Associazione
di volontariato Idra
iscritta
al Registro Regionale del Volontariato della Toscana
per la
promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
Via
Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE
Tel. e fax
055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio/html;
www.idra.dadacasa.supereva.it
Firenze,
29.11.'04
Ai Consiglieri
Al Presidente del Consiglio
CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZE
CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE
CONSIGLIO RGIONALE DELLA TOSCANA
OGGETTO: Nuovi rischi di cantierizzazione a tempo
indeterminato della città di Firenze per effetto dell’attuazione dei progetti
di sottoattraversamento per l’Alta Velocità ferroviaria.
Gentili
Consiglieri, gentili Presidenti,
uniamo alla
presente come contributo conoscitivo il testo delle osservazioni supplementari
trasmesse da questa Associazione il 23 novembre scorso al Ministro
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, al Presidente della Commissione di
Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e per conoscenza al Segretario della Conferenza di Servizi per
il progetto di “scavalco” ferroviario AV fra Rifredi e Castello.
Vi
chiediamo di considerare con ogni possibile attenzione le argomentazioni ivi
proposte alla luce anche delle ultime determinazioni della Giunta Comunale di
Calenzano.
Riteniamo
infatti che la città di Firenze rischi, per effetto della duplice incertezza
che grava sul conferimento della terra di scavo e sull’approvvigionamento degli
inerti da costruzione legati all’attuazione del progetto di
sottoattraversamento per Alta Velocità ferroviaria, una cantierizzazione pesante a tempo indeterminato che nessuno – crediamo – vorrebbe
augurarle.
Il presidente
Girolamo Dell’Olio
Associazione
di volontariato Idra
iscritta
al Registro Regionale del Volontariato della Toscana
per la
promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
Via
Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE
Tel. e fax
055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html;
www.idra.dadacasa.supereva.it
totale n. 17 pagine (n. 5 pagine di testo
+ n. 12 pagine di allegati)
RACCOMANDATA
AR – Anticipo via fax
Ministro
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
on. Altero
MATTEOLI
Via Cristoforo Colombo 44
00147 ROMA
fax 06.57.28.85.13
Presidente
della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale
ing. Bruno
AGRICOLA
Via
Cristoforo Colombo 112
00147 R O M A
fax
06.57.22.25.20
per
conoscenza:
ing. Mauro
DI PRETE
Via
Cristoforo Colombo 112
00147 R O M A
fax
06.57.22.25.20
Segretario della Conferenza di servizi
Progetto di sistemazione a piano regolatore
ferroviario
tra le stazioni di Firenze Castello e Firenze Rifredi
(progressive tra km 0+864 e km 1+784)
per la realizzazione del dispositivo infrastrutturale
di scavalco ferroviario,
nell’ambito della penetrazione urbana AV/AC nel Nodo
di Firenze
arch. Maurizio VITELLI
Via
Giuseppe Caraci 36
00157 ROMA
fax
06.41.58.23.65; fax 06.41.58.36.06 (Direzione)
urgente
OGGETTO: Memoria sul
“Progetto di sistemazione a piano regolatore ferroviario tra le stazioni di
Firenze Castello e Firenze Rifredi (progressive tra km 0+864 e km 1+784) per la
realizzazione del dispositivo infrastrutturale di scavalco ferroviario,
nell’ambito della penetrazione urbana AV/AC nel Nodo di Firenze”.
Gentile Ministro dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio,
gentile Presidente della Commissione di
Valutazione di Impatto Ambientale,
questa Associazione, iscritta
al Registro Regionale del Volontariato
della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale,
desidera esprimere apprezzamento e gratitudine a codesto Ministero per
l’avvenuta pubblicazione, richiesta dalla scrivente Associazione esattamente un
anno fa, del progetto relativo alla modifica della linea passante AV/AC nel
tratto compreso fra le stazioni di Castello e Rifredi.
