Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale
e culturale
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 16.7.’09
TAV in Veneto: ma il General Contractor non era un istituto
da abolire? Idra scrive da Firenze a
Brunetta, Sacconi e Galan.
Sorpresa dall’avvenuta conferma dell’architettura
finanziaria fondata sul general
contractor per un’opera così costosa come la TAV, l’associazione Idra, parte
civile nel procedimento penale a carico dei
costruttori della TAV Bologna-Firenze presso il Tribunale
di Firenze, scrive ai ministri Brunetta e Sacconi e al presidente della
Regione Veneto Galan in merito alle recenti dichiarazioni sulla tratta dell'Alta velocità-Alta capacità ferroviaria tra
Milano, Venezia e Trieste del cosiddetto Corridoio 5: “Dal nostro osservatorio fiorentino siamo in
grado di documentare lo scempio di risorse naturali attestato dalla cronistoria
del progetto TAV fra Bologna e Firenze (ancora incompiuto, peraltro, dopo
tredici anni dall’inizio della sua cantierizzazione, nonostante che l’avvio
dell’esercizio fosse stato annunciato per il 2003...). Ma siamo soprattutto in
grado di citare fra virgolette quanto l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti
Pubblici e la Corte dei Conti hanno verificato, dopo specifiche e puntigliose
istruttorie svolte proprio sulla TAV e sul ruolo giocato dalla figura
‘innovativa’ (?) del general contractor, risuscitato sul
tratto Verona-Padova, come leggiamo, con Vostra apparente soddisfazione”.
E qui Idra riporta
il dato che deriva dalla propria esperienza quindicennale di monitoraggio delle
cantierizzazioni TAV: “L’architettura contrattuale, il modello finanziario e il
conseguente depotenziamento dei controlli – attraverso la figura del cosiddetto
general contractor - hanno permesso
di dilapidare ingenti risorse pubbliche. Nella sua “Indagine relativa agli interventi gestiti da TAV
S.p.A.”, l’Autorità
per la Vigilanza sui Contratti Pubblici attesta che questi risultano
caratterizzati da “gravi infrazioni ai
principi della libera concorrenza e della non discriminazione” e che “hanno subìto, in corso di esecuzione,
notevoli incrementi di costo e del tempo di realizzazione (...) sia per effetto
di un gran numero di perizie di variante, sia per riserve avanzate dal General
Contractor”, grazie anche a convenzioni “stipulate
senza riferimento ad un’adeguata progettazione”, che “non hanno posto a carico del General Contractor alcun rischio
effettivo”, mentre persino “i
progetti esecutivi hanno spesso mostrato un livello carente di approfondimento””.
Nella nota ai ministri e al presidente Galan Idra aggiunge: “Effetti che la Corte
dei Conti ha stigmatizzato in questi termini: “Quel che è più grave, queste
operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo
sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060)
ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali. Sotto questo profilo la vicenda in
esame è considerata dalla Corte paradigmatica delle patologiche tendenze –
della finanza pubblica – a scaricare sulle generazioni future oneri relativi ad
investimenti, la cui eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in
essere, accrescendo il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari””.
Così conclude la lettera di Idra: “Non parrebbe, dalle dichiarazioni che Vi sono attribuite,
che gli ammonimenti dell’una (Autorità) e dell’altra (Corte) siano stati
adeguatamente recepiti. Non riusciamo altrimenti a comprendere come si possa
annunciare come un successo il reiterarsi di una scelta, quella del general contractor, dimostratasi così
infausta per le casse pubbliche, proprio mentre il nostro Paese – nel mezzo di
una importante crisi economica globale – si consolida ai primi posti al mondo
per il debito pubblico. Così come non riusciamo a comprendere come il
Presidente della Regione del Veneto possa definire una “buona sorpresa” questa “buonissima
notizia”, e ringraziare il Governo per non aver perso di vista “una questione assolutamente prioritaria per
lo sviluppo economico del nostro Paese”.
L’associazione ecologista fiorentina lascia però la
porta aperta alla speranza: “Ma forse noi ci sbagliamo. Forse invece le
inquietanti e dettagliate relazioni della Corte dei Conti e dell’Autorità per
la Vigilanza sono superate da provvedimenti del Governo, del Parlamento o della
Regione del Veneto che in questo momento ci sfuggono. Saremmo i primi a
felicitarcene. Ecco perché Vi chiediamo un cortese riscontro a questa nostra,
affinché la nostra Associazione di volontariato, che ha fra i propri fini
statutari l’informazione ambientale e il bene comune, possa contribuire a far
conoscere attraverso il proprio sito web e opportune comunicazioni ai media lo
stato dell’arte in materia”.