Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro
Regionale del Volontariato della Toscana
per la promozione e
la tutela del patrimonio ambientale e culturale
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Firenze, 10. 5.’04
Al Presidente
del Consiglio dei Ministri della Repubblica Francese
Dott. Jean-Pierre Raffarin
Hotel de Matignon
57, Rue de Varenne
75700
PARIGI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri della
Repubblica Italiana
Piazza Colonna 370
00187 R O M A
per conoscenza
Al
Presidente del Parlamento Europeo
Dott. Patrick COX
e-mail pcox@europarl.eu.int
OGGETTO: Approvazione da parte dei Governi di Francia e Italia
della costruzione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità Lyon-Torino -
nostre considerazioni.
Gentili Presidenti,
abbiamo appreso con grande
disappunto la notizia della firma dell'accordo, lo scorso 5 maggio, tra i
Governi di Francia e Italia per la costruzione di una nuova linea ferroviaria
ad alta velocità fra Lyon e Torino.
Riteniamo che le linee di
governo che informano la realizzazione di tale opera vadano, in concreto, ad
attuare la prassi di quella "istituzionalizzazione dello spreco della
spesa pubblica" a suo tempo
definita e criticata dall'economista siciliano don Luigi Sturzo.
Esprimemmo i motivi di
questa nostra opinione nel "Rapporto Toscana" sulla cantierizzazione
per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità sotto l'Appennino
fra Bologna e Firenze, che inviammo il 7 maggio 2003 ai Presidenti e ai Membri
del Senato e dell'Assemblea Nazionale della Repubblica Francese.
I nostri argomenti
integravano peraltro quelli prodotti dalle popolazioni e dalle istituzioni
locali (Comuni e Comunità Montana) della Bassa Val di Susa (Torino). Nel
gennaio 2003, ben 20 comitati, associazioni e testate giornalistiche della
Valle espressero il loro totale disaccordo circa la nuova ipotizzata linea
superveloce, indirizzando una petizione alla Commissione Trasporti della UE.
I
punti fortemente critici individuati nella petizione, e da noi pienamente
condivisi, erano già stati ampiamente segnalati in precedenza.
Essi vertevano:
·
sul senso
di irragionevole sfida ai limiti posti dalla natura che appare insito nel
progetto, e quindi sui relativi costi finanziari, elevatissimi, nonché sui
rispettivi oneri pubblici;
·
sui danni
ambientali, prevedibilmente ingenti, correlati alla realizzazione dell'opera
(l’esperienza della cantierizzazione toscana per l’Alta Velocità fra Firenze e
Bologna, nel Mugello e nell’Alto Mugello, dovrebbe pur insegnare qualcosa!);
·
sul
rifiuto apparentemente aprioristico di valorizzare gli amplissimi margini di
ottimizzazione delle linee storiche. La petizione piemontese sosteneva infatti
che "l’utilizzo della linea
esistente è soltanto del 38% rispetto alla sua reale potenzialità".
Gentili Presidenti, da molto tempo
abbiamo dovuto constatare che ragioni di pur elementare buon senso
amministrativo come quelle appena elencate non sembrano trovare ascolto – in
questa materia – fra i responsabili della cosa pubblica europea. Interessi di
natura diversa da quelli condivisi dalle popolazioni e dalle istituzioni locali
appaiono prendere prepotentemente il sopravvento. Ce ne ha dato ulteriore
riscontro la decisione assunta dal Parlamento Europeo lo scorso 21 aprile di
includere il "Ponte sullo Stretto di Messina" nella lista
"Ten", in clamorosa contraddizione con la precedente votazione
dell'11 marzo, quando il Parlamento aveva negato l'inclusione del Ponte nella
medesima lista "Ten", esprimendo profondi dubbi - da noi del tutto
condivisi - sulla sua effettiva convenienza per il pubblico interesse. In quella
occasione il Parlamento Europeo chiese al nostro Governo di produrre un
approfondito "studio costi/benefici" che dimostrasse l'utilità di
quella infrastruttura.
Ci domandiamo: nel tempo intercorso fra
l'11 marzo e il 21 aprile, lo studio anzidetto è stato prodotto dal Governo
italiano? e se esso non è stato prodotto, quali sono i reali motivi
dell'assenso del 21 aprile al "Ponte"?
Mentre attendiamo fiduciosi un Vostro
riscontro, ci sembra però doveroso, da contribuenti, porgerVi i sensi della nostra
esplicita protesta per quelle che appaiono a noi essere politiche rovinose di
spreco delle risorse pubbliche in una comunità europea in cui i cittadini sono
già stati non poco impoveriti dalla massiccia inflazione sofferta nei Paesi
della moneta unica.
Con ossequi
il
vicepresidente
Pier Luigi
Tossani