Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del Volontariato
della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e
culturale
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 13.2.’09
GUAI TAV IN PILLOLE
stralci
della requisitoria
che i Pubblici
Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini
hanno pronunciato al processo
in corso presso il Tribunale di Firenze
a carico dei
costruttori della TAV fra Firenze e Bologna
Ventiquattresima puntata:
“Le associazioni
ambientaliste, per il loro sapere,
sono finite con il
fare la figura delle Cassandre.”
TRIBUNALE DI
FIRENZE
SEZIONE
MONOCRATICA
DOTT.
ALESSANDRO NENCINI Giudice
Procedimento
penale n. 535/04 R.G.
Udienza del
10 aprile 2008
Requisitoria del Pubblico Ministero
dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 24]
“LE ASSOCIAZIONI
AMBIENTALISTE IN EFFETTI SAPEVANO, MA NON PERCHÉ QUALCUNO AVESSE SPIEGATO LORO
QUALCOSA, MA SOLO PERCHÉ SI ERANO STUDIATE LE CARTE”.
10) TUTTI
SAPEVANO TUTTO. OVVERO IL RUOLO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
Ancora peggio se si va a
vedere la situazione per le associazioni ambientaliste.
Le associazioni ambientaliste in effetti sapevano, ma
non perché qualcuno avesse spiegato loro qualcosa, ma solo perché si erano
studiate le carte. Il bello è però
che le associazioni ambientaliste, per il loro sapere, e per come già detto,
sono finite con il fare la figura delle Cassandre. Non solo non
sono state ascoltate dalle amministrazioni competenti, ma è stato anche negato
che sarebbe accaduto quanto da loro previsto, ogni volta minimizzando e
sminuendo i possibili impatti dell’opera. In altre parole, e con le parole di
Annigoni di Italia Nostra, le associazioni ambientaliste nel loro
operare a tutela dell’ambiente si sono scontrate con un muro di gomma in ogni
sede nazionale, tanto da doversi ridurre a tentare la carta dei ricorso alla
Corte di Giustizia Europea.
Teste Annigoni Benedetto - Ma noi, i nostri
interlocutori erano le istituzioni. Noi non abbiamo mai avuto rapporti con la
CAVET, o con i diretti esecutori dell'opera. E devo dire che, per quanto mi
risulta, questi rapporti anche con le istituzioni non sono stati
particolarmente facili. Cioè, quello che io posso testimoniare per averlo
vissuto, è una certa reticenza, il famoso muro di gomma, insomma, ecco.
Teste Annigoni Benedetto - Noi abbiamo fatto ricorsi
alla Magistratura, almeno due ricorsi, due esposti. E come Italia Nostra e Idra
abbiamo fatto anche un ricorso alla Corte Europea.
Pubblico Ministero - Alla Corte Europea. Ecco,
si ricorda quale fosse il nocciolo delle vostre argomentazioni?
Teste Annigoni Benedetto - Ma sì, mi ricordo che il nocciolo delle nostre
argomentazioni, per il primo esposto era la mancanza di qualunque garanzia per
quanto riguardava la sistemazione dei rifiuti, diciamo di scavo e la loro
tossicità, o meno. Nel secondo esposto noi abbiamo fatto praticamente un
collage di atti pubblici, dal quale risultava una serie di responsabilità
oggettive da parte delle istituzioni, nell'aver avallato e voluto questo
intervenire pesante sul territorio, secondo quelle modalità con cui poi è stato
realizzato. Alla Corte Europea siamo ricorsi, non trovando nessun modo di far
valere le nostre ragioni in sede nazionale.
E ciò nonostante che le associazioni ambientaliste avessero previsto e
tecnicamente motivato molti degli eventi poi di fatto verificatisi.
Teste Annigoni Benedetto - Ma, per esempio, voglio
dire, proprio sulla base delle indicazioni fornite dai membri di Italia Nostra competenti in materia, noi
sostenevamo, abbiamo sempre sostenuto che scavando a quella quota con quei
criteri di scavo e quel tipo di terreno, cioè con quelle determinate
caratteristiche geologiche, si sarebbe verificato quello che poi si è
verificato. Cioè, mi risulta anche il monitoraggio è avvenuto sulla... una
distanza di 300 metri alla linea di scavo. E noi avevamo previsto che questi
danni si sarebbero verificati su una ben più ampia distanza, coinvolgendo il
territorio ben più ampio, dato il carattere geologico di quella zona, così come
ci era stato illustrato dai nostri membri competenti in materia, come appunto
Malesani, o lo stesso presidente.
Pubblico Ministero - Quindi, se... per
sintesi - mi corregga però se sbaglio, perché... si può rilevare, allora, sin
dall'origine una discrepanza tra gli effetti dell'opera che voi avevate
previsto e segnalato e tra quelli che vi venivano prospettati?
Teste Annigoni Benedetto - Certo. Non a noi. Veniva prospettato un impatto
ambientale assolutamente inferiore e marginale. Addirittura il discorso delle
acque già alla conferenza dei servizi che dette il via poi all'accordo dei vari
Comuni del Mugello che fino ad allora s'erano opposti, il problema delle
esposti, il problema delle acque era marginale, era considerata una cosa
marginale. Mentre per noi rappresentava il pericolo maggiore.
Quindi le associazioni ambientaliste sapevano tutto.
E allora? Non è forse una prova a carico, non aggrava forse la
posizione degli imputati non aver voluto tenere conto di quello che queste
sostenevano?