In aggiunta alle osservazioni sul
progetto in questione trasmesse da questa Associazione in data 8.5.’04
desideriamo sottoporVi, con l’auspicio che essi possano risultare di qualche
utilità ai fini della formulazione della valutazione di impatto che codesto
Ministero è chiamato a esprimere:
1)
un approfondimento
sugli impatti ambientali che derivano dall’implementazione dell’atto
integrativo all’Accordo procedimentale per il Nodo AV di Firenze del 3.3.’99,
firmato il 23.12.’03;
2)
ulteriori contributi
conoscitivi relativi a condizioni nuove venutesi a determinare recentemente nel
contesto territoriale interessato dalla cantierizzazione proposta.
1)
Il recente “accordo volontario” stipulato
tra RFI, Interporto di Guasticce e Comune di Collesalvetti nell’ambito della
procedura di VIA nazionale, in fase di definizione, per la realizzazione dello
“scavalco” ferroviario di Firenze Castello e Firenze Rifredi, lascia sostanzialmente
immutato il quadro degli impatti su strada attesi sul territorio del Comune di
Firenze per effetto della cantierizzazione per lo “scavalco” AV, in relazione
alla movimentazione dello smarino.
Un serio elemento aggiuntivo di
preoccupazione deriva dalla mancata rispondenza dei termini della progettazione
per lo “scavalco” AV di Castello ai criteri di garanzia a suo tempo fissati non
soltanto per lo smarino in uscita, bensì anche per gli inerti in entrata nei
cantieri e per i materiali da costruzione. Ricordiamo che a partire dal Protocollo d’intesa del 24.4.’97 tra
Ministero dei Trasporti, FS SpA, TAV SpA, Regione Toscana, Provincia di
Firenze, Comune di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino e Comune di Vaglia – la
“madre” di tutti gli accordi sull’Alta velocità nel Nodo di Firenze, un atto
che non ci risulta sia mai stato mai sconfessato da alcuna delle parti via via
intervenute nell’adozione delle decisioni successive – era stato stabilito al
punto 3.3, in relazione al progetto di penetrazione urbana di Firenze da parte
del passante ferroviario ad Alta Velocità: “La cantierizzazione del Nodo
sarà definita in modo da garantire l’utilizzazione delle aree ferroviarie ai
fini dell’insediamento dei cantieri, nonché l’utilizzo del sistema ferroviario
per il trasporto via ferrovia dei materiali da costruzione e di risulta”.
Ciò evidentemente in considerazione della particolare delicatezza e
vulnerabilità del tessuto urbano fiorentino, già in sofferenza per effetto dei
molteplici fattori di inquinamento acustico e atmosferico, che collocano la
città in un’area sensibile e critica sotto il profilo ambientale e sanitario.
Quanto alla movimentazione dei
materiali da costruzione per lo “scavalco” AV, essa resta invece prevista –
anche dopo l’accordo “accordo volontario” stipulato tra RFI, Interporto di
Guasticce e Comune di Collesalvetti - comunque
su strada.
Si tratta dunque di due casi di pericoloso
evidente arretramento delle tutele ambientali rispetto agli accordi del ’97 e
del ’99. L’”Integrazione all’Accordo procedimentale del 3 marzo 1999” per
il Nodo di Firenze, firmata il 23.12.’03, capovolge infatti il precedente
impianto garantista per la movimentazione dei materiali, permettendo per lo
“scavalco” e per l’imbocco Nord dei due tunnel AV il “tutto su gomma”. Ma
l’abbandono di fatto – e, per quanto
riguarda lo smarino, anche “di diritto”, per effetto della citata “Integrazione
all’Accordo procedimentale del 3 marzo 1999” – della prospettiva di tutela
istituita dagli accordi pregressi può solo danneggiare le già precarie
condizioni di qualità ambientale dell’area fiorentina. Illuminante in proposito
quanto ha scritto l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della
Toscana (ARPAT): “Il trasporto su gomma del complesso dei materiali
necessari alla realizzazione dell’opera comporterà certamente un aggravamento delle
già precarie condizioni del traffico e di qualità dell’aria nella zona di
Castello-Rifredi” (ARPAT, Parere tecnico-ambientale sullo “scavalco” AV di
Castello, 25.5.’04; Allegato 1).
