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COMUNICATO STAMPA Firenze, 12.9.’08
GUAI TAV IN PILLOLE
Tutti i venerdì
la pubblicazione di
stralci della requisitoria
che i Pubblici
Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini
hanno pronunciato al
processo in corso presso il Tribunale di Firenze
a carico dei
costruttori della TAV fra Firenze e Bologna
Ogni venerdì per i quattro mesi che ci restano del 2008, con Idra un appuntamento informativo speciale: la poderosa requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna. Un processo di prima grandezza per quantità di imputati, tipologie di reati contestati, cifre relative ai danni ambientali documentati, proscenio e backstage di protagonisti, comprimari, spalle e comparse. Iniziato il 23 febbraio 2004, dopo anni di indagini e il provvedimento di sequestro di un cantiere, sette cave e otto depositi del 23 giugno 2001, il processo ha ricevuto una copertura mediatica che sarebbe eufemistico definire mediocre. Il volume degli affari e il pedigree degli interessi coinvolti nella “grande opera” spiega senza bisogno di dietrologie questa distrazione di fondo. Il 24 settembre il processo riprende con le arringhe degli avvocati della difesa degli imputati. Entro l’anno è attesa la sentenza.
Eccoci
dunque alla seconda puntata della requisitoria
dei Pubblici Ministeri.
Seguiamo,
nel proporvi la selezione dei brani, lo stesso ordine nel quale si è svolta
l’arringa.
Oggi
entriamo nel tema “imputati”.
Le
responsabilità più gravi di quanto accaduto appaiono legate, dall’osservatorio
di chi monitora la “grande opera” dai suoi esordi, ai comportamenti delle
Pubbliche Amministrazioni che, chiamate a tutelare il bene pubblico sotto forma
di territorio, erario, salute, hanno di fatto promosso, avallato, autorizzato o
persino forzato l’implementazione di progetti e procedure che già a lume di
naso facevano acqua da tutte le parti.
Ma il
processo vede imputati soltanto i costruttori.
I
Pubblici Ministeri, però, qualcosa devono aver rilevato anche a carico di
talune Amministrazioni, se per esse hanno richiesto la “trasmissione degli
atti alla Corte dei Conti per danni erariali”...
TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE
MONOCRATICA
DOTT.
ALESSANDRO NENCINI Giudice
Procedimento
penale n. 535/04 R.G.
Udienza del
3 aprile 2008
Requisitoria del Pubblico Ministero
dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 2]
“«TUTTI
SAPEVANO TUTTO» [...].
L’UFFICIO DI PROCURA NON SI È MAI NASCOSTO IL
PROBLEMA SE GLI ODIERNI IMPUTATI SIANO STATI LORO E SOLTANTO LORO I
RESPONSABILI DI QUELLO CHE È AVVENUTO. [...] FU GIÀ DETTO NEL
CORSO DELL’UDIENZA PRELIMINARE COME DAL FATTO CHE GLI IMPUTATI FOSSERO
NUMERICAMENTE MOLTI NON SI POTESSE DESUMERE NECESSARIAMENTE CHE FOSSERO
“TUTTI”, E QUINDI CHE NON VI POTESSERO ESSERE STATI ANCHE ALTRI SOGGETTI CHE
AVESSERO CONCORSO NEI FATTI CONTESTATI. ED È CHIARO IL RIFERIMENTO AI SOGGETTI
PUBBLICI CHE HANNO GOVERNATO L’APPROVAZIONE DELL’OPERA ED I CONTROLLI IN FASE
DI ESECUZIONE”.
Cominciamo dagli imputati.
Poi ci torneremo, sugli imputati, ma
sempre per dare conto.
Perché credo che una Procura, un Pubblico Ministero, quando manda qualcuno a
giudizio, tra le varie cose che deve fare, gliene deve rendere conto. Deve
spiegare. Poi a sua volta sarebbe carino che l’imputato spiegasse. Però noi
rendiamo conto agli imputati perché oggi sono qua e perché sono quelli che
abbiamo individuato.
Allora, anticipo: gran parte dei soggetti fanno parte
del Consorzio CAVET. Gli imputati di
fatto sono stati individuati tra i soggetti incaricati della materiale
esecuzione dell’opera. Più precisamente
sono i soggetti individuati tra quelli che, pur facenti parte di coloro
incaricati delle mera esecuzione dell’opera, hanno a loro volta avuto un potere
decisorio in materia o una concreta e diretta capacità di incidere su quelle
che sono state poi le definitive determinazioni nel corso dell’esecuzione
dell’opera stessa o un potere di qualificata responsabilità tecnica nella
esecuzione del progetto.
