Associazione
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Dott. Patrick COX
STRASBURGO
e-mail pcox@europarl.eu.int
p.c. Al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica
Italiana
Dott. Silvio BERLUSCONI
Piazza Colonna 370
00187 R O M
A
fax 06.678.38.38
centromessaggi@palazzochigi.it
OGGETTO: Inclusione nel Ten del progetto di Ponte sullo Stretto di Messina: nostre
considerazioni urgenti e richiesta di iniziativa.
Gentile Presidente,
siamo rimasti stupiti nell'apprendere, sabato 13 gennaio scorso, che la cancellazione del progetto italiano per il "Ponte sullo Stretto di Messina" dalla lista Ten, appena votata dal Parlamento Europeo, sia stata incredibilmente ribaltata nel breve volgere di 48 ore.
Rileviamo dagli organi di informazione che il Parlamento Europeo aveva
ritenuto "necessario effettuare
un'ulteriore valutazione ambientale e strategica nonché un'analisi dei
costi-benefici sul piano socio-economico" (Il Sole 24 Ore, 12.3.'04). Si tratta, gentile Presidente, di
esigenze che noi stessi avevamo urgentemente posto al Presidente del Consiglio
dei Ministri del nostro Paese, dott. Silvio Berlusconi, il 26 giugno 2002, in
una lunga lettera aperta a lui indirizzata (che ci permettiamo di allegarLe in
copia), inviata a suo tempo per conoscenza anche al Governatore della Banca
d'Italia.
Era già possibile paventare infatti, all'epoca, la presenza di gravissime lacune progettuali.
Al primo posto segnalavamo la mancanza di un "meditato studio sui rapporti fra costi finanziari/ambientali,
benefici trasportistici e capacità di reperimento delle risorse necessarie. Che
tenga quindi debito conto dei flussi di traffico attuali e realisticamente
ipotizzabili in futuro, delle spese di manutenzione di tale complessa
struttura, che ipotizziamo considerevoli, e della quantificazione e
sostenibilità dei pedaggi da parte dell'utenza".
Chiedevamo inoltre se "prima
di procedere a investimenti della portata anzidetta sia stata assicurata, nel
quadro di una visione organica del sistema nazionale dei trasporti, una
altrettanto ponderata valutazione del rapporto comparato costi/benefici fra le
alternative possibili. Auspicabilmente nella direzione di un alleggerimento del
peso infrastrutturale sul territorio, nonché della valorizzazione delle risorse
naturali del nostro Paese. Ci riferiamo, ad esempio, al sostanziale impulso che si sarebbe potuto
dare – e che sembra urgente garantire - al cabotaggio marittimo".
Proponevamo infine un lungo excursus sulla vicenda "alta velocità ferroviaria" in Italia, che ad una analisi oggettiva si prospettava fin dal suo inizio finanziariamente fallimentare, e la cui nascita mostrava modalità preoccupantemente analoghe a quella prospettata per il "Ponte". Segnalavamo anche il punto nodale dei project-financing fantasma, ovverosia la partecipazione delle aziende private soltanto promessa e mai mantenuta. Project-financing che ora i promotori e i sostenitori del Ponte prospettano nuovamente con la medesima apparente sicurezza, mentre i responsabili della cosa pubblica appaiono dimentichi di quanto la mancata applicazione dello schema di project-financing nella realizzazione dei dispendiosissimi progetti di Alta Velocità abbia già impoverito, e seguiterà a farlo massicciamente in futuro, le casse del nostro Stato.
Non riusciamo a vedere come possa essere considerato attendibile, gentile Presidente, il piano economico-finanziario dell'opera del Ponte sullo Stretto se - considerato il "peccato originale" che paventiamo lo caratterizzi, un sospetto talmente fondato da essere stato evidenziato anche da codesto Parlamento - tale piano non sarà corredato da una adeguata e completa analisi costi-benefici!
Ci è facile supporre che, come già avvenuto in passato per l'Alta
Velocità, "si farà ricorso al
mercato dei capitali", come afferma l'Amministratore Delegato della
"Ponte sullo Stretto SpA", Pietro Ciucci (ancora sul Sole 24 Ore del 12 marzo u.s.). Il
nostro Governo appare infatti deciso a portare avanti il progetto del Ponte in ogni caso, anche in mancanza
del contributo comunitario in discussione. E quindi riteniamo che l'espressione
del dott. Ciucci possa essere interpretata nel senso che il contribuente
italiano, e per la sua parte quello europeo,
dovranno indebitarsi per pagare una infrastruttura la cui compatibilità con le
priorità trasportistiche e ambientali resta ancora da dimostrare.
Peraltro, sulla stessa reale convenienza del modello TAV SpA di Alta Velocità nel nostro Paese, anche in una prospettiva europea, il parere che noi esprimiamo è estremamente negativo. Purtroppo non ci è dato di argomentarne in dettaglio in questa sede.
Che il Ponte sullo Stretto rischiasse di
servire, gentile Presidente, soprattutto a coloro che avessero avuto in sorte
di costruirlo con le risorse economiche altrui, lo avevamo già scritto al dott.
