Associazione di volontariato Idra
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INFRASTRUTTURE E FUTURO: CI SONO DUE TOSCANE.
UNA È VIGILE E PREVIDENTE.
L’ALTRA È BEATA E BENDATA.
LUNEDÌ 22 GENNAIO LA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA REGIONE VA IN VISITA
ALLA TAV IN MUGELLO: AVRÀ OCCHI PER VEDERE?
Hanno superato quota 150
milioni. Sono i metri cubi di
buona acqua di montagna andati via
dalle falde dell’Appennino negli ultimi anni per far posto al buco della
TAV. Ma a Palazzo Bastogi, sede della “Toscana legale”, meglio non parlarne: la
priorità adesso è un’altra. A Palazzo Bastogi si sogna un altro buco TAV, forse
ancora più avventuroso: questa volta sotto Firenze.
Sono oltre
10.000 miliardi di vecchie lire di denaro pubblico. E’ il conto (ancora
provvisorio peraltro) della galleria TAV fra Firenze a Bologna. Ma doveva costare 5 volte di meno. E a
Palazzo Bastogi? Meglio non parlarne. A Palazzo Bastogi si reclamano piuttosto
dall’erario altre centinaia di milioni di euro (per cominciare) necessari a
bucare anche la città cara all’UNESCO.
I $upertreni dovevano correre fra Firenze e
Bologna già nel 2003. Ma siamo nel 2007 e ancora
nelle gallerie non ci sono neppure i binari! Anzi. La TAV ha all’attivo gallerie da
demolire e da rifare. E a Palazzo Bastogi? Silenzio tassativo: non ci
risultano comunicati della giunta regionale che spieghino che sono già tre i
tunnel in demolizione e in rifacimento, e perché questo sta avvenendo.
Fra una
finestra e l’altra di accesso ai tunnel sotto l’Appennino ci sono fino a 6-7 km
di distanza. Se là sotto succede un
incidente, o un attentato, la più vicina via di fuga può essere lontana dunque
fino a tre km e mezzo. Lo hanno scritto nero su
bianco i Vigili del Fuoco di Firenze: "Nel caso di gallerie con
finestre intermedie
non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo
intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno
raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una
distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5
km". Quindi fra Vaglia e Bologna, aggiungono, "si
nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". La galleria parallela di
soccorso manca, clamorosamente, per ben 60 km. Non è stata neppure progettata!
Sarà necessario altro tempo,
inevitabili altri impatti. Secondo gli esperti, farà lievitare i costi del 30-40% (e a lume di naso dovrà
essere fatta). Ci saranno mai questi soldi? Arriverà mai a Firenze questo
$upertreno? Tutto appare molto incerto. Ma la Regione Toscana ha fretta. Ha
fretta di bucare anche Firenze.
Infine
l’architettura contrattuale. Non ci risulta che qualcuno abbia mai smentito
l’ing. Ivan Cicconi, che da tempo definisce quello del general contractor un autentico
autogoal finanziario per lo Stato: mentre a livello comunitario sono definiti solo due soggetti
economici, l’“appaltatore” e il “concessionario”, col
concessionario-committente quale è di fatto il general contractor, e col finanziamento pubblico dell’opera fino al
100% del costo, viene a configurarsi una situazione paradossale, che spinge inevitabilmente a far lievitare al
massimo i tempi e i costi dei lavori, e a non garantire la qualità dell’opera.
Intanto
si comincia a capire che volendo, a Firenze, ci sono binari inutilizzati e stazioni dismesse. E
che con poche aggiunte, una diversa organizzazione della rete e un po’ più di tecnologia
si potrebbe moltiplicare la capacità attuale del Nodo e realizzare, con minima
spesa, quel servizio ferroviario metropolitano che
vorrebbero farci credere impossibile senza la TAV. E’ mai stato possibile discutere e confrontare pubblicamente progetti e
scenari? Davanti allo spettacolo quotidiano dei disagi propinati ai
pendolari in termini di servizi, puntualità, pulizia e sicurezza, i cittadini
dovrebbero credere alla favola che quegli 8 km di doppio
tunnel controfalda, con due curve a 90° e chissà quante belle sorprese
scavi-facendo, sarebbero la bacchetta magica per venire a capo di problemi che
hanno ben altre cause e soluzioni.
Abbiamo
davvero bisogno di tutto questo?
Ci sono due Toscane. Una Toscana “legale”,
che chiude testardamente gli occhi di fronte alle evidenze della realtà. Una
Toscana “reale”, che esige buon governo della spesa pubblica, cura e difesa del
territorio, futuro per i nostri figli e nipoti.
Riuscirà
la Commissione Ambiente della Regione, che lunedì 22 farà un sopralluogo ai
cantieri TAV, a vedere ciò che è sotto
gli occhi di tutti, e a dissuadere
la giunta Martini dall’avventura TAV
sotto Firenze? Qualcuno spiegherà al presidente
Erasmo D’Angelis, secondo il quale in Mugello “il ripristino verrà finanziato dai lavori,
quindi non c’è un finanziamento da parte degli Enti locali, c’è un
finanziamento da parte del costruttore per il ripristino ambientale”, che
anche questo finanziamento (i 53 milioni di euro stanziati nel 2002 col
cosiddetto Addendum) è interamente
pubblico? Quella
della previdenza è un’arte difficile. Ma almeno l’esperienza, vorremo metterla
a frutto e non ripetere gli errori freschi e manifesti?