Ricordiamo infatti i soggetti ed i ruoli da questi svolti nell’esecuzione
delle tratta Firenze Bologna.
Il soggetto pubblico concedente è Ferrovie dello Stato.
TAV è il soggetto concessionario non avendo le Ferrovie indetto alcuna
gara di aggiudicazione né europea ne’ di diritto interno, ma avendo utilizzato
il sistema delle concessioni allora vigente.
Ad ITALFERR viene attribuita una non mai bene chiarita “Alta
Sorveglianza”.
TAV individua come “General Contractor”, ovverosia come interlocutore
contrattuale concessionario dell’opera, FIAT, cui affida la Direzione lavori.
FIAT per l’esecuzione materiale
delle opere individua un Consorzio di imprese, denominato CAVET, a sua volta
costituito da grandi imprese quali Impregilo, la CMC, la Fiat Engeneering, e
gli affida l’esecuzione dell’opera.
Chiaramente
la domanda a cui si deve rispondere è: perché gli imputati sono stati
individuati prettamente, principalmente, anche numericamente, nei soggetti
appartenenti al consorzio CAVET incaricato dell’esecuzione dell’opera?
La risposta
è semplice. Chi altri? E in ogni caso, sicuramente loro che sono sicuramente gli esecutori
materiali dei danni e pertanto devono essere chiamati a rispondere del loro
operato.
E’ CAVET che ha redatto il progetto esecutivo.
E’ CAVET cui è stata affidata la realizzazione dell’opera.
CAVET era in prima linea
nei cantieri e disponeva di tutti i dati, le informazioni, le risorse tecniche
e umane per prevenire e non cagionare i danni procurati e, in estremo
subordine, il dovere di attivare gli iter procedurali per conseguire le debite
autorizzazioni per fare ciò che ha fatto. Ammesso e non concesso che le avrebbe
ottenute.
Altro
discorso se poi di imputati ce ne dovessero essere altri diversi ed ulteriori a
quelli qui chiamati in giudizio.
L’Ufficio
di Procura non si è mai nascosta il problema se gli odierni imputati siano
stati loro e soltanto loro i responsabili di quello che è avvenuto.
Fu già detto nel corso dell’udienza
preliminare come dal fatto che gli imputati fossero numericamente molti non si
potesse desumere necessariamente che fossero “tutti”, e quindi che non vi
potessero essere stati anche altri soggetti che avessero concorso nei fatti
contestati. Ed è chiaro il riferimento ai soggetti pubblici che hanno governato
l’approvazione dell’opera ed i controlli in fase di esecuzione. Non siamo ad una festa privata a numero
ristretto, ad inviti. Eravamo aperti a qualunque sbocco che avesse un supporto
probatorio.
E che la
Procura anche durante il corso del dibattimento abbia indagato - nel senso di
sondare facendo tutte le domande necessarie a chi si è seduto sul banco come
testimone o imputato - se vi fossero altri soggetti ulteriori rispetto agli
imputati. e che potessero essere a loro volta individuati come soggetti
penalmente responsabili dei fatti contestati, è cosa che è stata fatta
pubblicamente - come pubblico è il dibattimento - sotto gli occhi di tutti.
La cosa è rimasta così, l’invito non è
stato accolto. Ma deve restare fermo il punto che la Procura le domande le ha
fatte.
[...]
Il dottor Celico (1), di cui avremo ampia occasione di parlare
per la consulenza, fa un riferimento che è interessante, è nell’ultima postilla
della sua, e dice: “Tutti sapevano tutto”, intendendo pubblica amministrazione e quant’altro. E l’affermazione è
interessante: tutti sapevano tutto.
Allora
lo chiediamo a Silva, all’epoca direttore generale di CAVET, non lo chiediamo
all’ultimo arrivato. E gli chiediamo: “Scusi, ma questa
affermazione che fa il vostro consulente, bene, “tutti sapevano tutto”... ma
qualcuno le ha detto che facevate bene a fare quello che facevate? Qualcuno vi
ha coperto, vi ha garantito “tutto a posto”, “va bene così”? Ci sono state
riunioni in cui sono state determinate, adottate, decisioni di questo tipo?”. E la risposta: “Non ci sono state
riunioni di questo tipo”.
P.M. DR. TEI – Ascolti un’altra cosa. Adesso cambio argomento. Molto
velocemente. Il suo consulente, il vostro consulente, fa un’affermazione anche
condivisibile: “Tutti sapevano...”, parlo del
problema delle acque. “Tutti sapevano tutto”. Io le domando se quindi ci sono mai state riunioni [...] , se al suo livello o a altri livelli, le Autorità Pubbliche tipo Regione
o quanto altro [...], sono stati notiziati, e qualcuno con nome e cognome ha detto ‘Sì, va bene
così. Continuiamo, andate a diritto’. Questo per il periodo dal ’97 al 2001 [...].
