Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
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manifestazioni per i profili della viabilità, Manutenzione strade e aree
pubbliche,
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Progetto Cascine, Inquinamento elettromagnetico, Politiche energetiche, Città
Ciclabile, Tutela degli animali
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Presidente del Consiglio di
Quartiere 5
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COMUNE DI FIRENZE
OGGETTO:
Interventi di “messa in sicurezza” del torrente Mugnone: rimostranze.
Gentile Sindaco, gentili
Assessori, gentile Presidente del Consiglio di Quartiere 5,
desideriamo qui esprimerVi
le nostre rimostranze per i modi nei quali l’Amministrazione comunale sta
provvedendo alla cosiddetta “messa in sicurezza” del torrente Mugnone.
A quanto ci risulta,
solo sabato scorso 15 marzo - per la prima volta - l’Amministrazione ha diffuso
una breve nota informativa sul progetto. Nota che giudichiamo tardiva, inesatta e fuorviante.
Tardiva, perché – per quanto a noi è stato possibile apprendere – il progetto
esecutivo di “messa in sicurezza” è stato approvato dalla Giunta comunale già
lo scorso 11 agosto 2007. Ma nessun confronto ha avuto luogo con i cittadini né
prima né dopo, nonostante i ripetuti appelli della nostra Associazione. Nel
primo, indirizzato a tutti Voi otto mesi or sono, lo scorso 21 luglio 2007,
chiedevamo che “non si dia luogo all’approvazione del progetto esecutivo prima
che sia stata garantita, attraverso incontri pubblici nel quartiere, con il
supporto della documentazione necessaria a illustrare i progetti, l’opportuna
informazione e anche qui, secondo gli indirizzi più volte annunciati
dall’Assessore alla Partecipazione, a un processo che veda il coinvolgimento
della popolazione nelle scelte, e non solo a posteriori, ovvero a scelte già
fatte e su dettagli minori”. Verbalmente il vicesindaco Matulli ci ha promesso,
sì, ad agosto di tenere questa assemblea al rientro dal periodo di ferie
estive, ma non se ne è mai avuto traccia.
Inesatta, perché i lavori in corso ormai da tempo nel letto del torrente (vedi
foto allegate, scattate il 13 marzo) paiono essere qualcosa di ben diverso da
quanto annunciato nel comunicato stampa di sabato 15 marzo, dove si parla di
semplici “interventi propedeutici di
ripulitura e di preparazione dell'area” o della “verifica della presenza di ordigni bellici”, e si annunciano solo
per “fine aprile-inizio maggio” i “lavori idraulici veri e propri”.
Fuorviante, perché nello stesso comunicato del 15 marzo si attribuisce
all’intervento un duplice obiettivo: “mettere
in sicurezza idraulica sia la nuova stazione dell'Alta velocità che un'ampia
area della città”. In realtà la nuova stazione dell’Alta Velocità non
risulta essere finanziata, né risulta essere finanziato l’ampliamento della
luce del ponte ferroviario sul Mugnone (il cosiddetto “bypass idraulico del
ponte ferroviario del Romito”), che rappresenta il punto critico del torrente,
come si è già visto nel ’92 quando l’intera area del Romito è finita
sott’acqua. In assenza di questo intervento, la “messa in sicurezza” del
Mugnone rimane – almeno fino alla confluenza col Terzolle – un semplice slogan.
Come cittadini, avremmo
desiderato poter conoscere il merito del progetto, la cui attuazione risulta
essere di durata non irrilevante
(tre anni, se non si registreranno ritardi), e produrrà conseguenze importanti:
“Il risezionamento e l'allargamento dell'alveo
– leggiamo nel comunicato di Palazzo Vecchio - comporteranno anche interventi di consolidamento o rifacimento su
alcuni ponti presenti nel tratto del Mugnone interessato dai lavori. Alcuni
saranno smontati e ricostruiti ex novo (il ponte di via Doni, il viadotto
ferroviario e il piccolo ponte stradale del Barco), altri invece saranno
interessati da interventi di consolidamento (il ponte all'Asse, quello di via
Mariti, quello di via Puccini)”.
Ci permettiamo di
immaginare che persino le tecniche costruttive
e i risultati estetici e paesaggistici attesi dall’intervento di
risezionamento e di allargamento dell’alveo avrebbero potuto essere sottoposti
a una qualche forma di pubblicità e di discussione, trattandosi del maggiore
affluente dell’Arno che attraversa il nostro territorio.
