei confronti dei cittadini per gli impatti idrogeologici nel territorio di Sesto si limita a dire di aver indetto un’assemblea per dire “occhio, forse Fontemezzina può essere impattata”. Tutto qui. Richiesto puntualmente di dire quali provvedimenti di rilievo giuridico avesse adottato il Comune, tipo ordinanze, dopo alcune titubanze, risponde:

Teste Rubellini Pietro - ... Non so, ora mi ricordo furono fatte delle ordinanze di traffico per la gestione del traffico, delle ordinanze…

Un po’ poco. Un po’ poco, ma non caso isolato e comportamento spiegabile secondo le scienze giuridico-economiche e proprio secondo quella “teoria della cattura” di cui abbiamo anticipato l’enunciazione ma che tratteremo quando parleremo della Regione e del Ministero.

Qui parlando delle Amministrazioni comunali è interessante però vedere come alcuni soggetti, nel loro piccolo, mutino completamente atteggiamento dal momento in cui da terzi esterni diventano, seppur con ruoli marginali, “cogestori” della realizzazione dell’opera.

Rassegniamo al ricordo di questo processo tale Marta Billo.

Marta Billo è un consigliere di opposizione nel Consiglio Comunale di Sesto Fiorentino e presenta un esposto in Procura contro l’Alta velocità, e presenta una interrogazione in Consiglio comunale proprio all’Assessore Rubellini per l’impatto di Fonte Mezzina. È per questo infatti che viene citata come testimone in questo dibattimento. E cosa si scopre nel corso dell’audizione della Billo? Si scopre che la stessa Billo è poi diventata a sua volta Assessore nel Comune di Sesto. Assessore all’Ambiente e Lavoro. E come Assessore fa qualcosa? Sarebbe lecito aspettarsi di sì, visto come si era agitata. E invece, no. Come diventa assessore non fa nulla. Non si interessa nemmeno più.

Pubblico Ministero - Quindi lei di Fonte Mezzina non si è interessata.

Teste Billo Marta - No, ci è stato detto che... Credo di aver fatto delle interrogazioni all'allora assessore Rubellini, che ha risposto, sì, che  Fonte Mezzina è stata intercettata. E quindi l'acqua non c'è più.

Pubblico Ministero - Bene. Quindi è esatto dire che quando era all'opposizione faceva esposti e interrogazioni, ora che è assessore non sa niente, non se ne interessa più.

Teste Billo Marta - È un po' cattivo, secondo me.

Pubblico Ministero - No, è una domanda.

Teste Billo Marta - No, è che i lavori sono praticamente finiti. Cioè, quello che era da fare è fatto. Cioè che a questo punto che cosa... boh, non saprei cosa fare. A questo punto, per ritrovare...

Pubblico Ministero - Bene, grazie. Nessun'altra domanda.

In generale però è da dire come generalmente i Comuni abbiano in parte subìto l’opera, perché è chiaro che come fai tu a contrastare un’opera nazionale? Lo puoi fare fino ad un certo punto. (...) Annigoni addirittura parla di commissariamento, dice: “C’era una posizione bloccata del comune di Firenze, essendo sotto elezioni c’era una posizione decisamente a favore da parte del presidente della Regione Vannino Chiti e del ministro Berlinguer. Ricorderò che Vannino Chiti addirittura minacciò di commissariare i comuni del Mugello che non avessero sottoscritto la conferenza dei servizi”.

Un po’ sono stati messi nel mezzo perché a loro è stata prospettata una realtà diversa da quella che si è poi realizzata, e alla fine - alla resa dei conti - hanno capito che tanto o con loro o senza di loro si faceva, e quindi hanno contrattato le opere compensative, valutando come “il meno peggio” il richiedere ed ottenere opere compensative a servizio del territorio del loro Comune.

In ogni caso tutti dicono che hanno fatto riferimento alla Regione e vediamo: sono stati un po’ “truffati”. La parola “un po’ truffati” sembra grezza: se la diciamo in termini tecnici si chiama “asimmetria informativa”. È un altro dei concetti studiatissimi, non c’è nulla di nuovo.

Il concetto viene usato e studiato in economia, per spiegare i differenti comportamenti dei soggetti nello stesso processo economico.

Tecnicamente l'asimmetria informativa è la condizione in cui un'informazione rilevante non è condivisa integralmente fra gli individui facenti parte del processo economico, dunque una parte degli agenti interessati ha maggiori informazioni rispetto al resto dei partecipanti e può trarre un vantaggio da questa configurazione.