Pedro Solbes Mira, Commissario agli Affari Economici dell'Unione Europea, in
data 30.10.'02 (copia della lettera anch'essa allegata alla presente). In
quella circostanza citavamo il prof. Marco Ponti, economista del Politecnico di
Milano, secondo il quale vi sarebbe stata una fiera polemica presso il nostro Ministero dei Trasporti circa
l’opportunità o meno di redigere l'"analisi costi benefici". "La decisione è stata no, di non
scriverla, dichiarò Marco Ponti alla trasmissione televisiva di Rai 3
"Report" martedì 24 settembre 2002. "Perché si temeva che i risultati non fossero buoni. E
com'era ovvio dati i dati di traffico, non era difficile aspettarsi con quei
dati di traffico, l'analisi costi benefici è venuta molto negativa, non
negativa". E proseguiva: "Viene
sinistramente ad assomigliare alla vicenda dell'alta velocità, cioè privati che
mettono soldi ma non investono, cioè non rischiano questi soldi. Questi soldi
sono di fatto garantiti dallo Stato, e allora sono buoni tutti. Se lo Stato
alla fine garantisce, chiunque mette i soldi, tanto il ritorno è garantito. E'
come un prestito, è come Bot e Cct".
Nella
medesima trasmissione televisiva venne interpellato Giuseppe Zamberletti,
presidente della Stretto di Messina
S.p.A., il quale alla domanda circa il rischio di minaccia terroristica alle grandi opere rispose: "Il ponte è il meno sensibile degli
obiettivi che si possa immaginare. I tunnel e le gallerie sono sensibili". All'epoca, scrivemmo al dott. Solbes
che eravamo piuttosto d'accordo con questa affermazione del presidente della Stretto di Messina S.p.A., ma che
eravamo invece molto preoccupati per
i 72 km di tunnel dell'Alta Velocità ferroviaria in costruzione tra Firenze e
Bologna, priva per 60 km del tunnel
parallelo di soccorso. Un potenziale ‘obiettivo perfetto’ per micidiali
attacchi terroristici, offerto su un vassoio d'argento a possibili menti
criminali dai progettisti e dai fautori del modello TAV SpA di Alta Velocità?
Ci permettiamo di richiamare ancora una volta oggi questa circostanza,
dolorosamente ma responsabilmente, all'indomani dei tragici fatti di Spagna.
Alla luce
della vicenda descritta, gentile Presidente, ci duole dover concludere che non
possiamo riporre quasi alcuna fiducia nei responsabili della cosa pubblica nel nostro Paese, né negli
esponenti politici che fanno riferimento all’attuale opposizione parlamentare,
che nelle vesti di maggioranza di governo ha a suo tempo promosso e
fiancheggiato anch’essa le politiche infrastrutturali fallimentari che abbiamo
cercato sinteticamente di descrivere. E' nostra opinione che tali politiche recheranno al nostro
sistema-Paese, e a chi volesse investire in esso, danni finanziari
quantitativamente ben maggiori di quanti ne hanno arrecati il crack Parmalat e
altri consimili.
Leggiamo che
il Ministro italiano per le politiche comunitarie, prof. Rocco Buttiglione,
avrebbe dichiarato giovedì scorso, quando ancora le ragioni del buon senso –
intorno al progetto di Ponte sullo
Stretto - parevano aver prevalso in Europa, che "si cerca di ostacolare un'opera fondamentale per collegare la
Sicilia con le aree più ricche e vitali d'Europa" (ancora il Sole 24 Ore del 12 marzo u.s. ).
Ovviamente non condividiamo in alcun modo questa affermazione, che consideriamo
anzi strumentale. Tutto è migliorabile, ma sappiamo che operatori commerciali
siciliani già si avvalgono con soddisfazione, per l'export, del mezzo aereo e
di quello marittimo, avendoli trovati maggiormente confacenti alle loro
esigenze rispetto a quello terrestre. Nuovamente, portino piuttosto i fautori
del Ponte un documentato studio di
fattibilità - quello che chiedemmo quasi due anni fa, senza ricevere alcuna
risposta, al Presidente del Consiglio del nostro Paese: in tal caso volentieri
riconsidereremo la nostra posizione.
Gentile
Presidente, desideriamo qui metterLa a parte dei sensi del nostro disappunto e
della nostra vibrata protesta al constatare che la prudente, argomentata e
ponderata decisione del Parlamento Europeo è stata ribaltata nel breve volgere
di due notti dal Comitato dei rappresentanti permanenti. Non vorremmo che
quanto avvenuto fornisse motivi fondati di preoccupazione per le sorti delle
procedure di democrazia nell’ambito delle istituzioni europee.
Le chiediamo
quindi con sentimento di urgenza, e anche nell'evidente interesse dei
contribuenti degli Stati membri della UE, di adoperarsi in tutte le opportune
sedi istituzionali affinché, in questa vicenda a suo modo paradigmatica, possa
venire prontamente ripristinata l'originaria volontà del Parlamento
comunitario.
Le chiediamo
altresì di intervenire presso i responsabili del Governo del nostro Paese
affinché ottemperino prontamente, con il rispetto dovuto alle esigenze poste
dalle istanze comunitarie, alle richieste di approfondimento dettate dalla
diligenza comune.
Con
gratitudine per l'attenzione prestata ai nostri argomenti e per tutto quanto
Ella vorrà promuovere a tutela dell'interesse generale della UE, fiduciosi in un Suo riscontro, Le porgiamo i
nostri ossequi.
Il
vicepresidente