Associazione di volontariato Idra
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totale n. 2 pagine (inclusa la
presente)
Firenze, 5.2.'04
Assessore all’Urbanistica
arch. Giani BIAGI
e-mail
segr_ass.urbanistica@comune.fi.it
Gentile assessore,
Le scriviamo per chiederLe di ritirare la
querela e la relativa richiesta di risarcimento personale inoltrata da Lei, dal
direttore e dal dirigente dell’Assessorato all’Urbanistica a carico di un
cittadino di Firenze, rappresentante del Coordinamento dei Comitati Cittadini,
che avrebbe usato nel corso di un’assemblea pubblica nei Vostri confronti –
leggiamo sui giornali – espressioni considerate diffamatorie.
Le chiediamo di soprassedere su quella
decisione per più di un motivo.
Innanzitutto, perché Lei è membro del
governo di questa città, e il potere di cui dispone è incommensurabilmente
superiore a quello del cittadino accusato. Se abbiamo capito bene, l’episodio
al quale Lei si riferisce sarebbe occorso una sola volta, nel contesto di
un’assemblea di residenti più o meno giustificatamente esasperati per lo
stravolgimento delle condizioni di vita legate a certe trasformazioni
urbanistiche avvenute nel quartiere di Santa Croce. Ci pare comprensibile –
anche se non condivisibile - che in simili occasioni possano essere pronunciate
espressioni inappropriate o sopra le righe. Non sembra anche a Lei che
comportamenti del genere possano derivare anche da condizioni di frustrazione che i cittadini
sperimentano vedendo inascoltate, ormai da lungo tempo, istanze che pur
sembrano avere il carattere di un’argomentata ragionevolezza? Appare ingeneroso segnalare alla magistratura simili
sbavature per richiedere a cittadini lavoratori, che dispongono di redditi
ordinari, l’esborso di cifre ingenti a titolo di risarcimento economico
personale.
C’è poi una tale disparità fra i mezzi di
comunicazione di cui Lei, assessore, dispone presso Palazzo Vecchio e quelli a
cui si aggrappano i cittadini senza partito e senza apparato ogni volta che
tentano di far sentire la propria voce, che se questa voce qualche volta suona
distorta o sgradevole ci sembra sproporzionato il ricorrere a strumenti di tipo
giudiziario. Sarebbe forse bastato uno dei tanti comunicati stampa di cui la
giunta di Palazzo Vecchio fa quotidianamente uso, con riflessi puntuali sui
mezzi di informazione di massa, per segnalare e stigmatizzare – in sede prima
di tutto politica, dato che di polis si sta parlando – eventuali
scorrettezze nei toni o nei contenuti registrate in assemblee che di polis
si occupano.
Il fatto che Ella non abbia inteso ricorrere
– come sembra – a questo consueto strumento di pubblicità cui la Giunta fa
sovente ricorso ci induce a ritenere che forse l’offesa sia stata da Lei
percepita come oltremodo grave e meritevole di sanzione esemplare. Ma ci
domandiamo - anche qui - se si possa considerare tale una sola espressione per
quanto ritenuta pesante, usata in una sola circostanza pubblica, da parte di un
solo cittadino. Non Le sembra che vi sia anche in questo caso una certa
sproporzione fra la reazione attivata e il fatto contestato?
Le chiediamo dunque, gentile assessore, di riflettere ancora,
insieme al direttore e al dirigente del Suo assessorato, sull’opportunità della
Vostra decisione, dato che come cittadini indipendenti non consideriamo un
segnale di apertura e di benevolenza nei confronti della città la richiesta di
130.000 euro di risarcimento a un cittadino lavoratore, a maggior ragione
essendo questi residente in un contesto di sofferenza urbana così marcato come
quello che il quartiere di Santa Croce lamenta di vivere quotidianamente.
Ci permettiamo di suggerirLe di intavolare piuttosto con i
comitati dei cittadini che dimostrano passione per la polis un rapporto
di frequentazione atto a promuovere in tutti l’esercizio del dibattito con toni
che, quand’anche aspri, si mantengano però sempre nell'ambito della correttezza
civile. Toni che noi auspichiamo fortemente, ma talvolta umanamente difficili
da praticare quando si ha la sensazione – giusta o sbagliata che sia – che gli
argomenti prodotti non ricevono dall’amministrazione pubblica l’attenzione
sperata.
Girolamo Dell’Olio