IMPUTATO SILVA – Io ho un contratto... ho un contratto dove devo
ottemperare a certe prescrizioni. Il mio compito è di ottemperare a tutte le prescrizioni.
E questo il CAVET lo ha sempre fatto in tutte le circostanze. L’assistenza
tecnica all’osservatorio ambientale per tutte le richieste che ci sono state
fatte, noi le abbiamo soddisfatte. Tutti i ritorni di istruzioni, prescrizioni,
sono state dal Cavet puntualmente messe in atto. E questo è il ruolo di CAVET….
Che tutti sapevano tutto, cioè non è ri... basta leggersi l’indice della
conferenza dei servizi. Se Lei va a vedere solamente l’elenco degli elaborati e
vede chi partecipava a questa conferenza dei servizi vede che gli elaborati li
recepiscono [...].
P.M. DR. TEI – Sì, siamo d’accordo che qui siamo ante operam.
IMPUTATO SILVA – Esattamente. Qui siamo a livello di conferenza dei
servizi. Non dimentichi che noi siamo degli esecutori. Quindi sulla base di
questa documentazione, di questa prescrizione che mi viene data, eh?, io
determino... io determino i tempi di esecuzione e il prezzo contrattuale.
P.M. DR. TEI
- ...Le domandavo se, per un caso, passando dalla filosofia (che sono la conferenza
dei servizi e il contratto) alla storia (che poi sono l’esecuzione dell’opera
sul terreno con eventi materiali che si consolidano), se ci sono stati un certo
punto di riflessione e riunioni [...]
e qualcuno ha detto ‘Sì, va bene, tutto a posto. A diritto.’?
IMPUTATO
SILVA – Non ci sono state riunioni di questo tipo.
Quindi, visto che il principio cardine per
instaurare un processo è quello della disponibilità delle prove e non la
astratta elaborazione di mere ipotesi che possono essere anche logiche e
plausibili, ad oggi resta il fatto che, in assenza dei necessari supporti
probatori e riscontri, le mere congetture sono destinate restare nel nulla di
fatto.
E
proprio perché abbiamo evitato qualsiasi tipo di congettura i capi di
imputazione e gli imputati di questo processo che abbiamo sottoposto al vaglio
di questo giudice, sono il più solido approdo finale cui siamo giunti.
D’altra parte nessuno, neppure tra gli odierni
imputati, fosse anche solo per discolparsi, ha chiamato in causa altri non presenti
in questo processo [...],
e ciò né nel corso delle indagini né nel corso del dibattimento.
Gli odierni imputati, poi vedremo come all’esito del
dibattimento neppure tutti di loro, sono i soli raggiunti da sicure prove di
colpevolezza per i fatti contestati.
Certo
ci può essere un po’ la sensazione di aver individuato solo gli autori
materiali di un reato, ma, come detto, nel processo penale non è dato fare
dietrologie.
Se risultasse poi che qualcuno – ma non sapremmo chi
- alla fine potrà ritenere di essere stato “graziato” e dovrà e vorrà
ringraziare qualcuno, questo qualcuno non sarà certo la Procura, che ha provato
a sondare tutto il sondabile. La Procura in dibattimento ha verificato ogni
comportamento. Dico questo perché questo dobbiamo dire ai nostri
imputati. Di questo dobbiamo rendere conto ai nostri imputati. Ed è per
sintesi, perché poi glielo spiegheremo per altre duecento pagine di
requisitoria, per cui spero alla fine si saprà perlomeno come mai sono qua.
Se
poi qualcun altro ravvisasse altre responsabilità diverse da quelle penali,
quali quella politica, amministrativa o altro per il comportamento delle
amministrazioni pubbliche vi è da dire che non spetta certo a questa Autorità
Giudiziaria di valutare tali tipi di responsabilità.
Spetta invece sempre a questa Procura rilevare come
vi siano state evidenti differenze tra l’operato delle varie amministrazioni
pubbliche, in particolare tra alcune amministrazioni quali la Comunità Montana
del Mugello ed alcune amministrazioni Comunali da un lato e quello della
Provincia, della Regione Toscana e del Ministero dell’Ambiente dall’altra.
Diversità su cui ritorneremo al momento in cui si motiveremo la richiesta di
trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per danni erariali.
(1) Dagli atti
risulta che il prof. Pietro Bruno Celico è ordinario di Geologia presso
l’Università Federico II di Napoli ed è consulente tecnico della difesa.