Vi è poi da registrare la pericolosa sinergia
negativa che deriva, alla qualità ambientale complessiva dell’area fiorentina,
dalla sovrapposizione spaziale e dalla concomitanza temporale di più
cantierizzazioni pesanti (AV, tranvie, terza corsia A1, ulteriori interventi
urbanistici di grande scala). Nel Parere citato e allegato, l’Agenzia Regionale
per la Protezione Ambientale della Toscana aggiunge eloquentemente, nel
paragrafo dedicato alle conclusioni: “Va rilevato come in generale, a nostro
giudizio, non emerga una valutazione d’area, complessiva e coordinata, degli
impatti generati dalla somma delle interferenze dovute all’insieme delle
numerose opere, in realizzazione o da realizzare, che negli anni a venire
interesseranno più o meno direttamente il tessuto urbano fiorentino. Il sovrapporsi
di tali interferenze può, infatti, nel medio periodo, vanificare, almeno in
parte, i condivisibili obiettivi di miglioramento della mobilità urbana ed, in
taluni casi, peggiorare, anche sensibilmente, le condizioni
socio-ambiental-sanitarie, connesse con la realizzazione di tali
infrastrutture” (ibidem).
In relazione alla qualità dei materiali
in uscita dai cantieri per lo “scavalco” AV, chiediamo inoltre di
accertare – considerata l’esperienza pregressa della cantierizzazione AV
del Mugello, dell’Alto Mugello e di Monte Morello, dove i danni ambientali sono
stati così ingenti da innescare un processo penale che si aprirà proprio
domani, 24 novembre 2004, con udienze programmate, per le dimensioni del
procedimento, sino al 15 dicembre 2005 – il grado di definizione e di
affidabilità, già in fase di progetto, delle garanzie ambientali in materia di
procedure e gestione dei materiali in uscita dai cantieri di scavo, e
dunque di campionamento, caratterizzazione, stoccaggio e deposito dello
smarino. Risulterebbero infatti altamente indesiderabili le conseguenze che
indicazioni progettuali generiche seguite da una gestione non attentamente
oculata di questo delicato segmento della cantierizzazione possono produrre –
per effetto dei possibili contatti con composti inquinanti – sul territorio
e sulla stessa calendarizzazione dell’opera, già di per sé lunga e complessa,
peraltro inserita in un contesto urbano – il Nord Ovest di Firenze –
congestionato e vulnerabile.
2)
Come è noto, il progetto di “scavalco” ferroviario
AV rappresenta solo l’ultimo tassello di un quadro assai più complesso, quello
della penetrazione urbana sotterranea dell’Alta Velocità nel territorio del
Nodo di Firenze, che proprio dall’approvazione del progetto di “scavalco”
attende il segnale di partenza dell’intera macchina del sottoattraversamento e
della nuova stazione sotterranea.
Non entriamo qui nel merito delle
considerazioni che da sempre ci spingono a considerare irrealistica, oltremodo
costosa e scarsamente produttiva la scelta legata a tale scenario.
Riteniamo tuttavia doveroso segnalarVi
che l’attuazione del progetto di penetrazione urbana AV di Firenze,
evidentemente legata alla disponibilità di quantità considerevoli di inerti da
costruzione e di un sito certo di recapito dell’ingente quantità di smarino
derivante dallo scavo, appare oggi seriamente compromessa da due circostanze
simmetricamente limitanti.
