Associazione di volontariato Idra

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Firenze, 8.7.'09

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

dott. Silvio BERLUSCONI

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RACCOMANDATA AR

 

 

 

OGGETTO: Sicurezza sulla rete ferroviaria nazionale: osservazioni e segnalazione urgente.

 

 

 

Egregio Presidente del Consiglio,

 

 

all’indomani dei funerali di Stato per le vittime del disastro ferroviario di Viareggio desideriamo farLe pervenire in via formale alcune osservazioni sul tema della sicurezza sulla rete ferroviaria nazionale, nuovamente dibattuto in questi giorni, e una segnalazione specifica, che deriviamo dalla nostra esperienza più che decennale di cittadini impegnati nel monitoraggio del trasporto su ferro.

 

Come la stragrande maggioranza di coloro che si sono espressi su quello che è accaduto a Viareggio dopo episodi analoghi fortunosamente non altrettanto distruttivi occorsi di recente per la rottura dell'asse dei carri sulla stessa rete toscana, a San Rossore (Pisa) e a Vaiano (Prato), riteniamo che non sia ulteriormente proponibile un rimpallo di responsabilità su altri soggetti da parte delle Ferrovie dello Stato. È necessario infatti, come si va sostenendo da tempo e da più parti, che le Ferrovie dello Stato, in quanto responsabili di gran parte della rete ferroviaria italiana, esercitino un’opera di vigilante verifica sull’affidabilità del materiale rotabile che vi circola. In special modo – sembrerebbe cosa elementare! – sull’affidabilità del materiale adibito ai trasporti pericolosi.

 

Ma vorremmo qui proporLe con ogni possibile sentimento di urgenza un’ulteriore tematica che in questi giorni nessun esponente politico, nessun organo di informazione di massa, sembra avere evidenziato, suscettibile di presentare però risvolti assai drammatici in futuro.

Anche l’Alta Velocità è, in una delle sue tratte più pubblicizzate come modello di progettazione e di realizzazione d’avanguardia, tutt’altro che immune dal virus dell’inaffidabilità in fatto di sicurezza.

Nel caso della tratta AV in galleria Bologna-Firenze, infatti, ci risulta essere tuttora presente una gravissima lacuna progettuale: i Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco dei due capoluoghi non sono stati coinvolti né interpellati nella fase della progettazione dell’opera, come invece è previsto dalla Legge 191/74, nonostante fosse prevista la realizzazione di ben 60 km di tunnel, e nonostante che la galleria ferroviaria che collega le due città abbia le caratteristiche di un mono-tubo, e sia dunque destinata a ospitare convogli che si incrocerebbero nel medesimo ambiente ad alte velocità e con elevata frequenza. E così 60 km di tunnel TAV sotto l’Appennino sono stati costruiti senza una galleria parallela per il soccorso e l’evacuazione. Curiosamente, la stessa Legge 191 del 1974 è stata invece applicata tre anni dopo, nel ’98, per gli ultimi 11 km di tunnel in direzione Firenze.

Illuminanti, a questo riguardo, le ammissioni dell’ing. Alessandro Focaracci in occasione dell’inchiesta sulle Ferrovie dello Stato trasmessa il 19 novembre 2008 da “Exit”, sull’emittente televisiva “La7”. L’ing. Focaracci, che secondo l’intervistatrice “ha collaborato alla progettazione e ha redatto il piano sicurezza”, dichiara testualmente, in merito alle soluzioni adottate in caso di deragliamento o collisione in galleria: “E’ previsto che l’esodo deve avvenire.... è un autosoccorso... cioè i passeggeri devono poter scendere e raggiungere i punti di uscita autonomamente”!

Il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, del resto, in un Parere emesso il 23.7.’98 scrive, a proposito della configurazione dell'opera in costruzione, che "si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". Nel tunnel fra Firenze e Bologna, infatti, è stata adottata la tipologia costruttiva denominata "galleria monotubo a doppio binario" priva di tunnel di servizio, con finestre intermedie poste a distanza reciproca di 6-7 km. "Nel caso di gallerie con finestre intermedie - si legge nel Parere del Comando fiorentino - non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5 km".

Dopo l’incidente ferroviario del 6 giugno scorso a Vaiano, nella galleria di Val di Sambro fra Firenze e Bologna, abbiamo letto che, secondo FS, “la situazione è destinata a mutare radicalmente a dicembre con l’attivazione dei due nuovi binari della linea ad Alta velocità”. Noi temiamo invece che sotto il profilo della sicurezza e della prevenzione possa rivelarsi drammaticamente vero il contrario! Il futuro viaggio sotterraneo fra Firenze e Bologna a 300 km/h appare ancor più vulnerabile, infatti, proprio per effetto delle elevatissime velocità a cui i convogli dovranno incrociarsi in un unico tubo sprovvisto della viabilità di soccorso.

In più occasioni anche il prof. Aurelio Misiti, per otto anni presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e già presidente della Commissione di collaudo della tratta TAV Firenze-Bologna, ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe assicurato il nulla osta all’agibilità dell’opera in assenza della galleria parallela di soccorso. Galleria che a tutt’oggi non esiste, e nemmeno si prevede di realizzare.

 

Le prospettive future per la sicurezza ferroviaria in  Italia appaiono dunque tutt’altro che rassicuranti.

 

Ci sembra pertanto inderogabile e urgente, Signor Presidente, che vengano assunti provvedimenti adeguati, atti a colmare i vuoti di responsabilità che abbiamo ritenuto doveroso segnalarLe.

Abbiamo appena pianto i caduti di Viareggio. Abbiamo appena iniziato a valutare gli ingenti danni economici che sono derivati, nell’ordine di decine di milioni di euro, da quella che allo stesso premier è apparsa essere – secondo quanto riporta la stampa - una falla non tollerabile nelle regole che disciplinano la movimentazione dei vagoni cisterna. Non vorremmo dover piangere, a causa di carenze nella sicurezza palesi e conclamate come quelle descritte per la tratta appenninica TAV, un numero di vittime assai superiore, e conseguenze erariali ancor più devastanti, qualora dovesse verificarsi – nelle condizioni in cui le FS annunciano di voler inaugurare il prossimo dicembre l’esercizio della tratta scavata sotto l’Appennino tosco-emiliano – un qualsiasi incidente dovuto a deragliamento, collisione o attentato. Insistere nella rimozione istituzionale di un tale rischio di strage annunciata, che abbiamo più volte segnalato in passato alle autorità competenti, ci sembrerebbe inaccettabile.

 

Siamo a Sua disposizione per ogni necessaria documentazione o approfondimento.

 

 

Il presidente

Girolamo Dell’Olio

 

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