Associazione
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urgente
OGGETTO:
DPEF e progetto di sottoattraversamento AV di Firenze.
Egregio Presidente del
Consiglio,
ci auguriamo che sia
possibile contribuire, anche dal versante della società civile, a definire un Documento
di Programmazione Economico-Finanziaria che permetta alla nave del nostro Paese
di invertire la rotta sciagurata che ha fatto accumulare negli ultimi decenni debiti
spaventosi di cui dovranno farsi carico le future generazioni.
Non bastano forse a
richiedere le necessarie cautele l’incertezza e le difficoltà alle quali i
nostri giovani sono esposti quando cercano lavoro, quando cercano casa, quando
immaginano il proprio futuro e – perché no – la propria vecchiaia? E’ saggio continuare
a proporre politiche di spesa pubblica scientificamente incontrollata lungo l’orizzonte temporale pluriennale che caratterizza un DPEF, investendo in opere come
Qualche giorno fa,
abbiamo appreso, si è rivolto a Lei il presidente della Giunta regionale
toscana Claudio Martini, per sollecitare l’erogazione completa dei fondi che il
Governo stanziò nel lontano 2002 allo scopo di iniziare a ‘rammendare’ (stonerebbero
verbi più ottimistici) le gravi e irreversibili ferite ambientali provocate nel
territorio del Mugello dalla cantierizzazione per l’Alta Velocità. Una “grande
(?) opera” che ha visto lievitare l’impegno finanziario dell’erario dai 2.100
mld di vecchie lire (annunciati come investimenti al 60% privati) agli oltre
10.000 mld attuali (quando ancora la tratta è lungi dall’essere terminata in condizioni
che garantiscano un esercizio in sicurezza), attestati dai conti ufficiali (che
qualcuno considera tuttavia ancora alquanto sottostimati). Il presidente
Martini non ha soltanto chiesto, nella lettera a Lei indirizzata i cui
contenuti sono stati resi noti la scorsa settimana, i 15 milioni di euro impegnati
nel 2002 e non ancora erogati: ha anche prospettato la necessità urgente di disporre
di altri 40 milioni di euro, necessari ai lavori di ricucitura ambientale in un
Mugello che ha continuato a subire – dopo il 2002 - i colpi del dissesto
ambientale TAV. Secondo i periti della Procura di Firenze, che hanno depositato
una propria relazione al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a
carico delle imprese costruttrici della tratta TAV Bologna-Firenze, i danni
ambientali reali ammonterebbero fino ad oltre un miliardo di euro!
Ebbene: a fronte
dell’evidente enormità dell’impatto della TAV e della palese scarsità di
risorse, che non permette di disporre neppure dei primi “spiccioli” necessari a
curare l’ambiente e le economie ferite dalla cantierizzazione nel nostro
territorio, suonerebbe davvero come un controsenso, un autentico paradosso, la scelta di impegnare quantità assai più
significative di denaro pubblico in opere come il sottoattraversamento AV di
Firenze (in questo caso sono in gioco infatti parecchie centinaia di milioni di
euro), che promettono di incidere in maniera assai critica - e per un lunghissimo
arco temporale - sulla vivibilità, la sicurezza e l’economia della città e
della sua area metropolitana, nonché sullo stesso erario. Ciò in virtù del
fatto che l’architettura finanziaria del progetto di doppio sottoattraversamento
(grazie al meccanismo apparentemente autolesionista, per lo Stato, del general contractor) è analoga a quella –
sistematicamente dissipativa – che ha propiziato la realizzazione lenta, onerosa
e devastante della tratta TAV fra Bologna e Firenze, già demolita e ricostruita
in più punti prima ancora di essere inaugurata!
Riteniamo che sia
arrivato il momento di considerare con l’attenzione che meritano, mai loro
riservata, le alternative progettuali in grado di soddisfare le esigenze di
modernizzazione, economicità, efficacia trasportistica e sostenibilità
ambientale che l’Italia rivendica, dalla Val di Susa a Trieste, dal Brennero ad
Agrigento. Si tratta dappertutto di interventi immediatamente praticabili,
assai più rapidi ed economici di quelli già posti in essere o in programma, che
permetterebbero – come nel caso del nodo ferroviario di Firenze e del sistema
dei trasporti regionali toscani di passeggeri e merci - di contribuire in modo
finalmente efficace al potenziamento del trasporto pubblico di massa su ferro,
al trasporto rapido di lunga percorrenza e alla “cura del ferro” per le merci.
Si tratterebbe, signor
Presidente, nient’altro che di attenersi alla sostanza di quanto l’Europa
effettivamente ci chiede. La decisione N. 1692/96/CE del Parlamento Europeo e
del Consiglio (23 luglio 1996) sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo
della rete transeuropea dei trasporti[1] così
recita infatti al comma 2 dell’art. 10 (Caratteristiche della rete
ferroviaria):
«La rete ferroviaria ad alta
velocità comprende:
· linee specialmente costruite per l’alta velocità, attrezzate per
velocità generalmente pari o superiori a
· linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità, attrezzate per
velocità pari a circa
· linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità. a carattere
specifico a causa di vincoli legati alla topografia, al rilievo o ai nuclei
urbani, la cui velocità deve essere adeguata caso per caso.
Tale rete è composta dalle linee indicate nell’allegato I
quali linee ad alta velocità o linee ristrutturate per l’alta velocità».
Rientrano, dunque, nella
definizione europea di Alta velocità, sia le linee specializzate per velocità
“pari o superiori” a
Come abbiamo segnalato
da quasi un anno senza alcun successo ai Ministri dell’Ambiente, delle
Infrastrutture e dei Trasporti, la nostra Associazione è in grado di mettere a
disposizione del Governo una delegazione tecnica nazionale di alto livello, con
competenze multidisciplinari di natura trasportistica, finanziaria,
ingegneristico-progettuale, urbanistica e ambientale. Ci auguriamo di essere
finalmente considerati e convocati.
Chiediamo intanto – come
primo segno di inversione della cultura dello spreco di risorse e
dell’indebitamento a danno delle future generazioni – che le cifre relative ai
finanziamenti per la realizzazione del ciclopico e pericoloso progetto di
sottoattraversamento AV di Firenze siano cancellate dal DPEF e sostituite da
quelle, assai più ragionevoli, che scaturiscono dalla stima dei costi necessari
a realizzare i progetti socialmente utili e trasportisticamente efficaci di cui
la comunità fiorentina, toscana e nazionale avverte urgentemente esigenza.
L’Italia ha bisogno di cominciare a liberare futuro, non di continuare a
indebitarlo!
Il presidente
Girolamo Dell’Olio
[1] Decisione n. 1692/96/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio, Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee
n. L. 228/1 del 9 settembre 1996.