COMITATO PER LA DIFESA
DELL'USO PUBBLICO E SANITARIO
DELL'EX SANATORIO BANTI
Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro
Regionale del Volontariato della Toscana
per la promozione e
la tutela del patrimonio ambientale e culturale
Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE
Tel. e fax 055.233.76.65
e-mail idrafir@tin.it;
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html;
www.idra.dadacasa.supereva.it
Firenze,
18.7.'05
ing. Luigi MARRONI
fax 055.27.58.378
direttore.generale@asf.toscana.it;
luigi.marroni@asf.toscana.it
Lettera
aperta
Gentile Direttore,
La ringraziamo di non
averci informato in anticipo – al contrario di quanto promessoci – delle
decisioni sul destino del grande complesso sanitario Banti prima che diventassero definitive. Eppure esse devono essere
state precedute da un cospicuo lavoro preparatorio all’asta che – apprendiamo
dal sito web dell’Azienda – si terrà martedì 19 luglio, a partire dalle 10.30,
in seduta pubblica d’aggiudicazione, nella “Sala degli Affreschi” presso
l’Istituto Ortopedico Toscano, Viale Michelangelo 41, a Firenze.
Soltanto dai giornali
abbiamo potuto apprendere che questo capolavoro dell’architettura sanitaria del
Novecento, “tra i primi edifici italiani costruiti interamente in cemento armato”
e caratterizzato da “forme sobriamente geometriche tipiche dell’architettura
razionalista” (come si legge nella “perizia di stima” redatta per l’Azienda
U.S.L. 10 di Firenze) è in liquidazione. Alla fama e al valore del Banti contribuì anche una preziosa
donazione della principessa Maria Demidoff negli anni Trenta all'allora
“Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale”, che ne destinava l’uso
alla tutela della salute: le sorgenti idriche di Pratolino. Oggi l’ex Sanatorio
Banti, costruito in un luogo
che fu scelto “per la salubrità dell’aria, la ricchezza dei boschi e la
lontananza dalla città” sarebbe sul punto di essere trasformato in
mega-albergo, con apparente soddisfazione del sindaco di Vaglia (!) e
certamente grande delusione degli 8.000 firmatari di quella petizione popolare
che da anni chiedevano il ripristino del suo uso pubblico e sanitario. Con esso
se ne vanno anche il ricco arredo verde nell’area di pertinenza dell’ex
sanatorio e la restante vasta area di 51 ettari di parco, con 6 ettari e mezzo
di giardino all’italiana, attrezzata con terrazzamenti alberati, percorsi
esterni e parterres.
Quando il 5 ottobre 2004
ci incontrammo, ing. Marroni, Ella ascoltò con molta attenzione ed esplicito
apprezzamento per le motivazioni che ci animano le proposte che Le formulammo.
Consegnammo a Lei e al
direttore della U.O. Gestione patrimoniale dr. Paolo Benini un documento nel
quale suggerivamo alla Direzione dell’ASL sette opzioni concrete di utilizzazione dell’ex Sanatorio, autentico
gioiello di famiglia dell’Azienda, incastonato nella memoria collettiva di
generazioni di toscani, immerso nel polmone verde di Monte Morello da cui
domina Firenze e la sua piana:
·
residenze sanitarie
assistenziali (RSA);
·
centri diurni semiresidenziali;
·
strutture post-degenza intermedie fra ospedale e abitazione;
·
servizi integrativi di
diagnostica;
·
un poliambulatorio;
·
attività di formazione
sanitaria;
·
attività di educazione alla
salute e di educazione ambientale.
Ella ci assicurò che
avrebbe scritto nei giorni successivi all’assessore al Diritto alla Salute
Enrico Rossi prendendo spunto dai contenuti dell’incontro avuto con il nostro
Comitato e con la nostra Associazione. Ma non abbiamo mai avuto alcun riscontro
di questa lettera, se mai essa è partita.
Ella accolse infine la
richiesta che Le formulammo di essere
riconvocati per una verifica dei risultati delle iniziative in cantiere (fra
queste, annoveriamo l’audizione di Idra
e del Comitato presso la Quarta Commissione Sanità della Regione Toscana, il 28
ottobre 2004), e comunque prima che venisse formalmente adottata una qualsiasi
scelta definitiva.
Le cose sono andate
diversamente. E davvero ce ne rincresce, perché ci sembra che le istituzioni
non abbiano mostrato in questa lunga e laboriosa vicenda sufficiente riguardo
per i cittadini, anche quando essi raccolgono con grande sforzo organizzativo e
senza gravare sui bilanci pubblici esigenze a quattro cifre (è il caso delle
8000 firme sotto la petizione popolare).
Persino l’assessore al
Diritto alla Salute della Regione Toscana Enrico Rossi non ha mai risposto alla
nostra richiesta di incontro inviatagli per raccomandata il 2 agosto 2004.
Non ci resta che
chiederLe di avere accesso alla documentazione integrale riguardante il
procedimento che ha portato alla decisione dell’asta pubblica, ai sensi della
L. 241/90 e successive modificazioni e integrazioni, e di essere informati sui
successivi sviluppi della vicenda, con particolare riferimento alle eventuali
autorizzazioni o concessioni di variazioni di destinazione d’uso rispetto a
quella attuale, comunque pubblica, nel caso in cui il complesso venisse
acquisito da privati.
Ai sensi della L.
241/90, chiediamo altresì di poter ricevere analoga informazione e
documentazione circa i procedimenti di cessione dell’ex ospedale Luzzi e dell’immobile in Viale Redi, che
– leggiamo sempre sulle cronache – sarebbero stati anch’essi alienati.
In
attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgiamo - delusi - i nostri saluti.
Per il Comitato per la difesa dell’uso pubblico e sanitario dell’ex Sanatorio
Banti
la portavoce
Alfea FEDERICI
Per l’Associazione di volontariato Idra
il presidente
Girolamo DELL'OLIO