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totale n. 2 pagine (inclusa la presente)

Firenze, 5.2.'04

 

Assessore all’Urbanistica

arch. Giani BIAGI

COMUNE DI FIRENZE

fax 055.262.46.16

e-mail segr_ass.urbanistica@comune.fi.it

 

 

Querela ai cittadini per diffamazione:

lettera aperta all’assessore all’Urbanistica arch. Gianni Biagi

 

 

Gentile assessore,

 

Le scriviamo per chiederLe di ritirare la querela e la relativa richiesta di risarcimento personale inoltrata da Lei, dal direttore e dal dirigente dell’Assessorato all’Urbanistica a carico di un cittadino di Firenze, rappresentante del Coordinamento dei Comitati Cittadini, che avrebbe usato nel corso di un’assemblea pubblica nei Vostri confronti – leggiamo sui giornali – espressioni considerate diffamatorie.

Le chiediamo di soprassedere su quella decisione per più di un motivo.

Innanzitutto, perché Lei è membro del governo di questa città, e il potere di cui dispone è incommensurabilmente superiore a quello del cittadino accusato. Se abbiamo capito bene, l’episodio al quale Lei si riferisce sarebbe occorso una sola volta, nel contesto di un’assemblea di residenti più o meno giustificatamente esasperati per lo stravolgimento delle condizioni di vita legate a certe trasformazioni urbanistiche avvenute nel quartiere di Santa Croce. Ci pare comprensibile – anche se non condivisibile - che in simili occasioni possano essere pronunciate espressioni inappropriate o sopra le righe. Non sembra anche a Lei che comportamenti del genere possano derivare anche da condizioni di frustrazione che i cittadini sperimentano vedendo inascoltate, ormai da lungo tempo, istanze che pur sembrano avere il carattere di un’argomentata ragionevolezza? Appare  ingeneroso segnalare alla magistratura simili sbavature per richiedere a cittadini lavoratori, che dispongono di redditi ordinari, l’esborso di cifre ingenti a titolo di risarcimento economico personale.

C’è poi una tale disparità fra i mezzi di comunicazione di cui Lei, assessore, dispone presso Palazzo Vecchio e quelli a cui si aggrappano i cittadini senza partito e senza apparato ogni volta che tentano di far sentire la propria voce, che se questa voce qualche volta suona distorta o sgradevole ci sembra sproporzionato il ricorrere a strumenti di tipo giudiziario. Sarebbe forse bastato uno dei tanti comunicati stampa di cui la giunta di Palazzo Vecchio fa quotidianamente uso, con riflessi puntuali sui mezzi di informazione di massa, per segnalare e stigmatizzare – in sede prima di tutto politica, dato che di polis si sta parlando – eventuali scorrettezze nei toni o nei contenuti registrate in assemblee che di polis si occupano.

Il fatto che Ella non abbia inteso ricorrere – come sembra – a questo consueto strumento di pubblicità cui la Giunta fa sovente ricorso ci induce a ritenere che forse l’offesa sia stata da Lei percepita come oltremodo grave e meritevole di sanzione esemplare. Ma ci domandiamo - anche qui - se si possa considerare tale una sola espressione per quanto ritenuta pesante, usata in una sola circostanza pubblica, da parte di un solo cittadino. Non Le sembra che vi sia anche in questo caso una certa sproporzione fra la reazione attivata e il fatto contestato?

Le chiediamo dunque, gentile assessore, di riflettere ancora, insieme al direttore e al dirigente del Suo assessorato, sull’opportunità della Vostra decisione, dato che come cittadini indipendenti non consideriamo un segnale di apertura e di benevolenza nei confronti della città la richiesta di 130.000 euro di risarcimento a un cittadino lavoratore, a maggior ragione essendo questi residente in un contesto di sofferenza urbana così marcato come quello che il quartiere di Santa Croce lamenta di vivere quotidianamente.

Ci permettiamo di suggerirLe di intavolare piuttosto con i comitati dei cittadini che dimostrano passione per la polis un rapporto di frequentazione atto a promuovere in tutti l’esercizio del dibattito con toni che, quand’anche aspri, si mantengano però sempre nell'ambito della correttezza civile. Toni che noi auspichiamo fortemente, ma talvolta umanamente difficili da praticare quando si ha la sensazione – giusta o sbagliata che sia – che gli argomenti prodotti non ricevono dall’amministrazione pubblica l’attenzione sperata.

 

 

Il presidente

Girolamo Dell’Olio

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