Associazione
di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana
per la promozione e la tutela del
patrimonio ambientale e culturale
indirizzo postale:
Via Giano della Bella, 7 - 50124 FIRENZE; Tel. e fax
055.233.76.65
e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
totale
n. 3 pagine
RACCOMANDATA AR (testo anticipato via fax e via e-mail)
Firenze,
25.11.’09
Sindaco del Comune di Firenzuola
Piazza
Don Stefano Casini 5
50033
Firenzuola (FI)
fax 055.81.93.66; c.scarpelli@comune.firenzuola.fi.it
Sindaco del Comune di Scarperia
Via dei
Bastioni 3, 1
50038
Scarperia (FI)
fax 055.84.65.09
; protocollo@comune.scarperia.fi.it
Sindaco del Comune di Borgo San Lorenzo
Piazza Dante,
2
50032
Borgo S. Lorenzo (FI)
fax 055-8456782; sindaco@comune.borgo-san-lorenzo.fi.it
Sindaco del Comune di San Piero a Sieve
Piazza
Colonna 16
50037 San Piero a Sieve (FI)
fax 055.84.84.32; sindaco@comune.san-piero-a-sieve.fi.it
Sindaco del Comune di Vaglia
Via Bolognese 1126
50036 Vaglia (FI)
fax 055.40.75.45; sindaco@comune.vaglia.firenze.it
OGGETTO: Sicurezza della tratta TAV Bologna-Firenze:
richiesta di informazioni ai sensi della normativa vigente.
Gentili Sindaci,
la nostra Associazione -
iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana, e dedita in
particolare all'informazione sulle "grandi opere" - segue dal 1994 la
vicenda progettuale e costruttiva della tratta ferroviaria TAV Bologna-Firenze, ed è
parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Firenze nei
confronti delle imprese costruttrici in relazione ai gravi danni ambientali
provocati dalla progettazione ed esecuzione dell'opera, conclusosi con le
condanne comminate dal Tribunale di Firenze il 3 marzo scorso..
Idra ha acquisito negli anni una quantità di elementi informativi, dati
progettuali ed esecutivi, specifici rilievi di fonte istituzionale,
inerenti anche importanti lacune procedurali, che rivelano gravi deficit
strutturali nell’assetto della sicurezza della tratta TAV Bologna-Firenze, e inducono
a paventare - per il modo in cui questa
ferrovia è stata progettata e realizzata - la sussistenza di seri rischi nel
suo esercizio, a carico dei passeggeri, dei lavoratori, del territorio.
Alla data di
approvazione dell’Accordo-quadro per la tratta TAV Bologna-Firenze (28.7.’95) la normativa vigente era
rappresentata dalla L. 191/74 che prescriveva gli adempimenti necessari ai fini
della prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli impianti
gestititi dalla (allora) Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato. In
particolare l'art. 33 impegnava le FS "a richiedere il parere del
Comando del corpo dei vigili del fuoco, competente per territorio, in merito
alla determinazione - per gli impianti che per qualsiasi motivo presentino, in
caso di incendio, gravi pericoli per l'incolumità dei lavoratori - dei tipi e
quantità di apparecchiature e mezzi da tenere a disposizione per lo spegnimento
degli incendi, nonché del tipo di organizzazione da mettere in atto per la
prevenzione incendi". Questa legge non risulta essere stata applicata
nella Conferenza di Servizi che il 28.7.’95 ha concluso l'iter approvativo del
progetto della tratta TAV Bologna-Firenze dando il via libera alle
cantierizzazioni CAVET. Lo hanno confermano in note ufficiali i Comandi
Provinciali dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna. Quando poi, nel
luglio 1998, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze è stato
chiamato a esprimere il proprio parere sulla interconnessione della tratta AV
col Nodo di Firenze, denominata "Variante di Firenze Castello"
(parere peraltro richiesto proprio ai sensi di quella legge 191/74 che risulta
disapplicata per gli altri 60 km di tunnel), il Comandante Provinciale ing.
Domenico Riccio ha scritto, a proposito della configurazione dell'opera in
costruzione, che "si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei
mezzi di soccorso". Nel tunnel fra Firenze e Bologna, osserva infatti,
è stata adottata la tipologia costruttiva denominata "galleria monotubo a
doppio binario" priva di tunnel di servizio, con finestre intermedie poste
a distanza reciproca di 6-7 km. "Nel caso di gallerie con finestre
intermedie - si legge nel parere del Comando fiorentino - non è
possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo
intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno
raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una
distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5
km".
