Associazione di volontariato
Idra
iscritta
al Registro Regionale del Volontariato della Toscana
per
la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
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055.233.76.65, Tel 055.48.03.22; e-mail
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totale n. 3 pagine
Al
Sindaco di Firenze, dott. Leonardo DOMENICI
fax
055.27.68.275
urgente
OGGETTO: Nodo AV/AC di
Firenze, conferenza di servizi per l’approvazione del progetto della linea
passante AV/AC tra le stazioni di Castello e Rifredi e del progetto definitivo
della nuova Stazione AV: rimostranze e richieste.
Gentile sig. Sindaco,
da
cittadini interessati al bene comune della nostra Firenze, noi protestiamo a
voce alta con Lei per la ferma determinazione che Ella sta esternando in questi
giorni a difendere ad ogni costo l’approvazione rapida del progetto Italferr di
penetrazione dell’Alta Velocità ferroviaria nel tessuto urbano fiorentino,
nonostante che le massime autorità di controllo tecniche e scientifiche lo
definiscano gravemente carente. Sentiamo di avere non solo il diritto, ma
proprio il dovere di fare ogni sforzo possibile per la difesa della nostra
città da aggressioni ingiustificate sul piano economico, sociale e ambientale.
Il progetto è stato considerato profondamente inadeguato dall’Agenzia pubblica di protezione ambientale, l’ARPAT, sia per l’impatto idrogeologico sia per l’impatto atmosferico sia per l’impatto acustico. L’ARPAT – beninteso - non si limita a contestare gli effetti ambientali attesi a Castello e alla nuova stazione. Aggiunge pesanti riserve sull’evoluzione degli stessi progetti approvati dal Suo predecessore Mario Primicerio. Nel ’99 si parlava infatti di una cantierizzzione così dolce che alla città avrebbe fatto l’effetto di una semplice puntura di zanzara: tutta la movimentazione dei materiali da costruzione e di scavo, si disse e si scrisse, sarebbe avvenuta su ferro. Oggi - rileva l’ARPAT - se andiamo a guardare la versione definitiva di quei progetti, si scoprono vistosi peggioramenti. Appare sempre più evidente ad esempio la necessità di utilizzare la viabilità ordinaria. Risultano sconfessati alcuni capisaldi di garanzia contenuti nell’accordo procedimentale firmato il 3 marzo ’99. "Tutto l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino, avverrà su camion", si legge nella relazione sugli aspetti ambientali del progetto definitivo Italferr. Il corridoio ideato per ospitare un binario di cantiere per il trasporto dei materiali conterrà invece anche una camionale lunga 2 km. La media settimanale dei viaggi di andata e ritorno compiuti dai camion nei primi 12 mesi di lavori è stimata essere di 500 per la zona Centrale del Latte e di 512 viaggi dalla zona Centrale del Latte verso l'area ex Macelli per via Circondaria. Lo scenario di fondo al quale si aggiungono questi incrementi di motorizzazione pesante è – lo sappiamo ormai bene – una Firenze già fortemente congestionata e inquinata.
D’altro
canto, come “allo stato attuale non si ha a disposizione il dettaglio della
quantità dei materiali necessari per la realizzazione delle opere civili
afferenti a ciascun cantiere” (Italferr, “Aspetti ambientali della
cantierizzazione, Relazione generale”), così
le progettazioni relative alla messa in sicurezza del Mugnone e del
Terzolle, nella cui area di esondazione giace la stazione AV, risultano essere
in uno stadio ancora molto acerbo di definizione.
Nessun
cronogramma serio e dettagliato dei lavori sembra ancora disponibile,
nonostante l’esigenza di programmare le fasi di questo intervento ciclopico in
un contesto già assai fitto di pesanti trasformazioni urbanistiche.
Quanto
ai rischi legati a una progettazione che dovesse rivelarsi insufficiente sul
piano idrogeologico (insufficienza ancora oggi attestata dai rilievi
dell’ARPAT), la lezione del Mugello dovrebbe indurre, riteniamo, a esigere il
massimo - non il minimo - delle garanzie a tutela del patrimonio abitativo,
storico e architettonico, interessato da una fascia di influenza probabilmente
più ampia – come si è dovuto drammaticamente verificare in Mugello – di quella
stimata dal proponente.
Nessuna certezza è data ancora – per quanto ci consta - sulle modalità di
trasferimento nel Valdarno superiore di circa 4 milioni di metri cubi di terra
di scavo, giacché gli stessi Suoi colleghi sindaci dei tre Comuni interessati
(anch’essi, ci risulta, membri dell’ANCI) non sono stati ammessi a partecipare
alla conferenza di servizi del ‘98-’99, che pure ha assunto decisioni
riguardanti il loro territorio.
Da nessuno dei documenti istituzionali in nostro possesso risultano notizie sulle scelte relative alle strutture che ospiteranno i lavoratori impiegati nella costruzione del doppio tunnel sotterraneo TAV e della stazione AV a Firenze, e sulle modalità di trasferimento previste dai campi base ai cantieri e viceversa.
