Associazione
di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana
per la promozione e la tutela del
patrimonio ambientale e culturale
indirizzo postale:
Via Giano della Bella, 7 - 50124 FIRENZE; Tel. e fax
055.233.76.65, Tel. 055.48.03.22, 320.16.18.105
e-mail idrafir@tin.it;
web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
Firenze, 16.7.'09
Ai membri del Consiglio Comunale
Ai membri della Giunta Comunale
COMUNE DI FIRENZE
PALAZZO VECCHIO
OGGETTO: Progetto Alta Velocità, l’esperienza urbana
di Bologna: DVD di documentazione; segnalazione di altri reportages in rete.
Gentili Consiglieri, gentili Assessori,
ci fa piacere proporre anche a Voi, dopo
averne consegnato copia alcuni giorni or sono al primo cittadino di Firenze
dott. Matteo Renzi, la visione del DVD “Questa è
Vi segnaliamo anche due altri reportages interessanti
presenti in rete:
-
“Bologna – TAV:
muro contro muro?” (4 aprile 2009), a cura di RaiUno, sugli “imprevisti
geologici” e sui pesanti ritardi registrati durante lo scavo della stazione AV
a Bologna (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-460113bd-95b0-4e10-a527-dad7f9f81dbf.html?p=0);
-
“Alta Velocità:
la rabbia di Bologna, i timori di Firenze” (16 aprile 2009), a cura di Ylenia
Caioli (http://www.youtube.com/watch?v=pyqocU7r9GE).
Ulteriore documentazione (anche
fotografica) sul “caso Bologna” è consultabile sul sito della nostra
Associazione (http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html)
agli indirizzi:
-
http://www.idraonlus.it/vecchiosito/24-3-'09.htm;
-
http://www.idraonlus.it/vecchiosito/28-3-'09.htm;
-
http://www.idraonlus.it/vecchiosito/23-4-'09.htm;
-
http://www.idraonlus.it/vecchiosito/2-5-'09.htm.
Ci auguriamo che il ‘precedente’ di
Bologna, dove la cantierizzazione per la nuova Stazione AV, localizzata in
pieno centro cittadino e avviata nel 2004, accusa almeno tre anni di ritardo,
sia sufficiente a indurre in tutti – dopo la drammatica esperienza del Mugello
– una attenta e ponderata riflessione. La cantierizzazione del
sottoattraversamento di Bologna presenta
più di una analogia con quella preventivata per la TAV a Firenze. Nella nostra
città anzi è legittimo paventare conseguenze anche molto più gravi, sia per la
natura del sottosuolo e per la presenza di flussi di falda perpendicolari alla
doppia diga sotterranea progettata, sia per la presenza di tesori
architettonici di particolare valore che generazioni di artisti ci hanno
lasciato in eredità.
L’abbandono del progetto di
sottoattraversamento approvato nel ’99 e di stazione AV approvata nel 2003
rappresenta a nostro avviso una condizione necessaria a garantire una soluzione
utile, corretta, equa e sostenibile per il nodo dei trasporti nell’area
metropolitana fiorentina. Non riteniamo tuttavia che sia opportuno sostituire
semplicisticamente al precedente un nuovo progetto, un nuovo tracciato, una nuova stazione. Firenze
deve secondo noi recuperare il tanto terreno perduto in questi anni in termini
di informazione, pianificazione, condivisione e – non certo ultima - etica
della spesa pubblica. Per tutti questi motivi ci permettiamo di raccomandarVi:
·
di non ignorare,
lungo il percorso che ci auguriamo vorrete intraprendere, l’esigenza di
stabilire con chiarezza, lungimiranza e capacità di pianificazione gli
obiettivi trasportistici del nuovo progetto da realizzare, nelle sue relazioni
con l’intero sistema della mobilità, con la domanda locale, regionale,
nazionale e internazionale, con la peculiare struttura urbana della città di
Firenze, con l’ambiente (superando quindi quella sorta di disordine progettuale
programmatico che in un proprio documento la Regione Toscana riconosce ascrivendolo
alla “molteplicità degli Enti ed Uffici”
o alla “continua evoluzione” degli