Ciò ovviamente presuppone interesse diversi tra le parti perché, se tutte le parti della contrattazione economica avessero obiettivi e interessi comuni, ogni parte fornirebbe alle altre ogni informazione significativa, elidendo pertanto il concetto stesso di asimmetria informativa in quanto tutti verrebbero a disporre, allo stesso momento, delle stesse informazioni, ovvero ci sarebbe un patrimonio comune di conoscenze.

La presenza di asimmetrie informative si spiega dunque solo quando le parti hanno interessi diversi e non solo non collimanti, ma addirittura divergenti e contrapposti.

Per esemplificare, solo il concetto della asimmetrie informative spiega il perché in mercati concorrenziali possano sopravvivere più soggetti economici con offerte diverse. Se tutti i consumatori disponessero di tutte le informazioni per valutare l’offerta migliore tra quelle proposte dai vari operatori economici di un settore, si avrebbe l’automatica espulsione dal mercato di chi propone le offerte inferiori, salvo per questi ultimi, adeguarsi alla migliore.

In altre parole se ciascuno di noi disponesse di tutte le informazioni utili per assicurare la propria autovettura, non ci sarebbero così tante compagnie assicurative con così tante offerte diverse.

Le asimmetrie informative spiegano ad esempio anche perché risparmiatori preferiscono ricorrere ai servizi di investimento offerti dalle banche benché siano costosi. Rispetto ai risparmiatori, le banche possiedono (o si ritiene che possiedano) informazioni migliori su un maggior numero di possibili investimenti. La minore conoscenza da parte del risparmiatore lo induce quindi a ricorrere a un operatore specializzato nella raccolta e nell'elaborazione delle informazioni circa i possibili modi di investire il denaro.

Il risultato delle asimmetrie informative è di garantire un vantaggio informativo a chi dispone di più conoscenze [...]. Come detto, se le parti avessero interessi comuni, tutte le informazioni rilevanti verrebbero immediatamente scambiate e ogni asimmetria informativa cesserebbe di esistere con parità delle posizioni contrattuali.

Quando una delle parti contrattuali possiede maggiori o migliori informazioni sulla disponibilità a pagare dell'avversario, questa asimmetria si riflette sulla capacità di influenzare a proprio favore il “prezzo”. Potere informativo è quindi sinonimo di potere contrattuale ed economico.

Venendo al nostro caso, e visto cos’è accaduto, appare evidente come alle amministrazioni comunali, TAV, CAVET, Ministero e Regione non abbiano fornito tutte le informazioni circa a cosa sarebbero andati incontro i territori comunali attraversati dall’alta velocità con riferimento al problema idrogeologico.

All’esito pertanto i Comuni hanno finito col “pagare” un “prezzo” maggiore di quello che si aspettavano o di quello che sarebbero stati disposti a “pagare”, e ciò proprio a causa di un “svantaggio informativo”, visto che gli altri soggetti della “contrattazione” (TAV, CAVET, Ministero e Regione) hanno deciso  di sfruttare a loro vantaggio le asimmetrie informative per “chiudere” la conferenza dei servizi al minor “costo” possibile.

Ecco perché, dunque, i Comuni sono stati “un po’ truffati”. Non è stato detto loro tutto quanto avrebbero avuto diritto di sapere [...]. Non è tanto vero che “tutti sapevano tutto”. Gli Enti locali sapevano cosa gli raccontavano, ovvero che i danni sarebbero stati pochi e temporanei in quanto mitigabili e ripristinabili.

Ed in ogni caso che senso ha dire “tutti sapevano tutto”, se poi la mia competenza è solo quella sul taglio degli alberi o se mi si fa chiaramente capire che, o con il parere favorevole o contrario del Comune di cui sono sindaco, l’opera si fa lo stesso?

In ogni caso hanno gli enti locali hanno fatto conto e riferimento sul ruolo di controllo e di garanzia che doveva essere proprio della Regione e del Ministero dell’Ambiente.

Lo dice Notaro.

Teste Notaro Giuseppe - ... e giustamente altri forse hanno anche un peso maggiore, nel senso che altri, come la Regione Toscana, non c’è dubbio che per quanto mi riguarda ha avuto un’influenza importante perché se la Regione Toscana mi dice che in qualche modo è importante, non soltanto realizzare quest’opera, ma abbiamo trovato il modo per gestire in maniera adeguata questa situazione, io credo che ho un elemento di rassicurazione che mi aiuta anche a decidere.

Ancora nel 2000 ci fa sempre affidamento la Ballini, quando richiede alla Regione un ruolo più attivo, più politico in sede di osservatorio ambientale.

E mal glien’è incolto perché, purtroppo, bisogna dire che queste aspettative sono state di fatto tradite.

 

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