Associazione di volontariato Idra
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totale n. 2 pagine (inclusa la presente)
Firenze, 29.11.'99
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DOTT. CARLO AZEGLIO CIAMPI
QUIRINALE
fax 06.46.99.25.97
OGGETTO: Progetti di cantierizzazione TAV per la linea ferroviaria ad Alta Velocità: richiesta di intervento a tutela della finanza pubblica e della sicurezza del territorio.
"Mancano 24 mila miliardi al programma dell'Alta Velocità, e a farne le spese saranno, in primo luogo, la tratta Torino-Milano e il nodo di Firenze che - in assenza di certezze finanziarie - saranno congelate, con il rischio di restare fuori del piano Tav. Dai primi mesi del 2001, però, rischiano di rimanere a secco la Milano-Bologna e il nodo bolognese".
Così leggiamo, signor Presidente, sul Sole 24 Ore di ieri 28 novembre, in un articolo intitolato Per la Tav "buco" da 24mila mld a firma di Giorgio Santilli.
La notizia sarebbe estratta dal "secondo addendum" al contratto di programma tra Ferrovie e Stato, curato dalla direzione generale Finanza, sottoscritto dai direttori delle quattro divisioni Fs, concordato con il ministero dei Trasporti e approvato dal cda.
Dunque non era folle chi denunciava da anni l'irrazionalità di un'opera costruita per lotti separati, secondo una logica inversa a quella in vigore nel resto d'Europa, dove per il potenziamento ferroviario si attrezzano prima i nodi metropolitani, e solo dopo si costruiscono le tratte di collegamento.
Da noi si è fatto e si sta facendo il contrario. Si tratta di una logica perversa che rischia di lasciare monconi di tratta non comunicanti fra loro, dopo aver devastato territori delicatissimi sotto il profilo ambientale, sociale e culturale.
Il caso della tratta Firenze-Bologna è in questo senso particolarmente, drammaticamente emblematico: una tratta-spezzatino, approvata prima fra Vaglia e la periferia di Bologna nel luglio del '95, poi - nonostante tutti i solenni impegni scritti - ritagliuzzata, sul versante fiorentino, nei due monconcini del nodo fiorentino e della sub-tratta di Sesto Fiorentino e Monte Morello, chiamata "Variante di Firenze Castello".
Anche qui gli impegni sono stati disattesi, e la Variante di Firenze Castello è partita (con chiusura-lampo della Conferenza di servizi nel luglio del '98) assai prima che il nodo stesso di Firenze venisse definitivamente e integralmente approvato (non lo è, nella sostanza, neppure adesso, tenuto conto dell'impasse provocato dalla necessità di riprogettare la stazione AV Belfiore Macelli, dovuta alla negligenza di chi - in una capitale mondiale della cultura come Firenze - aveva trascurato i vincoli ministeriali in materia di Beni Culturali e Ambientali). Tutto ciò, a dispetto del fatto che l'art. 2 dell'Accordo quadro per la tratta Bologna Firenze sottoscritto nel luglio del '95 prevedesse che "la parte di tratta dalla progressiva Km. 80+000 (Monte Morello, ndr) alla progressiva finale km. 83+149 (confine comunale fra Sesto Fiorentino e Firenze, ndr) sarà approvata unitamente al progetto di nodo".
Tutte queste circostanze di "finanza allegra" e di gestione disinvolta degli accordi sono note da tempo ai Ministri competenti, alla Regione Toscana, alla stessa magistratura, se non altro per le denunce che l'associazione Idra ha volta volta trasmesso presso le rispettive sedi istituzionali.
Per questo oggi Idra si rivolge direttamente a Lei, Capo dello Stato, massimo garante della legalità nella nostra Repubblica. A Lei che si è mostrato già una volta, recentemente, sensibile all'urgenza di potenziare il sistema ferroviario italiano secondo una direzione che risulti efficacemente utile al decongestionamento di strade e autostrade. Mentre il progetto TAV distoglie proprio da questa priorità energie e risorse preziose, in nome di una prospettiva anche tecnologicamente discutibile.
Al Presidente della Repubblica Idra chiede di promuovere:
L'Italia della rinuncia a votare, l'Italia della sfiducia ormai profonda nella classe politica e nelle stesse istituzioni, chiede segnali chiari di inversione di tendenza.
Attendiamo con fiducia un Suo autorevole intervento a tutela della finanza pubblica e della sicurezza del territorio.
Il presidente
Girolamo Dell'Olio