Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 9.7.'01

 

CONTRIBUTI ELETTORALI E CONFLITTO D'INTERESSI:

UN COMMENTO ALLE DICHIARAZIONI

DEL CAPOGRUPPO DS IN CONSIGLIO REGIONALE PAOLO COCCHI,

E UNA RIFLESSIONE PIÙ AMPIA SULL'ETICA DELLA POLITICA

Nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso, 6 luglio, alle Giubbe Rosse, Idra ha illustrato i contenuti del suo nuovo esposto in Procura sui danni da Alta Velocità al territorio, alla salute, alla sicurezza e all'erario, oramai sotto gli occhi di tutti, e ha voluto ribadire il proprio apprezzamento per l'iniziativa della magistratura.

L'associazione di volontariato fiorentina ha anche registrato che, nel dibattito seguito al sequestro delle cave, dei depositi e di un cantiere dell'Alta Velocità, al capogruppo DS in Regione Paolo Cocchi sono state attribuite dalle cronache - a proposito dell'intervento della Procura - frasi come "serviva forse una maggiore cautela nel giudicare i fatti", o "siamo di fronte ad una presunzione d'inquinamento, sulla cui base la magistratura si sente in diritto di suggerire modalità di scavo", o ancora "se ci fosse stato disastro ambientale, non ci sarebbe stato il dissequestro dopo una settimana". I giornali hanno colto nelle parole del capo gruppo DS l'espressione di un dissenso rispetto all'operato della magistratura, e una critica nei confronti della legislazione vigente. Cose legittime. Come legittimo è parso a Idra ricordare la circostanza (ampiamente pubblicata sui giornali) che Paolo Cocchi si è presentato all'appuntamento delle elezioni del Consiglio regionale toscano col contributo economico di un'impresa che - prima ancora che indagata nell'ambito della recente vicenda giudiziaria sull'Alta Velocità - risulta direttamente coinvolta nell'esecuzione del progetto Alta Velocità. Un progetto sul quale il Consiglio Regionale esercita doverose funzioni di sorveglianza.

Al quotidiano che ha pubblicato la notizia della circostanza registrata da Idra, il capo gruppo DS Cocchi ha replicato, dopo una pausa di riflessione, accusando Idra di "evidenti intenti diffamatori". L'associazione di volontariato fiorentina desidera chiarire di avere semplicemente registrato una circostanza di fatto, che potrebbe invece stimolare una riflessione approfondita, ben al di là del caso in questione, sui rapporti istituzionali fra politica e imprenditoria. Ci domandiamo infatti: possono i rappresentanti dei cittadini ricevere finanziamenti, per quanto legali, da imprese che nel loro fatturato aziendale hanno proventi da appalti o da incarichi autorizzati o rilasciati dalle pubbliche amministrazioni? E' corretto che i politici accettino questo genere di contributi nel momento in cui chiedono agli elettori il consenso per andare a svolgere incarichi di rappresentanza, di controllo, di gestione e di indirizzo? Come può un politico ricevere risorse da imprese i cui proventi dipendono anche dalle scelte della pubblica amministrazione in cui egli opera, e al tempo stesso svolgere un ruolo di garanzia e di controllo nell'interesse di quei 'soggetti terzi' che sono la globalità dei cittadini? Se le opere pubbliche devono rispondere almeno al doppio requisito dell'economicità e della funzionalità, ci sembra che sia l'una che l'altra corrano gravi rischi in un contesto così costruito. L'Alta Velocità rappresenta solo il caso più macroscopico. In un contesto del genere, l'interesse dei cittadini e la funzionalità dell'opera vanno naturalmente a scadere.

Registriamo dalle cronache dell'8 marzo scorso che anche quando Carlo Melani (presidente della Commissione Sanità della Regione nella passata legislatura, e al momento vice presidente DS del Consiglio regionale toscano) ammise di aver ricevuto un contributo elettorale "di alcuni milioni", "parzialmente registrati", da una ditta legata agli appalti pubblici per presìdi medico chirurgici, il capogruppo Paolo Cocchi ebbe a dichiarare: "Non trovo niente da ridire sul fatto di aver accettato quel finanziamento". E alla cronista che si chiedeva "Come non ci trova niente di grave? Non pensa che un politico che è stato presidente della commissione sanità e che potrebbe ricoprire altri incarichi in quel settore dovrebbe evitare di farsi finanziare in campagna elettorale da imprenditori che hanno rapporti d'affari con ospedali ed Asl?", ribattè: "Dico che si possono avere anche rapporti legali e imbarazzanti, e che non per questo scatti il conflitto d'interessi". Sono dichiarazioni precise, pubblicate su un quotidiano a larga diffusione. Ma ci risulta che Paolo Cocchi sia rimasto capo gruppo dei DS in Regione. Si tratta dunque di posizioni molto condivise in quel partito. Eppure esso sta ingaggiando col premier Silvio Berlusconi una battaglia politica ponderosa proprio sul tema del 'conflitto d'interessi'!

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