QUESTA LETTERA VIENE INVIATA A:
Sig. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Palazzo del Quirinale - ROMA
Consorzio C.A.V.E.T.
Via Nazionale, PIANORO (BO)
Sig. SINDACO di VAGLIA (FI)
Sig. SINDACO di SAN PIERO A SIEVE (FI)
Sua Eminenza Rev.ma
Card. Giacomo BIFFI
Arcivescovo di BOLOGNA
Sua Eminenza Rev.ma
Card. Silvano PIOVANELLI
Arcivescovo di FIRENZE
Eccellenza Rev.ma
Mons. Andrea MUGIONE
Arcivescovo di CROTONE
Noi che Vi scriviamo e ci sottoscriviamo, siamo donne sposate con figli e famiglia mentre i nostri mariti lavorano per l'alta velocità tra Firenze e Bologna.
Questa lettera vuole l'intervento di tutti Voi che per un verso o per un altro siete responsabili del lavoro e quindi delle nostre situazioni e quelle dei mariti.
C.A.V.E.T. come impresa di lavoro; i Sindaci come garanti dei Comuni ove sono i nostri mariti; gli Arcivescovi di Bologna e Firenze come Pastori delle Diocesi interessate al domicilio lavorativo dei nostri mariti; l'Arcivescovo di Crotone come pastore proprio ed ordinario dei nostri mariti.
Noi CHIEDIAMO ed ESIGIAMO questo intervento perché venga rispettata la dignità umana e l'identità cristiana dei mariti e di tutte le nostre famiglie.
Non possiamo ulteriormente permettere la separazione delle famiglie in un contesto disumano di lavoro: ciclo continuo di lavoro senza interruzione e rispetto del giorno di riposo che deve essere ogni sabato e domenica, come lo è per tutti Voi e per tutti coloro che siedono in parlamento. L'ultimo dramma che si è consumato a causa di queste situazioni: la morte di un nostro figlio di appena 22 anni, schiacciato in galleria. Ma forse per Voi è passato come notizia di tanti morti ormai di prassi quotidiana.
NOI DICIAMO BASTA. Vogliamo una revisione del contratto di lavoro che rispetti i nostri uomini e assicuri il riposo Sabato e Domenica. La cessazione quindi di un contratto capestro che tratta i nostri uomini del Sud "nemmeno come animali o macchine" per i quali si ha cura e rispetto; di un contratto che minaccia il licenziamento se non accettato con norme anticostituzionali: Costituzione italiana che garantisce la dignità, il rispetto e l'eguaglianza di tutti.
Il riposo perché possano essere nelle nostre famiglie come reale presenza e non saltuaria apparizione e sparizione a causa di un lavoro che li schiavizza.
Il riposo perché venga rispettata la condizione e il credo religioso di ciascuno (sono tutti cattolici!) e che possa, questo credo essere professato e vissuto con la partecipazione alla Vita della Chiesa con la partecipazione alla Messa Domenicale, e non solo, e non essere emarginati e disumanizzati, ridotti a vivere in baracche come animali per i quali esiste solo lavoro, mensa e sonno anche se nelle ore più assurde e disparate.
Siamo decise ad andare oltre perché sono i diritti della Costituzione che vengono sistematicamente violati; sono i principi della Chiesa che vengono disattesi dagli stessi pastori. A tal proposito ci chiediamo quando mai uno di Voi Vescovi si è recato "personalmente" in questi posti, che non si addicono certo a Cardinali ed Arcivescovi, per ascoltare, condividere e celebrare con i nostri mariti ciò che a noi viene inculcato ed insegnato? Quando mai uno dei vostri preti è andato a fare condivisione e dialogo e catechesi con i nostri figli e mariti?
Ora basta con questa situazione che ora denunziamo solo in questo modo, ma qualora non vedremo entro Pasqua il radicale cambiamento della situazione, lo grideremo sui tetti a tutti, senza paura.
Crediamo che ognuno di Voi vuole per sé queste cose, questa dignità e questo rispetto. Allora muovetevi perché lo possiamo avere anche noi. E SAPPIATE BENE CHE NON VOGLIAMO RISPOSTE DI MODULI PREFABBRICATI: faremo, vedremo, stiamo facendo, faremo il possibile etc. etc. VOGLIAMO RISPOSTE POSITIVE, CONCRETE E VOGLIAMO VEDERVI SU QUEI POSTI DI LAVORO A RIPRISTINARE L'ORDINE, LA GIUSTIZIA E LA DIGNITA' UMANA.
Seguono 47 firme di mogli di lavoratori impegnati nella cantierizzazione per il tunnel di Alta Velocità ferroviaria Bologna-Firenze.