Associazione di volontariato Idra
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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni
Lettera aperta
al Capo dello Stato
in visita ai cantieri della tratta AV Bologna-Firenze
Firenze, 19.2.2001
Gentile Presidente Ciampi,
abbiamo appreso dai mezzi di informazione che Lei visiterà domani martedì 20 febbraio la galleria TAV di Vaglia in occasione dei festeggiamenti per l'abbattimento del diaframma che ne divide il tronco Nord dal tronco Sud. In realtà il tunnel rimarrà cieco, anche dopo il brindisi, dal lato Firenze: qui mancano diversi delicati chilometri perché la galleria raggiunga Quinto Fiorentino e accarezzi (se così si può dire) i due monumenti più antichi della città capitale della cultura, ovvero le tombe monumentali etrusche a tholos della Montagnola e della Mula (VII sec. a.C.).
Abbiamo apprezzato le Sue dichiarazioni, già poco dopo l'elezione alla Presidenza della Repubblica, sull'importanza e l'urgenza di un ammodernamento dei trasporti in Italia - a partire dal settore merci - che faccia cessare, col potenziamento del cabotaggio e della rotaia, il primato indiscriminato di asfalto e gomma, con tutto il suo indotto di sprechi economici, problemi ambientali, danni alla salute, vittime su strade e autostrade.
Ma non sembra che le scelte strategiche nella politica dei trasporti adottata nel nostro Paese corrispondano ancora oggi alle esigenze da Lei così autorevolmente richiamate. Lo testimoniano le volontà di potenziamento autostradale merci sul corridoio Bologna-Firenze (Variante di valico), un'opera programmata accanto alla nuova linea ferroviaria TAV, ma in modo del tutto avulso da essa. Gli stessi studi della Regione Toscana ammettono che "gli effetti sul trasporto delle due infrastrutture non sono stati valutati contestualmente, né è stata fatta una analisi sul ruolo da assegnare nell'immediato futuro alle tre principali modalità di trasporto: strada, ferrovia e cabotaggio marittimo. Quest'ultimo è stato costantemente neglettato nelle discussioni sui due progetti, dimostrando la mancanza di una visione d'insieme del sistema di trasporto. Non c'è stata valutazione strategica dell'impatto ambientale, dell'assetto territoriale dell'area interessata, del sistema di trasporto futuro, delle aree socio economiche coinvolte. La VIA non ha riguardato gli effetti combinati dei due progetti ed è stata usata in ciascuno di essi per minimizzare gli effetti potenzialmente più negativi per l'ambiente. La necessità di queste infrastrutture non è mai stata messa in discussione (…). Valutazioni, negoziati, mediazioni (sia formali che informali) e accordi sui due progetti hanno avuto luogo in sedi, tempi e modi diversi, con procedure separate e con variabili livelli di intensità".
Per giunta, i cronogrammi delle cantierizzazioni chiariscono che la Variante di valico, breve o lunga che sia, entrerebbe in esercizio solo dopo l'entrata in esercizio della nuova linea ferroviaria TAV!
Ecco perché ci permettiamo di sollecitare la Sua attenzione sulla questione del corridoio infrastrutturale appenninico e dei collegamenti nazionali Nord-Sud, oggi che Lei visita i cantieri dell'opera infrastrutturale di gran lunga più ingombrante, costosa e impegnativa mai decisa nel nostro Paese, l'Alta Velocità ferroviaria modello TAV SpA.
I "sette punti" che seguono descrivono il problema-TAV in modo necessariamente essenziale.
Rimandiamo per ogni approfondimento - oltre che alla completa disponibilità dei nostri esperti - alla copiosa documentazione in materia accumulata negli anni dalla nostra Associazione (disponibile in parte sul suo sito web, presso la Rete Civica del Comune di Firenze, http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html) e dalle altre aggregazioni di cittadini che in tutta Italia sono mobilitate per sventare il rischio - sempre più concreto e in alcuni casi ormai irreversibile - di grave danno erariale, sanitario, culturale, ambientale e civile derivante dalle caratteristiche e dalle modalità di progettazione, approvazione e cantierizzazione dell'Alta Velocità ferroviaria in Italia secondo il modello TAV SpA.
Chiediamo perciò un Suo intervento di garanzia, dato che percepiamo con preoccupazione come cresca, giorno dopo giorno, la distanza fra istituzioni e cittadini. Una distanza che non ci fa sperare di ottenere ascolto e giustizia presso le sedi istituzionali dimostratesi fin qui sorde e refrattarie al dialogo e alla partecipazione democratica della cittadinanza. Una distanza che ci preoccupa ancor più se pensiamo ai frutti che - nel tempo - la disaffezione civica da parte di popolazioni deluse potrà produrre in termini di tenuta effettiva ed efficace delle istituzioni democratiche.
Come abbiamo già avuto modo di scriverLe nel novembre del '99 dopo la pubblicazione su Il Sole 24 Ore del dato di un "buco da 24mila miliardi" per la TAV, e dopo la notizia che una verifica sulla TAV al massimo livello si sarebbe però avvalsa di esperti interministeriali risultati essere "consulenti di imprese e consorzi che già lavorano all'appalto dell'alta velocità" (in "La sinistra ha occupato tutti i posti in treno", il Mondo, 26 novembre 1999 n. 47), noi riteniamo fermamente che il progetto TAV, invece di potenziare il sistema ferroviario italiano secondo una direzione che risulti efficacemente utile al decongestionamento di strade e autostrade, distolga proprio da questa priorità energie e risorse preziose, in nome di una prospettiva anche tecnologicamente discutibile.
Confidiamo in una risposta - almeno da Lei - alle questioni che stiamo sollevando, che ci paiono di estrema urgenza e gravità per l'economia e la democrazia dell'intera nazione, restando a Sua completa disposizione per ogni necessario approfondimento.
I nostri migliori saluti e auguri di una proficua visita ai cantieri.
Per l'Associazione di volontariato Idra
il presidente
Girolamo Dell'Olio
ALTA VELOCITÀ
MODELLO TAV:
I SETTE VIZI CAPITALI