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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 9.6.’09
Nuovo corso in Toscana?
Cipressi incompatibili coi lavoratori!?
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera dei "Cittadini per
gli Alberi" di Firenze all'assessore regionale al Territorio e alle
Infrastrutture Riccardo Conti.
Egr. Assessore Riccardo Conti,
siamo un comitato di cittadini nato
con l’intento di salvaguardare il poco verde urbano e, con esso, la salute e il
benessere generale di tutti i cittadini di Firenze. Non ci è piaciuta affatto la
Sua lamentela - apparsa su un quotidiano - che ‘una sinistra che difende e
rappresenta i cipressi e non i lavoratori che perdono il lavoro è una sinistra
senza identità’: sembra di intendere che, in
generale, chiunque cercasse di difendere ‘i cipressi’
rinuncerebbe per questo a preoccuparsi dei lavoratori e dei posti di lavoro.
Anche noi siamo lavoratori oltre che cittadini,
e nessuno più di noi che lavoriamo realmente giorno dopo giorno senza le
garanzie e tutti gli optional offerti ai politici sa cosa significa vivere una
vita dura, per alcuni di noi stabilmente precaria da tutta la vita,
disoccupati, madri casalinghe, invalidi, ma anche artigiani che chiudono
bottega, commercianti con pochi clienti. Insomma, tutta una nutrita
rappresentanza a-politica di persone ‘normali’, di sinistra, destra, centro e
altro, uniti da una semplice certezza: che il ‘verde’ pubblico non dovrebbe
avere un ‘colore’ politico, essendo gli alberi una delle poche cose di cui si
possa affermare che appartengono a tutti, non solo trasversalmente nello
spazio, ma anche nel tempo, perché non c’è niente di più prezioso e ‘vivo’ che si
possa regalare alle generazioni future in termini di bellezza e salute.
Ci dispiace che il Suo messaggio
faccia trapelare invece quasi la volontà di far credere che chi si occupa di
salvaguardia del verde urbano sia causa diretta o indiretta della perdita di
tanti posti di lavoro, e che la vera causa non sia piuttosto da ricercarsi,
come riteniamo noi, in politiche profondamente sbagliate basate sul profitto e
sugli interessi privati, nell’assenza di una regolamentazione urbanistica
lungimirante, nel fare progetti basati, come lei ci ricorda benissimo con il
Suo riferimento ai milioni del sottoattraversamento TAV, sul fatto che apportano
ingenti somme di denaro e non sulla reale bontà di un piano urbanistico.
Noi siamo più concreti e forse più
ottimisti di lei: crediamo possibile coniugare il diritto al lavoro con il
diritto alla salute, la modernità dei trasporti con un’urbanistica basata sul
buon senso e portatrice di un reale servizio alla comunità, che si possa
spendere meno ma produrre di più e meglio semplicemente cambiando le priorità. Se
decidiamo di non distruggere una città poi mancherà il lavoro?? Noi pensiamo
proprio il contrario! Casomai mancherà il lavoro inutile agli enti inutili, mancherà
la burocrazia dei ‘veri’ fannulloni (non diciamo chi, solo loro lo sanno), cioè
coloro che si vogliono arricchire presto e a danno di altri: questi sì che
perderanno il lavoro, ma non ne saremo affatto dispiaciuti.
Del resto, per paradosso, se passasse
l’idea che va bene qualunque progetto, anche devastante, purché apporti enormi
quantità di denaro = posti di lavoro, non si vedrebbe la differenza con il
concetto più grave e radicale dell’importanza delle guerre in senso economico.
Sappiamo bene tutti che dopo un bombardamento c’è sempre una specie di New Deal
che fa risorgere l’economia, ma dovremmo forse avallare la guerra perché crea
tanti posti di lavoro al momento della ricostruzione?
Sia sereno, Assessore, e non si faccia
illusioni. I cittadini sanno cos’è il lavoro ed è proprio perché,
contrariamente a tanti politici che hanno la possibilità di ‘evadere’ in posti
esotici, loro vivono e lavorano stabilmente nelle loro città, che vogliono mantenere
i loro preziosi alberi, grazie ai quali, oltretutto, riescono perfino a notare
meno le brutture che di anno in anno gli sono state costruite intorno senza
alcuna armonia. Gli alberi difendono tutti i lavoratori, se lo ricordi, donando
loro ossigeno e salute, e perfino quei politici che non si fanno scrupoli di
abbatterli pur avendo valide alternative. Noi crediamo che chi difende ‘i cipressi’ difenda non solo un posto di lavoro, ma molto di
più, il lavoratore stesso. Lei è naturalmente libero, come lo siamo noi, di
dire la Sua opinione, ma fra un anno, quando ci chiederà il voto, si ricordi di
quanto da Lei affermato e della nostra immediata risposta, non vorremmo
sentirLa ergersi proprio in quel momento a paladino dei ‘cipressi’: ma La
conosciamo per una persona coerente, e non succederà.
6 giugno 2009
Cittadini per gli Alberi