Associazione di volontariato Idra
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FORTEZZA
MEDICEA DI SAN GIOVANNI, ALLA VIGILIA DEL VERTICE CON DOMENICI IDRA SCRIVE A URBANI INVOCANDO TRE
INTERVENTI DI GARANZIA.
IL COMPLESSO DEL SANGALLO È ANCHE A RISCHIO “ALTA VELOCITÀ”!
“Cementificazione,
bitumazione e snaturamento dell’area immediatamente circostante la Fortezza
Medicea di San Giovanni, e futuri rischi a carico del manufatto per il
sottoattraversamento Alta Velocità ferroviaria”: questo
il titolo della memoria (con 66 pagine di allegati) che l’associazione
ecologista Idra ha inviato al ministro per i Beni e le attività
culturali Giuliano Urbani in vista dell’imminente vertice col sindaco Leonardo
Domenici sul “caso Firenze”.
Lo scempio
dell’area della Fortezza da Basso viene da lontano, documenta Idra negli
allegati alla nota indirizzata al ministro, fra i quali il corposo esposto inviato anche alla Procura della
Repubblica di Firenze nel luglio 2003: un vistoso
cavalcavia stradale, di elevato impatto visivo; il
raddoppio del sottopasso Belfiore, che ha trasformato il viale lungo le mura
della Fortezza in una pista di scorrimento stradale
veloce in pieno centro pericolosa e asfissiante; l’abbattimento –
programmato o ‘accidentale’ - di numerosi esemplari arborei d’alto fusto,
patrimonio storico del luogo ed elemento della memoria collettiva (nel
boschetto delle Rimembranze; nel piazzale Montelungo;
a ridosso delle mura; sul
lato di Villa Basilewski); l’utilizzazione
selvaggia del giardino di Porta Mugnone,
risistemato nel ’95 per il vertice europeo di Firenze ma sottratto al godimento
della cittadinanza e adibito – in condizioni di degrado abbondantemente
fotodocumentate - ad area carico e scarico merci per Pitti Immagine. “È a nostro avviso
opportuno in ogni caso – aggiunge
l’associazione fiorentina - non trascurare la minaccia che grava sulla
stessa struttura fisica della Fortezza Medicea di S. Giovanni per effetto
del progetto di sottoattraversamento da parte di un doppio tunnel
ferroviario per il Nodo fiorentino dell’Alta Velocità, il cui tracciato
interferisce direttamente col sottosuolo del manufatto”. E documenta i “cambi in corsa” relativi alla traiettoria della
linea, i vincoli posti già alla realizzazione del contestato progetto di
parcheggio dalla presenza della falda, le preoccupazioni
dei geologi consulenti del Comune. La
descrizione di uno degli scenari di danno ipotizzati dai progettisti AV per la
Fortezza (categoria 3) recita: "Le fessure richiedono cuci e
scuci della muratura. Anche all'esterno necessari interventi sulla muratura.
Possibile blocco di porte e finestre. Rottura di tubazioni. Spesso
l'impermeabilità non è garantita. Tipica apertura delle lesioni 5 ¸ 15 mm,
oppure molte lesioni £ 3 mm"!
In
presenza di una “costellazione di interventi invasivi e improvvisati”
nella città del fiore, scrive Idra a Urbani, “confidiamo nel fatto
che il Ministero che Ella dirige sappia porre un freno, imporre una
verifica e – se necessario – promuovere un ripensamento”. E
suggerisce tre opzioni.
La prima,
strutturale, per prevenire le incertezze palesate dalla Soprintendenza e
ovviare al paradosso di cantierizzazioni che, come quella per il parcheggio a
ridosso della Fortezza da Basso, risulterebbero altrettanto legittime sul piano
formale quanto inaccettabili su quello della sostanza e del rispetto della
qualità storico-architettonica della città: la richiesta è che il Ministero “verifichi
il grado di funzionalità e di efficienza che la Soprintendenza fiorentina è in
grado di garantire con le risorse, le dotazioni e gli organici di cui dispone”.
La
seconda, per garantire la città dalla leggerezza e dallo sperimentalismo
progettuale da cui sembra affetta la sua classe di governo: il Ministero
istituisca “un organo agile ed efficiente di “ultima sorveglianza” circa la
plausibilità dei progetti che interessano la città di Firenze, il cui impatto
con i Beni Culturali della città sia documentato”. A partire
retroattivamente da quelli – come il sottoattraversamento per l’Alta Velocità
ferroviaria – con procedimenti formalmente conclusi o in via di conclusione, ma
contenuti che “restano seriamente dubbi e possibilmente forieri di nuovi
devastanti impatti difficilmente reversibili”. In proposito, Idra
allega a Urbani il Libro Bianco consegnato al ministro dei Trasporti Luigi Bersani nel
febbraio 2001 e l’esposto urgente depositato a settembre 2002 in
Soprintendenza sulle condizioni di rischio per il
patrimonio storico, artistico, architettonico e per il paesaggio derivanti
dall’attuazione del progetto Alta Velocità a Firenze.
La terza
misura che Idra chiede al ministro per Beni culturali di adottare
riguarda il caso in cui dovesse concretizzarsi lo scenario più infausto per
Firenze, quello dell’effettiva cantierizzazione per l’Alta Velocità (benché non
manchino, si osserva, “soluzioni ferroviarie alternative – celeri,
economiche ed efficaci – al lungo, faraonico e incerto sottoattraversamento”):
il Ministero provveda ad assicurare il rilevamento,
la descrizione e la catalogazione preventivi dei beni storici, artistici e
architettonici inseriti nella fascia di interferenza del tunnel AV,
apparentemente mai realizzati per mancanza di organici.