scenari per effetto delle oscillazioni nella “disponibilità finanziaria per la realizzazione degli interventi”);
·
di fissare il
tetto di spesa oltre il quale sarebbe certamente insensato – in tempi di debito
pubblico stratosferico, di crisi economica globale, di sismi e di emergenze di
ogni tipo – continuare a investire improduttivamente somme ingenti di denaro
pubblico;
·
di raccogliere e
divulgare le conoscenze, le proposte, le informazioni prodotte dalla realtà
territoriale, valorizzando le competenze disponibili;
·
di assicurare
una sana e trasparente comparazione in termini di costi e benefìci fra le
ipotesi che verranno a configurarsi;
·
di cancellare l’architettura
contrattuale, il modello finanziario e il conseguente depotenziamento dei
controlli che – attraverso la figura del cosiddetto general contractor - hanno permesso di dilapidare ingenti risorse
pubbliche, come ha verificato l’Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici (http://www.idraonlus.it/vecchiosito/Autor.%20vigilanza,%2019-12-'07.htm)
nella sua “Indagine
relativa agli interventi gestiti da TAV S.p.A.”: gli interventi
TAV, caratterizzati da “gravi infrazioni
ai principi della libera concorrenza e della non discriminazione”, secondo
l’Autorità “hanno subìto, in corso di
esecuzione, notevoli incrementi di costo e del tempo di realizzazione (...) sia
per effetto di un gran numero di perizie di variante, sia per riserve avanzate
dal General Contractor”, grazie anche a convenzioni “stipulate senza riferimento ad un’adeguata progettazione”, che “non hanno posto a carico del General
Contractor alcun rischio effettivo”, mentre persino “i progetti esecutivi hanno spesso mostrato un livello carente di
approfondimento”; effetti che la Corte dei Conti (http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezione-ce1/Anno-2008/Adunanza-c/all-25-08/relazione-accollo-debiti-ffss.doc_cvt.htm)
ha stigmatizzato in questi termini: “Quel che è più grave, queste operazioni
pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su
generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti
da quelle attuali. Sotto questo profilo la vicenda in esame è considerata dalla
Corte paradigmatica delle patologiche tendenze – della finanza pubblica – a
scaricare sulle generazioni future oneri relativi ad investimenti, la cui
eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in essere, accrescendo
il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari”.
Ci riferiamo a quest’ultimo punto come
madre di tutte le garanzie: non avrebbe alcun senso infatti, a nostro avviso,
trasferire semplicemente da un progetto all’altro lo scandalo dell’”assalto
alla diligenza” del pubblico erario. Siamo del parere che, se davvero si vuole
superare la crisi in atto, si debba cominciare ad avere il coraggio di mettere
in discussione una volta per tutte l’accesso privilegiato al denaro pubblico da
parte di lobbies che non appaiono tenere nel loro orizzonte il bene comune. Gli
atti del procedimento penale a carico degli esecutori della cantierizzazione per
l’Alta Velocità nel Mugello e a Monte Morello mettono in evidenza come -
all’ombra di condizioni contrattuali autolesioniste per lo Stato – i principali
soggetti realizzatori di “grandi opere” come la TAV siano di fatto incentivati
non solo a raschiare il fondo delle casse pubbliche (mancano da anni i fondi persino
per rammendare i gravi danni ambientali prodotti sopra e sotto l’Appennino) ma
anche a sviluppare una grande capacità di saccheggio e di compromissione irreversibile
di risorse naturali sempre più scarse.
Come abbiamo già scritto al Sindaco,
siamo e restiamo disponibili a fare la nostra parte in questo percorso, mettendo
anche a Vostra disposizione la nostra esperienza.
Distinti saluti,
il
vicepresidente
il presidente
Pier
Luigi Tossani Girolamo
Dell'Olio
In allegato: DVD “Questa è