Certo è invece che – in una città già così avara di ossigeno - quattro
aree che godono attualmente di una destinazione urbanistica a verde pubblico
vengono sacrificate alle esigenze dello scavalco Castello-Rifredi e della
variante imbocco nord.
Sono dunque in gioco per almeno nove anni non soltanto i valori
ambientali di Firenze, ma anche la salute e la qualità della vita dei suoi
abitanti, delle quali è proprio il sindaco la massima autorità garante.
Come si può ritenere opportuno,
infine, in queste condizioni, avviare una lunga e drammatica operazione a cuore
aperto quale si annuncia la cantierizzazione TAV a Firenze senza neppure le
necessarie garanzie di copertura finanziaria dei lavori? In occasione
dell'accordo Stato-Regione siglato a Roma lo scorso 18 aprile 2003 il ministro
per le Infrastrutture Pietro Lunardi ha reso noto che solo il 10% dello
stanziamento necessario risulta al momento disponibile. Né è chiaro in che modo, con quali fondi e con quale progressione di spesa il Comune
di Firenze abbia programmato di far fronte all'impegno di esborso di 458,73 mld
di vecchie lire, che risulta direttamente a suo carico stando ai dati dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di
penetrazione TAV di Firenze.
Crediamo che la questione sia abbastanza grave e complessa da meritare un
passaggio dalle parole ai fatti: se è vero che Ella pensa che il dibattito
pre-elettorale debba vedere un forte coinvolgimento dei cittadini, noi La
invitiamo a fare da subito la Sua parte. Non abbiamo ricordanza di occasioni
pubbliche importanti in cui Ella abbia partecipato da protagonista a un
confronto sulla TAV con la popolazione fiorentina. Forse è il momento di farlo.
Ci candidiamo a Suoi interlocutori per la prossima assemblea pubblica che Ella
vorrà convocare, ci auguriamo, su questo tema (e ce ne vorrà più d’una se
davvero si intendono praticare i valori della democrazia e della
partecipazione, dopo una così lunga astinenza). Chiediamo che di Alta Velocità
si discuta in città senza pregiudizi, documenti alla mano, chiarendo ai
cittadini con senso di responsabilità tutti i punti oscuri che contano: tempi,
costi, utilità sociale e benefici trasportistici, effetti ambientali e
conseguenze sanitarie, sicurezza idraulica della città, patrimonio abitativo,
beni culturali, alternative.
Naturalmente
crediamo che non sia saggio apporre una firma di assenso, il prossimo 23
dicembre in Conferenza di Servizi, sotto un progetto su cui gravano tante
ipoteche negative sul piano economico, tecnico, ambientale e operativo. Un
progetto che – ricordiamo – deriva da uno spezzettamento progressivo ed
estenuante in sotto-progetti. Cioè il contrario di quanto si era impegnato a
realizzare nel “Programma per la città” (manifesto elettorale del 25 marzo
1995) il Suo predecessore Mario Primicerio: “La scelta dell’attraversamento
del “nodo Firenze” è strettamente collegata a quella della “tratta” Firenze
Bologna e non può essere negoziata separatamente”. Da allora, ahinoi, ben
quattro conferenze di servizi (e sarà necessaria una quinta) ne hanno scandito
la frammentazione e la perdita progressiva di identità:
·
nel luglio ’95 veniva approvata la semi-tratta
Vaglia-Bologna;
·
nel luglio ’98 veniva approvata la Variante Firenze
Castello;
·
nel marzo ’99 veniva approvato il progetto di
sottoattraversamento di Firenze, ma privo della stazione AV, contestualmente
bocciata;
·
a dicembre ’03 è all’ordine del giorno
l’approvazione della stazione AV e del nuovo progetto di scavalco di Castello.
Com’è noto, la Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente ha deliberato lo scorso 18
dicembre la riproposizione e la ripubblicazione della variante al progetto di
passante ferroviario ad Alta Velocità della tratta Firenze-Castello Rifredi. La
variante al progetto presentava infatti delle modifiche sostanziali a quello
originario del ’99. Pertanto l’opera dovrà
essere assoggettata nuovamente alle procedure di valutazione di impatto ambientale. La VIA dovrà valutare
nuovi aspetti ambientali emersi con
l’ultima versione del tracciato e l’utilizzazione di aree di proprietà di
privati non interessati nella prima ipotesi.
Per quanto riguarda la stazione AV di Firenze, noi Le chiediamo con forza di non approvare quel progetto a stralcio rispetto alla variante di tracciato, in segno di rispetto per la valenza unitaria dell’opera e dei suoi effetti, soprattutto oggi che disponiamo di una diagnosi ambientale autorevole (quella dell’ARPAT) così preoccupata e preoccupante. Che senso avrebbe, del resto, l’approvazione di un ennesimo segmento di progetto quando lo stesso meccanismo fissato per la definizione degli appalti del nodo fiorentino non ne permetterebbe probabilmente l’assegnazione prima dell’approvazione complessiva?
Fiduciosi - per la nostra stessa natura di associazione di volontariato –
in un Suo riscontro, Le porgiamo i nostri saluti.
Il presidente