Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail
idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html
COMUNICATO STAMPA Firenze, 16.9.’06
MORIA DI PESCI NEL TORRENTE CARZA, A SECCO A MONTE DI SAN PIERO A SIEVE,
IN MUGELLO
“Il 90% del
letto è totalmente a secco, rimangono solo alcune pozze che si stanno
rapidissimamente prosciugando... mi chiedo: se nemmeno nel 2003 il fiume si è
seccato, com'è possibile che sia accaduto quest'anno? Non credo
proprio che si possano incolpare le scarse precipitazioni perché fino a pochi
giorni fa un minimo di acqua scorreva ed Agosto è stato decisamente piovoso. Si
devono genericamente incolpare i lavori per l'alta velocità, oppure ci
sono captazioni irregolari?” Queste le
domande proposte da un cittadino sulle condizioni
allarmanti del torrente Carza a monte dell'abitato di San Piero fino alla
confluenza con la Sieve. Una segnalazione accompagnata da tre foto che
parlano da sole.
|
“Ieri
domenica 10 settembre – aggiunge il
testimone - con alcuni secchi e due
grossi retini, abbiamo recuperato qualcosa come circa 20 secchi di pesce che è
stato gettato nell'unica pozza rimasta a monte della passerella che attraversa
il Carza all'altezza della chiesa. Non è il caso d'intervenire per recuperare
il pesce e portarlo magari in Sieve che non dista più di 300 metri?“
|
Nella segnalazione pervenuta via e-mail e indirizzata
anche al Comune di S. Piero a Sieve e alla Provincia di Firenze, si legge
ancora: “Vi faccio un elenco delle specie
presenti, ormai scarse anche in Sieve e rare in Arno: cavedano, barbo tiberino e lasca (tantissimi), rovella, ghiozzo d'Arno,
cobite e gobione, questi ultimi straordinari indicatori biologici che rendono
ancora più amare le considerazioni sull'ambiente che è andato perduto. Le
foto allegate sono di pesci morti in pozze dove il giorno prima c'erano 20 cm
di acqua! Nel tratto dalle cantine Zanieri alla pescaia, ci sono decine e
decine di chili di pesce che nei prossimi giorni avrà il destino segnato. Nel
paese di San Piero, a monte della passerella (150 metri circa) è rimasta una
sola pozza dove sono stati gettati tutti i pesci catturati: decine di chili che
sono già in carenza di ossigeno”. L’appello si conclude così: “Grazie a tutti per l'interessamento e per
quanto potrete fare”.
|
Idra ha girato subito foto e notizia anche all’ARPAT, e
poi all’Osservatorio Ambientale Locale, chiedendo un intervento immediato: si è
appreso che sia l’Agenzia regionale per la protezione ambientale sia
l’Osservatorio hanno effettuato un sopralluogo approfondito. Un fenomeno del
genere non si ricorda in zona a memoria d’uomo. Che ruolo gioca in questa nuova emergenza la “galleria di Vaglia” della
TAV e la gestione delle acque che essa intercetta? Ormai da anni il principale
affluente, la Carzola, impattata dagli scavi per l’Alta velocità, alla confluenza
con il Carza è una pietraia.
La prima notizia pubblica dell’impatto
sulle falde settentrionali di Monte Morello, con il prosciugamento
della Carzola (i toponimi “Carza” e “Carzola” indicano chiaramente la natura quasi-carsica dei terreni
attraversati, particolarmente a rischio dunque per effetto degli scavi), la
lanciò proprio Idra il 22 giugno
2001, il giorno prima che la magistratura fiorentina avviasse la grande
operazione di sequestro del cantiere TAV di Marzano
in Mugello, e di sette cave e di otto depositi TAV disseminati lungo l’intera tratta
toscana, fra Sesto Fiorentino e Firenzuola. Un provvedimento cui fece seguito -
ed è tuttora in corso - il processo penale ancora oggi in corso presso il
Tribunale di Firenze, col rinvio a
giudizio dei costruttori CAVET e di altre imprese appaltatrici per una quantità
cospicua di ipotesi di reato.
Dove
finiscono le acque intercettate dalla galleria? Vengono restituite in qualche
modo all’ambiente? Idra si augura di ricevere risposte a
questi interrogativi dagli approfondimenti che l’ARPAT, l’OAL, il Comune di San
Piero a Sieve, la Provincia di Firenze e gli altri soggetti che si riterranno
chiamati in causa svolgeranno dopo questa segnalazione.