Pare invece che
l’Amministrazione comunale tema il confronto con la pubblica opinione, e
preferisca in realtà alla democrazia partecipata un profilo assai dimesso di
relazione con la cittadinanza. In buona compagnia, ci pare, del resto, con
l’Amministrazione Regionale, che non risulta avere ancora risposto alle
ripetute richieste di chiarimenti da parte del Difensore civico della Regione
Toscana dott. Giorgio Morales, che si domanda se sia davvero inutile una
Valutazione di Impatto Ambientale specifica per un’opera così impegnativa,
quando proprio nel verbale della Conferenza di servizi conclusiva per il
sottoattraversamento AV di Firenze si legge: “La prof.ssa Maria Rosa
Vittadini, Direttore generale del Servizio V.I.A., ha espresso una
raccomandazione alla Regione affinché le opere che dovranno essere realizzate
per la riorganizzazione urbanistica delle aree cittadine interessate
dall’intervento ferroviario, in considerazione dell’impatto che le stesse
avranno, vengano sottoposte alla valutazione di impatto ambientale di
competenza regionale”!
Non osiamo attenderci
una risposta da Voi, che avete fin qui mostrato di ignorare le nostre
richieste. Del resto, neppure il Difensore civico del Comune di Firenze dott.
Alberto Brasca, cui abbiamo vanamente proposto un intervento, ha ritenuto di
doverVi sottoporre la nostra istanza di trasparenza e di democrazia.
Ci sembra tuttavia
opportuno osservare che – se le nostre valutazioni non vanno errate –
comportamenti come quello qui lamentato contribuiscono ad approfondire il solco
fra istituzioni e cittadini e ad aggravare la crisi di rappresentatività che
investe in modo sempre più palese la classe politica di cui apparite essere
espressione.
Ci piace chiudere questa
nostra nota con alcuni passaggi di una lettera pervenuta in questi giorni
all’Associazione. Una lettera che, accanto alle tante altre proteste che siamo
stati costretti a raccogliere, bene sintetizza a nostro avviso altri
“corollari” legati all’attuazione così poco condivisa del progetto indicato.
Ci scrive una residente
di Viale Redi, Serena Bianchetti:
“Sono una abitante della zona Viale
Redi di Firenze, nella quale da circa due settimane sono cominciati i lavori di
bonifica del torrente Mugnone in relazione alla TAV.
Senza nessuna informazione e
senza nessuna attenzione per il disagio provocato è stato eretto - nel giro di
24 ore - un muraglione sul lato Mugnone del Viale Redi e si sta provvedendo a
convogliare le acque del torrente in grossi tubi con lavori che - a detta di un
articolo pubblicato sul giornale Il Reporter - dureranno fino al 2011!
Nessun cartello illustra tali lavori
né spiega alcunché ai cittadini che leggono invece che tutto ciò serve a
bonificare il Mugnone dagli ordigni esplosivi...
Lo sconcerto, il disagio e
l'irritazione verso questa totale ignoranza/arroganza nei confronti dei
cittadini sono crescenti, viste le evidenti conseguenze di un progetto che
passa totalmente sulla testa dei residenti:
1) Mediante paletti infissi
all'altezza dei numeri civici 33-35 del Viale Redi sono stati eliminati posti
auto e possibilità di fermata indispensabili alle esigenze degli abitanti;
2) La costruzione del muraglione ha
eliminato la pista ciclabile che correva lungo il lato Mugnone esponendo i
temerari (e sempre meno) ciclisti a evidenti rischi;
3) L'impossibilità di accesso al
Mugnone ha tolto la possibilità di far passeggiare lungo l'argine i cani della
zona, ormai confinati a un'unica aiuola di fronte alla scuola Rodari;
4) Le
"lavoratrici notturne" che si concentravano sul viale Redi - lato
Mugnone si sono rifugiate sui portoni del Viale rendendo ancor più disagevole
il rientro serale degli abitanti, costretti a chiedere di essere accompagnati
fino all'ascensore per evitare incontri con relativi papponi.
Mi pare che tutto ciò possa bastare
a descrivere la saturazione a cui è giunto un intero quartiere.
Chiedo alle organizzazioni come la
vostra di intervenire sullo stato di totale degrado a cui la città è giunta per
l'incuria di chi la governa”.
E’ quello che, anche
attraverso questa lettera, stiamo continuando a tentare di fare, appunto, pur
consci di avere di fronte a noi un meccanismo prevalentemente sordo e cieco.
Il presidente
Girolamo
Dell’Olio