Associazione di volontariato Idra
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Firenze, 20.5.’02
Al Nodo Lilliput Firenze
Cari Amici,
abbiamo ricevuto la Vostra del 16 maggio scorso, dove segnalate l'opportunità di aderire all'invito del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, per la partecipazione al "Meeting di San Rossore 2002".
Si tratta certamente di un invito da tenere in debita considerazione. Ma, per valutarne appieno tutte le rilevanti implicazioni, che desideriamo condividere con Voi, pensiamo sia necessario sostare un attimo e fare il punto della situazione.
Come sapete, il nostro impegno è dedicato principalmente alla vicenda "Alta Velocità ferroviaria", che consideriamo un esempio da manuale di globalizzazione negativa. Essa ricapitola in sé, infatti, il collegamento fra centri di "potere forte" transnazionali (vedi accordi di vertice italo-francesi per sfondare con i supertreni fra i due Paesi, attraverso la Val di Susa), la compromissione seria del territorio senza alcuna pubblica utilità, e l’impiego esclusivo di ingenti capitali pubblici, a esclusivo vantaggio dei grandi consorzi di aziende che l’Alta Velocità la stanno costruendo. Non possiamo non ricordare anche lo sfruttamento delle maestranze provenienti dal sud (e dai tanti sud) dell'Italia, e il fatto che le risorse pubbliche gettate in questa opera-simbolo dell'assurdità sono invece negate alle necessità più elementari dei cittadini: solo l’altro ieri abbiamo sentito i cittadini di Agrigento raccontarci che ricevono l'acqua in casa ogni venti giorni.
La vicenda Alta Velocità, nel suo svolgimento, si è però rivelata anche un eccellente osservatorio pratico su come si fa politica e si governa nel nostro Paese. Analogamente a tante altre precedenti dello stesso tenore, l’operazione dimostra come sostanzialmente la politica in Italia sia dettata dai grandi centri del potere economico e finanziario, e come le diverse espressioni di governo che si succedono - a livello nazionale e locale - alla direzione del Paese interpretino comunque fedelmente il ruolo di cinghia di trasmissione di quei centri di potere.
Per completare il quadro oggettivo della situazione, dobbiamo aggiungere che ci è dispiaciuto riscontrare quanto appaiano in sintonia con i promotori di questo tipo di politica anche note associazioni "ambientaliste" e sindacati dei lavoratori. Evidentemente, non tutti hanno condiviso le valutazioni sulla valenza intrinseca dell'opera, che tante volte abbiamo cercato di chiarire e comunicare in ogni dettaglio.
Ora, questa impressionante convergenza di interessi ai danni del popolo italiano, insieme – diremmo - a quello che si sta rivelando un delirio di potenza delle lobby delle gallerie e del cemento, ci fa ritenere di trovarci in un momento storico particolare. In un momento, cioè, in cui i pochi che dissentono dal tipo di politica che abbiamo appena descritto dovrebbero stare molto in guardia dalle lusinghe del potere, e serrare le fila.
La Regione Toscana, fino dai tempi della Presidenza Chiti, è stata uno degli attori istituzionali più attivi nell'esercitare il genere di politica che abbiamo descritto, "normalizzando" lo spreco di risorse pubbliche legato all’Alta Velocità, e facendo opera di persuasione e pressione nei confronti dei sindaci dei Comuni riluttanti ad accettare il passaggio dell'infrastruttura sul loro territorio. Azioni che poi abbiamo visto ripetersi, a cascata, dai sindaci stessi in direzione dei loro concittadini. Abbiamo constatato come l'amministrazione Martini non abbia fatto altro che raccogliere coerentemente il testimone da quella precedente (nella quale peraltro Martini già era assessore alla Sanità). E’ stata supportata e non è mai stata messa in discussione la prosecuzione dei lavori secondo le linee del progetto approvato in Conferenza di servizi, nonostante i danni al territorio, gli esborsi finanziari rivelatisi crescenti a dismisura e l’evidente urgenza di riaprire le Valutazioni di Impatto Ambientale ed Economico, e dunque le Conferenze di servizi che quel progetto fallimentare avevano approvato. Malgrado gli allarmi e le denunce espresse da più parti. Piuttosto che di disponibilità al dialogo, abbiamo avuto ampia esperienza di un "muro di gomma", finalizzato a sfiancare gli interlocutori e a seguitare a far sì che gli interessi della collettività continuassero ad essere sottomessi a quelli delle lobby. In questo, il presidente della Regione è stato validamente supportato dalla sua compagine di Giunta (nella quale l'assessore all'ambiente Tommaso Franci si è mostrato anch'egli solerte "normalizzatore" delle continue criticità ambientali), ma anche dall’Amministrazione comunale di Firenze. Il sindaco Domenici, il vice-sindaco Cioni, l'assessore all'urbanistica Biagi, hanno fatto del loro meglio per far metabolizzare l'opera ai cittadini ignari e, spesso, metodicamente disinformati.