a)
La prima circostanza deriva dalla
mancata approvazione del progetto di recupero ambientale della miniera di Santa
Barbara presentato dalla società ENEL Produzione S.p.A. Su tale progetto il nucleo di Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA) della Regione Toscana si è espresso con un parere negativo (il
n. 41 del 16 gennaio 2001), emesso nell'ambito del procedimento di Valutazione
di Impatto Ambientale statale. Critiche al progetto di recupero della miniera
di Santa Barbara sono provenute anche dai Comuni di Cavriglia e di Figline,
dalle Province di Firenze e di Arezzo, dall'Autorità di bacino del fiume Arno,
dal Servizio nazionale dighe. Sulla scorta di questi pareri e della propria
istruttoria tecnica, il nucleo VIA della Regione ha scritto fra le altre cose -
a proposito dello studio presentato per la sistemazione dello smarino TAV di
Firenze a S. Barbara - che esso "non contiene informazioni relative
alle aree occupate durante i lavori e alle modalità di eventuale stoccaggio dei
materiali"; che la Giunta Regionale, visto il parere tecnico negativo
espresso dal suo nucleo VIA, e ritenuto di condividere le valutazioni in esso
contenute, a voti unanimi ha deliberato nella seduta del 29 gennaio 2001 di "proporre
al Ministero dell'Ambiente di valutare la necessità di una radicale modifica
del progetto per il recupero ambientale della miniera di S. Barbara nei comuni
di Cavriglia e Figline Valdarno" (Delibera Giunta Regionale n. 80 del
29.1.'01, rettificata con successiva Delibera Giunta Regionale n. 116 del
5.2.'01). Con decreto del Ministero dell'Ambiente in data 22 ottobre 2001 il
direttore generale del Servizio VIA ha espresso parere interlocutorio negativo
disponendo "che la procedura di approvazione del progetto ed i
conseguenti atti da emanarsi da parte delle amministrazioni competenti restino
subordinati alla presentazione della nuova domanda ed alla successiva pronuncia
da parte del Ministero dell'ambiente di concerto con il Ministro per i beni
culturali e ambientali". E’ stato necessario
dunque all’ENEL presentare un nuovo progetto di recupero. Per quanto ci
risulta, il relativo procedimento di VIA (statale) è tuttora in fase
istruttoria.
Niente di certo, dunque,
circa l’effettiva praticabilità del sito del Valdarno come destinazione dello
smarino del sottoattraversamento e della stazione AV di Firenze.
Semmai, la certezza di
taluni ostacoli anche di natura amministrativa, se è vero – come risulta – che i sindaci dei Comuni (S. Giovanni Valdarno, Figline
Valdarno, Cavriglia) chiamati a ospitare i milioni di metri cubi di smarino da
estrarre dal sottosuolo di Firenze, e i sindaci dei Comuni attraversati dalla
line ferroviaria “lenta” Firenze – Pontassieve - Valdarno superiore su cui
decine di migliaia di vagoni di smarino sarebbero destinati a transitare, non
sono stati invitati a partecipare al procedimento relativo al progetto di
penetrazione TAV, Nodo ferroviario di Firenze, parzialmente completato con la
Conferenza di servizi chiusa il 3.3.'99 e con quella del 23.12.’03: a nessuna
delle due Conferenze di servizi i sindaci sono stati chiamati a intervenire, né
a contribuire alle decisioni con un parere. Anche l'assessore
all'Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci, in data 16.4.'03, ha dovuto
ammettere sul sito ufficiale della Regione Toscana: "In occasione del procedimento nazionale di Via, spiega ancora
Franci, non furono consultati gli enti locali del Valdarno".
Attraverso dichiarazioni pubbliche,
peraltro, i sindaci dei Comuni di S. Giovanni Valdarno, Figline Valdarno e
Cavriglia hanno inteso recentemente ribadire – anche sul piano dei contenuti
progettuali – la loro netta contrarietà al progetto di smaltimento (ancorché
ferroviario) presso la ex miniera di lignite di Santa Barbara. In un intervento firmato dal sindaco di San Giovanni
Valdarno Mauro Tarchi anche a nome dei colleghi di Cavriglia-Figline (“Niente
smarino nell’area mineraria”, Il Corriere di Firenze, 28.7.’04; Allegato
2), leggiamo: “I Sindaci non solo respingono tali soluzioni opponendosi
all’arrivo dello smarino nella linea ferroviaria (figuriamoci ai camions,
problema per ora mai sollevato), ma rassicurano che in attesa di proposte serie
ad oggi mai pervenute né dalla Regione che dalla Tav, impediremo con ogni mezzo
tale offesa al nostro territorio”.