I convogli che verranno
fatti transitare nelle viscere del Mugello e dell’Alto Mugello sono destinati dunque
a incrociarsi in un ambiente unico a velocità fra i 200 e i 300 km/h (nella
galleria di Monte Bibele, sul versante emiliano della tratta, FS vanta di aver
stabilito addirittura il primato mondiale di
velocità in galleria, 362 km/h,
segnati da un Frecciarossa il 3 febbraio scorso durante le prove della
nuova linea definita AV/AC!). Ma per la ragguardevole lunghezza di 60 km i
tunnel TAV risultano essere privi di una galleria parallela per l'evacuazione e
il soccorso, e sono perciò accessibili solo tramite lunghe discenderie,
caratterizzate da pendenze significative (fin oltre il 13%), con distanze fra
le finestre di accesso al tunnel di linea che superano in più casi i 4 km.
Si tratta di uno scenario
del tutto speciale sul piano dei profili di rischio, nel quale è evidente la
presenza di condizioni proibitive per lo stesso intervento in sicurezza dei
soccorritori.
È da osservarsi inoltre che
lungo circa due km della tratta TAV si sono resi necessari in Mugello, a
costruzione ultimata, a partire dal febbraio 2005 e per circa due anni,
interventi di demolizione e ricostruzione, che hanno interessato per intero due
gallerie (Morticine e Borgo Rinzelli) e un tratto della galleria Firenzuola.
Dagli atti trasmessi a Idra dalle
autorità competenti risulta che le gallerie in questione erano state costruite
senza armatura, benché in terreni argillosi!
Ai danni al territorio,
alle risorse naturali, al paesaggio, alla salute dei cittadini, che i Comuni da
Voi amministrati hanno dovuto subire nel corso degli ultimi tredici anni,
potendo avvalersi di un apparato di controlli spesso largamente insufficiente,
di un Osservatorio Ambientale Nazionale istituito in ritardo, privo di
strumenti efficaci di intervento, per lunghi mesi vacante e addirittura mai più
rinnovato a partire da maggio 2007 (nonostante la delicatezza della fase di
dismissione dei cantieri e i perduranti effetti ambientali nefasti di lungo
periodo, che non vengono così neppure più monitorati), si aggiungono adesso le
criticità legate alla gestione dell’esercizio della linea e ai suoi riflessi
sul territorio, dalla manutenzione delle strade e delle piazzole all’accesso da
parte dei mezzi di soccorso alle discenderie, e dalle discenderie alla linea.
Non si fa mistero del resto - da parte dei responsabili della sicurezza delle
imprese costruttrici – della necessità di supplire a tutta una serie di lacune
col cosiddetto “autosoccorso”...
La mancanza di una
galleria dedicata alla sicurezza e all’emergenza dovrebbe a nostro avviso ragionevolmente
inquietare: in caso di deragliamento, collisione, incendio, ma anche semplice guasto,
le ‘sorprese’ potrebbero rivelarsi – a causa delle velocità dei convogli e
dell’ambiente in cui transiteranno - di un ordine di grandezza difficilmente
confrontabile con quelli di altri incidenti ferroviari.
Ci saremmo attesi da
parte Vostra un segnale pubblico di preoccupazione e di allarme, almeno adesso
che si annuncia come imminente l'avvio dell’esercizio commerciale della tratta
TAV Bologna-Firenze, in calendario il prossimo 13 dicembre. Già alcuni
operatori, del resto, e lo stesso assessore alla Mobilità del Comune di Bologna,
hanno manifestato in queste settimane il proprio dissenso per il modo in cui si
va a inaugurare un’opera così vulnerabile, delicata e complessa.
Come Associazione
perseguiamo lo scopo di mantenere la massima attenzione sull’efficacia della
comunicazione e sul controllo della sicurezza delle infrastrutture.
