Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana
per la promozione e la tutela del
patrimonio ambientale e culturale
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Firenze, 2.11.’09
Lettera aperta
al sindaco di
Firenze Matteo Renzi
fax
055.27.68.275, e-mail sindaco@comune.fi.it
Gentile
sindaco,
se
è vero che nel Palazzo ha potuto allignare la “corrosione del rispetto dell’etica
pubblica e della civitas”,
allora è un’intera classe dirigente cittadina a esser chiamata in causa dalla
magistratura. Un’élite imprenditoriale nazionale, del resto, ha ricevuto a
marzo condanne esemplari per la più ciclopica opera mai realizzata in Toscana,
il tunnel TAV sotto l’Appennino fra Firenze e Bologna: impatti ambientali
devastanti, condotte criminose finalizzate a profitti illeciti, lievitazione
fuori controllo della spesa pubblica.
Di
là dal crinale, Bologna soffre oggi l’umiliazione di scavi infiniti, case
evacuate, danni alla salute.
Piace
quindi leggere nel Suo programma l’intenzione di recuperare “spazi di libertà e di
bellezza per i nostri figli” e di prediligere “la città del fiore, non la città del
cemento”. Ma due
tunnel TAV e sei o otto corsie di tangenziale sotto “la città del fiore”
cos’altro sarebbero se non l’applicazione anche al sottosuolo del rovinoso
paradigma del calcestruzzo?
Un
unico e aberrante denominatore comune sottende d’altra parte l’architettura
finanziaria delle grandi opere modello TAV: la licenza di sperpero delle
risorse pubbliche. Con un general
contractor fuori controllo, tempi e costi possono lievitare impunemente. Un
meccanismo che anche la Corte dei conti e l’Autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici hanno bollato come improponibile. Noi abbiamo messo a Sua
disposizione documenti, cronache, esperti di livello nazionale. Abbiamo
proposto incontri, strategie, soluzioni. Mai un riscontro. Ma quanto sarebbe
credibile una Firenze che si vuole “capitale
internazionale di un’informazione libera” se non si è poi in grado di
praticarla in casa, qui e ora? Possiamo permetterci di continuare ad allevare
generazioni di bambini all’ombra di barriere antirumore, betoniere, camion,
polveri e smog, con la scusa che si sta lavorando per il loro futuro? Qualcuno
penserà mai al loro presente?
È
vero: il sindaco di una città pur preziosissima al mondo come Firenze può non
bastare a rimettere su gambe ferme una spesa pubblica impazzita che, scrive la
Corte dei conti, “pregiudica l’equità intergenerazionale,
caricando in modo sproporzionato su generazioni future ipotetici vantaggi
goduti da quelle attuali”. Ma può ben promuovere una verifica delle
scelte operate in passato senza che fossero garantiti dibattito pubblico e
confronto trasparente fra opzioni, costi e benefìci, accompagnate dall’uso
disinvolto di scorciatoie procedurali, in contesti che appaiono oggi
palesemente inquinati. Il sindaco può, riteniamo, denunciare a viso aperto i meccanismi finanziari
perversi che promettono soltanto danno erariale, degrado ambientale, tempi
indefiniti e sofferenza sociale. Le buone soluzioni non mancano: sembra mancare
– ancora oggi – la capacità di ascolto.
Il presidente
Girolamo Dell’Olio