Alle citate Conferenze di servizi non ci
risulta sia stata convocata neppure la Provincia di Arezzo.
Quanto al Dipartimento ARPAT di Arezzo,
competente circa il progetto di recupero ambientale della miniera di Santa
Barbara presentato dalla società ENEL Produzione S.p.A., nell'ambito del quale
è previsto lo stoccaggio dello smarino proveniente dal nodo TAV di Firenze, "non (…) risulta (…) che sia stato coinvolto
o che qualcuno abbia partecipato alla conferenza dei servizi conclusasi il
03/03/99" (nota del Responsabile del Dipartimento Provinciale ARPAT di
Arezzo dott. Carlo Bartoli).
Parrebbe dunque opportuno, a nostro avviso, recuperare il rapporto istituzionale
con le autorità pubbliche di fatto bypassate, attraverso una riapertura delle
Conferenze di servizi che le ammetta al tavolo delle decisioni.
b)
La seconda circostanza è frutto di una
deliberazione recentissima, la n. 132 del 26.10.’04, con cui la Giunta comunale
di Calenzano ha espresso pronuncia negativa di compatibilità ambientale sul
“Progetto di coltivazione e recupero del sito estrattivo di Poggio alle Macine”, un sito strategico da 20 milioni di metri cubi
(Allegato 3). Nel progetto a suo tempo presentato da Italferr SpA per il Nodo
di Firenze (Quadro di riferimento progettuale, pag. 213), i siti di
provenienza dei materiali da costruzione del doppio tunnel e della stazione AV
risultavano essere appunto quelli delle cave nel Comune di Calenzano (un
riferimento al riguardo è presente anche nelle osservazioni sul progetto di
Nodo trasmesse da questa Associazione a codesto Ministero in data 18.7.’98).
Riteniamo che questa doppia ‘tenaglia’
che grava sulla fattibilità del sottoattraversamento AV di Firenze (mancando un sito certo di recapito dello smarino, ed
essendo venuta meno la disponibilità del sito progettato di approvvigionamento
degli inerti) meriti un’attenzione serrata e urgente.
Chiediamo al Ministro e alla Commissione
di considerare dunque con ogni opportuna prudenza le conseguenze che
deriverebbero alla città di Firenze dall’approvazione del progetto di
“scavalco”, dal momento che essa comporterebbe automaticamente - nonostante i
gravi impedimenti oggettivi all’orizzonte – anche l’avvio di una
cantierizzazione poliennale assai più impegnativa, ma soggetta a serio rischio
di impasse.
Riteniamo peraltro che ogni eventuale
nuova individuazione di siti di approvvigionamento degli inerti da costruzione
e di siti di recapito dello smarino per il Nodo di Firenze meriterebbe comunque
– oltre che una chiara definizione preliminare, che preceda l’approvazione dei
progetti definitivi di cantierizzazione – un’adeguata e aggiornata valutazione
di impatto, tenuto conto dei giganteschi volumi di materiali in gioco e
degli effetti che la loro movimentazione è suscettibile di produrre in uno
scenario metropolitano già gravemente congestionato come quello dell’area
fiorentina.
Confidando nella Vostra decisiva
sensibilità porgiamo i nostri migliori saluti.
Con ossequi,
il presidente
Girolamo Dell'Olio
In allegato:
1. ARPAT,
Parere tecnico-ambientale sullo “scavalco” AV di Castello (testo senza
allegati), 25.5.’04 (n. 8 pagine);
2. M.
Tarchi, “Niente smarino nell’area mineraria”, Il Corriere di Firenze,
28.7.’04 (n. 1 pagina);
3. Giunta
comunale di Calenzano, Deliberazione n. 132 del 26.10.’04 (n. 3 pagine).