Siamo certi della Vostra
consapevolezza sia delle responsabilità che gravano sugli Amministratori Locali
per gli aspetti di loro competenza in materia di salute e sicurezza dei
cittadini, sia dell’importanza del ruolo che giocano - grazie alla conoscenza
concreta e difficilmente sostituibile del territorio - gli Enti Locali nella
definizione e nella implementazione dei piani di emergenza, così come nella
capacità di previsione degli impatti che essi possono esercitare sull’ambiente,
sulle popolazioni residenti, sulle attività economiche. Qualsiasi
sottovalutazione di ciascuno di questi fattori rischierebbe di concorrere alla
produzione di conseguenze difficilmente accettabili. Parimenti incongrua ci
parrebbe la scelta di accogliere eventuali pressioni, avallare parametri non
condivisi o piani di intervento palesemente insufficienti a fronteggiare gli
scenari di rischio ipotizzabili. L’imposizione al Mugello di una progettazione,
quella della TAV, prevedibilmente devastante (e tale confermatasi nei fatti) ha
concorso a quella dilapidazione criminale di risorse territoriali di cui
soltanto a posteriori si è potuto
accertare e sanzionare penalmente in Tribunale il carattere di illegittimità.
Proprio in queste settimane la Corte dei conti sta verificando del resto le
responsabilità di talune articolazioni della
Pubblica Amministrazione anche sul piano del danno erariale. Confidiamo che
l’esperienza abbia fatto scuola, e che le attuali Amministrazioni del Mugello intendano
esercitare oggi a pieno il diritto-dovere di salvaguardare a voce alta la
sicurezza di un’infrastruttura che ha già colpito così profondamente i loro
territori mortificandone l’identità e che - per il modo stesso in cui è stata
concepita e realizzata - presenta indici elevatissimi di vulnerabilità. Confidiamo
nel fatto che non esiterete a rivendicare la completa soddisfazione delle
esigenze di tutela delle popolazioni da Voi amministrate, costrette per anni a
convivere con una cantierizzazione pesante e con l’illegalità diffusa attestata
dagli atti del processo celebrato a Firenze. Popolazioni che dal prossimo 13
dicembre 2009 potrebbero rischiare – se gli Amministratori locali non avranno
interpretato in maniera severa il proprio ruolo strategico – di dover convivere
con una nuova mina vagante di
dimensioni spettacolari, per le caratteristiche strutturali e gestionali sia
dell’opera sia degli interventi sin qui previsti - per quanto è dato a noi
conoscere - per la sua ‘messa in sicurezza’.
Chiediamo quindi a Voi di
sapere:
a)
se
le infrastrutture che dovranno servire per il soccorso siano da Voi considerate
idonee a garantire l’intervento dei mezzi e degli uomini;
b)
quali
provvedimenti abbiate deciso o abbiate intenzione di assumere perché siano implementati,
prima dell’entrata in esercizio della linea, interventi risolutivi delle
problematicità registrate, affinché non abbiano a verificarsi eventi con conseguenze
più o meno catastrofiche;
c)
in
che modo e in quale misura sia stato programmato da parte Vostra, o col Vostro
contributo, di destinare risorse
alle strutture di primo intervento, di garantire efficienza
diurna e notturna, in tutte le stagioni, alla viabilità di accesso agli
imbocchi delle gallerie e alle discenderie, alle piazzole di soccorso, alle
superfici a disposizione degli elicotteri, alla relativa segnaletica, e di
attuare i lavori conservativi necessari ad
assicurarne la corretta manutenzione;
d)
se
e come si sia provveduto ad attivare un piano di addestramento e di formazione
del personale volontario di soccorso, tale da sostenere a partire dal primo
giorno dell’esercizio commerciale della tratta, e negli anni a seguire, la
credibilità di qualsiasi piano di intervento,
e)
quando
gli Uffici competenti della Vostra Amministrazione siano stati invitati a
partecipare alla stesura dei Piani di soccorso e di emergenza, e in quale misura
le Vostre proposte, osservazioni o richieste siano state recepite.
Da parte nostra siamo in
grado di documentarVi, con la nota allegata a firma dell’Assessore alla
Mobilità del Comune di Bologna dott.ssa Simonetta Saliera, indirizzata in data
12.10.’09 al Prefetto di Bologna (Allegato 1), con la “domanda di attualità” indirizzata
al Sindaco di Bologna in data 18.11.’09 dal consigliere comunale Daniele
Carella (Allegato 2) e con la risposta fornita in data 20.11.’09 dall’Assessore
Saliera (Allegato 3), quale e quanto disagio sia stato formalizzato da quella
Amministrazione Comunale per le carenze tuttora riscontrabili nel territorio
del capoluogo emiliano in relazione alle esigenze di sicurezza legate alla
prospettiva dell’esercizio commerciale della linea TAV.
Rispettosi saluti,
il presidente
Girolamo
Dell’Olio
In allegato:
Allegato 1 (n. 2 pagine)
Allegato 2 (n. 1 pagina)
Allegato 3 (n. 3 pagine)