Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 9.5.’12
“Gravi diseconomie
nell’implementazione dei progetti TAV”.
Idra scrive al commissario Bondi chiedendo un intervento
correttivo urgente.
“Il fatto
che un governo tecnico abbia inteso affidare a un ‘supertecnico’ la funzione di
Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa, e dunque la
ricerca di soluzioni economiche ragionevoli che aiutino il Paese a fronteggiare
la fase di intensa crisi che lo attraversa, ci induce a sperare che a Palazzo
Chigi stia maturando una nuova consapevolezza”. Così l’associazione fiorentina Idra, avversaria storica dei progetti TAV in Italia, in una nota
inviata il 7 maggio scorso al Commissario Enrico Bondi.
“Le
scriviamo – precisa il presidente
Girolamo Dell’Olio - per segnalare una
palese distorsione nell’amministrazione dell’erario che questo governo ha
ereditato dai precedenti governi, di centro-destra e di centro-sinistra, senza
tuttavia metter mano a quell’opera di risanamento che a noi, e a molte
istituzioni e intelligenze tecniche del Paese, appare invece urgente e
imprescindibile”.
L’associazione
ecologista toscana elenca gli interventi
messi in atto, anche in collaborazione con la Comunità
Montana della Val di Susa e Val Sangone, per documentare al nuovo
governo, al premier Mario Monti e al ministro Corrado Passera, le ragioni che inducono a
respingere l’irrazionalità trasportistica degli attuali progetti TAV-TAC, a
partire dalla Torino-Lione e dal doppio sottoattraversamento della città di
Firenze, nonché l’insostenibilità delle condizioni finanziarie cui essi
soggiacciono.
Idra ricorda
inoltre l’appello per un ripensamento
del progetto di nuova linea ferroviaria Torino–Lione inviato a febbraio al presidente
Monti da 360 professori universitari,
ricercatori e professionisti, convinti che il problema della nuova
linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenti “una questione di metodo e di merito sulla
quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese”. E
ancora, il documento con cui un
qualificato gruppo di esperti ha smontato le ragioni addotte e pubblicate in
rete dal Governo per giustificare la Torino-Lione.
Quanto
ai gravi inconvenienti connessi all’attuazione del progetto di sottoattraversamento
AV del Nodo di Firenze, e alle alternative concrete e assai meno costose
praticabili, Idra suggerisce l’attenta
lettura del proprio Libro Bianco trasmesso ai Ministri dei Trasporti,
delle Infrastrutture e dell’Ambiente già a settembre del 2006.
Operazioni
come la TAV, osserva Idra, dissanguano sistematicamente l’erario
attraverso un meccanismo finanziario messo ripetutamente all’indice dalla Corte
dei conti e dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici. Non solo. Comportano
il blocco di risorse pubbliche ingenti
per operazioni capital intensive
che distruggono, piuttosto che creare, qualità e quantità dell’occupazione,
attingibile invece attraverso politiche sagge di potenziamento e manutenzione
della rete delle infrastrutture esistenti. Aggravano
le condizioni di fragilità del territorio, per effetto di progettazioni
‘protette’ quanto – sovente - frettolose e distruttive; un territorio che esige
al contrario interventi, labour intensive
e capital saving, di difesa oculata e
capillare, o di restauro e ricostruzione
(il caso della città di L’Aquila su tutti). Impongono alle popolazioni infrastrutture prive di giustificazione sul
piano dell’utilità e dell’efficacia trasportistica, e determinano piuttosto
– come l’esperienza degli ultimi anni dimostra – danni rilevanti all’offerta di mobilità su ferro pendolare e
metropolitana, che rappresenta la quota di gran lunga più importante, vessando una popolazione in progressivo
impoverimento che, venuta meno l’offerta tradizionale di servizi regionali
e intercity, si trova costretta ad avvalersi, anche su tratte brevi come la
Bologna-Firenze, di treni AV, e a sopportare l’esosità delle relative tariffe.
La metodologia con cui si impone la TAV, infine, destabilizza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, in tutte
le circostanze in cui esse si mostrano purtroppo reiteratamente sorde alle
istanze argomentate di ascolto, consultazione e partecipazione. L’atteggiamento
che una parte crescente del Paese ha mostrato anche nel corso delle recenti
consultazioni elettorali indica
un’esigenza sempre più diffusa e matura di partecipazione.
“Confidiamo che questo nostro ennesimo appello – così si chiude la nota - vada finalmente in porto, e ottenga da Lei la gratificazione
dell’ascolto e di un riscontro esauriente fondato su dati, cifre e documenti
probanti. Ma speriamo anche e soprattutto che quanto da noi esposto possa indurLa a una conseguente, urgente
sollecitazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, che Le ha dato
fiducia, affinché consideri la fondatezza degli argomenti da noi addotti, e voglia perciò adottare le migliori
decisioni per il bene della Nazione”.