Si tratta, cari amici, delle stesse figure che marciano nei cortei no-global, come a suo tempo a Firenze l'assessore Gianni Biagi (che ha firmato come dirigente della Regione Toscana la deliberazione di approvazione del progetto esecutivo TAV del Mugello), o come lo stesso presidente regionale Claudio Martini, che voleva portare al G-8 di Genova il vessillo della Regione Toscana tra le file dei manifestanti, e che è andato recentemente alla convention no-global di Porto Alegre a vantare il modello di sviluppo sostenibile che starebbe promuovendo la Regione Toscana.
Noi pensiamo, cari amici, che si debba essere consapevoli che tutte queste azioni, compresi i meeting di San Rossore, sono abili tattiche rivolte a sedare, tranquillizzare e normalizzare le espressioni di dissenso. Prove di dialogo avvolgenti, non seguite però da comportamenti coerenti con le buone intenzioni annunciate.
E' certamente necessario il dialogo con le istituzioni, e noi stessi correntemente lo pratichiamo quando ci rivolgiamo ad esse, anche in via formale, per richiamarle alle loro responsabilità. Ma riteniamo cosa diversa il rischio di farsi irretire in amichevoli occasioni ‘conviviali’ di facciata. Che concretamente, salvo un’inversione di rotta nella politica praticata, di cui per ora non vi è traccia, non riteniamo di utilità alcuna. E' per tutti questi motivi che scriveremo al presidente regionale Claudio Martini, declinando il suo invito.
Cogliamo l'occasione per auspicare, nel mondo no-global italiano, una ancora maggior considerazione fattiva, concreta e unitaria delle problematiche di casa nostra. Specialmente in considerazione dell'ampio e potente schieramento lobbistico che ci troviamo davanti. Come scrivemmo a suo tempo al Global Forum di Genova, è certamente giusto e doveroso combattere il degrado del Sud del mondo. Ma la matrice di questo degrado è appunto qui da noi, e già qui da noi dà ampia prova di sé con l’accumulazione privata di risorse economiche pubbliche e la distruzione cinica dei valori ambientali. Se il degrado del nostro territorio e dei nostri soldi prosegue clamorosamente da più di dieci anni, grazie all'Alta Velocità, ci domandiamo se forse non avremmo potuto fare qualcosa di più.
Qualche riserva infine lasciatecela esprimere, cari amici di Lilliput, anche sull’organizzazione della recente due giorni in Mugello con Casadio e Cofferati.
Che senso ha infatti convocare un incontro su "Come estendere i diritti a chi lavora lontano dalla propria terra" la mattina di venerdì 17 maggio alle 9.30 (!), senza aver fatto in modo che possano intervenire almeno le rappresentanze sindacali unitarie delle centinaia e centinaia di lavoratori emigrati costretti a cicli e condizioni di lavoro assai poco civili nei cantieri più grandi, duraturi e stressanti del Mugello, quelli dell’Alta Velocità?
Come si fa a invitare Sergio Cofferati, Antonio Tabucchi e Paul Ginsborg a parlare di "Diritti e libertà d’informazione" permettendo che si salti a piè pari il tema dei diritti e dell’informazione sui gravissimi problemi della terra ospite, il Mugello, devastata da anni dall’opera più distruttiva e onerosa del secolo, l’Alta Velocità ferroviaria modello TAV?
Come si fa sostenere che si discute di "libertà di informazione" quando si ignorano nelle premesse e nel dibattito gli stessi appelli in diretta provenienti dal mondo del lavoro (RSU e RLS) e dalla società civile del Mugello e di Firenze (vedi lettera aperta a Sergio Cofferati scritta da Italia Nostra e Idra, su http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html nella rubrica "appelli e petizioni")?
Scusateci per la lunghezza del testo, ma l'argomento ci è sembrato meritevole della massima considerazione. Vi salutiamo caramente.
Per Idra
Pier Luigi Tossani