Associazione di volontariato Idra
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Al processo penale per i danni ambientali TAV in Mugello l’assessore al Piano
strutturale di Firenze arch. Gianni Biagi ammette: “Il progetto aveva sicuramente alcune carenze”.
L’associazione Idra scrive al
sindaco Leonardo Domenici: “Le deleghe al
Piano strutturale e alla Partecipazione democratica non sono in buone mani”.
“La vera rivoluzione è fare le cose, cioè fare le
scelte e mantenerle ferme fino alla loro completa realizzazione (...). E’
indispensabile che le opere progettate si facciano. E’ una scelta non
opzionale, irreversibile all’interno del processo che stiamo costruendo”. Così ha scritto, nero su bianco, l’assessore al Piano
strutturale di Palazzo Vecchio Gianni Biagi in una newsletter inviata in questi
giorni ai fiorentini, l’edizione di ottobre 2007 di “TraMagazine, la newsletter della nuova tramvia”.
Come si conciliano
questi toni con l’invito alla “partecipazione democratica” che l’ammini
strazione comunale fiorentina pretende di promuovere intorno al Piano
strutturale? Quanta democrazia ci sarebbe nella pretesa di mantenere ferme
scelte che non siano state partecipate né condivise? A questa domanda, rivolta davanti al pubblico
intervenuto alla serata informativa sul Piano strutturale organizzata da
Palazzo Vecchio mercoledì 7 novembre nel Quartiere 5 (il più esposto agli
impatti delle grandi infrastrutture definite “capisaldi strategici” nella nuova
edizione del Piano), l’assessore alla Partecipazione democratica del Comune di
Firenze Cristina Bevilacqua ha evitato di rispondere. “Quanto possiamo considerarci
garantiti come cittadini da un assessore al Piano strutturale – ha
aggiunto il portavoce di Idra - che
ha nel curriculum la stesura e la firma, in qualità di dirigente regionale
responsabile delle infrastrutture, della delibera di approvazione in conferenza
di servizi di un progetto documentatamente distruttivo come l’Alta Velocità
ferroviaria in Mugello? E’ stata
forse una scelta saggia, infatti, quella di licenziare un progetto criticato
dagli stessi uffici tecnici della Regione Toscana (Servizio Difesa del Suolo e
Genio Civile), che ha fatto poi perdere alle falde dell’Appennino oltre 150
milioni di metri cubi di acqua di montagna, ha prosciugato in maniera
irreversibile decine di torrenti, pozzi e sorgenti, mentre i tempi di
esecuzione sono più che raddoppiati, i costi di costruzione (oggi tutti a
carico dell’erario) sono quintuplicati rispetto alla cifra annunciata da TAV
nel ‘91 e il conto dei danni all’ambiente quantificato dai periti della Procura
della Repubblica ammonta fino a oltre un miliardo di euro?”.
Il portavoce di Idra
ha letto alcuni stralci della deposizione dell’arch. Gianni Biagi, in qualità
di teste, al processo penale sui danni TAV in
Mugello che si celebra nell’aula bunker di Santa Verdiana presso il Tribunale
di Firenze e nel quale Idra si è
costituita parte civile. “Voi avevate la sensazione di
quello che stavate approvando oppure no?”, chiede il giudice all’assessore Biagi nell’udienza del 28 aprile
2005, “c’era stata una rappresentazione
di quello che poteva teoricamente succedere e, voglio dire, quello che si
sarebbe fatto se fosse successo?”. “Il
progetto, quando fu approvato, aveva sicuramente alcune carenze – ammette Biagi - che sono state evidenziate anche dai pareri degli uffici tecnici; proprio
per supplire a queste carenze è stato
costruito un meccanismo procedurale che avrebbe dovuto risolvere queste carenze
nella fase esecutiva, anzi, ancora preliminarmente nell’adeguamento del
progetto esecutivo e poi nella fase esecutiva con il monitoraggio e con
l’osservatorio. Questa è la mia risposta”.
La storia
del disastro ecologico TAV in Mugello si è incaricata di mostrare quanto un
simile “meccanismo procedurale” sia stato efficace e vincente...
Ecco perché mercoledì sera il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio, al termine del
proprio intervento, allorché i cinque minuti a disposizione erano
irrimediabilmente scaduti, ha chiesto al presidente della Commissione
urbanistica di Palazzo Vecchio Anton Giulio Barbaro e alla presidente del
Consiglio di Quartiere 5 Stefania Collesei di riferirne al sindaco Leonardo
Domenici. E a ogni buon conto così è tornato a scrivere
stamani al primo cittadino di Firenze: “Le
dichiarazioni su “TraMagazine”, incrociate da una parte con i danni TAV
documentati in Mugello, dall’altra col ruolo avuto dall’arch. Gianni Biagi
nella vicenda progettuale TAV e infine con i contenuti delle sue ammissioni
dinanzi al giudice del processo CAVET presso il Tribunale di Firenze,
suggeriscono l’urgente opportunità di
consegnare urgentemente in altre mani la delega all’Urbanistica e al Piano
strutturale. L’esperienza maturata in Mugello con l’applicazione del
“meccanismo procedurale” descritto dall’assessore Biagi fa infatti temere come insopportabilmente pericoloso il principio
di “fare le scelte e mantenerle ferme fino alla loro completa realizzazione” in
un contesto analogo e ancor più delicato, non condiviso e non partecipato,
come quello che il Piano strutturale impone alla città di Firenze definendo “capisaldi
strategici”, e dunque irrinunciabili e indiscutibili, proprio gli interventi
del Piano di gran lunga più impattanti, contestati e discussi”. “Ugualmente -
aggiunge Idra - la pretesa di dipingere come “partecipativo” un confronto pubblico sul
Piano strutturale che consente in questi giorni ai cittadini di confrontarsi
pubblicamente fra di loro e con l’Amministrazione Comunale su migliaia di nuove
pagine di testo e di tavole una sola volta in ogni quartiere, avendo a
disposizione un tempo massimo di intervento di 5 (cinque!) minuti, a
tre-quattro settimane dalla scadenza per il deposito delle osservazioni, appare
abbastanza stravagante da suggerire, anche in questo caso, l’opportunità di una
diversa indicazione di incarico per un compito così delicato, tenuto conto
anche del sostanziale fallimento dell’iniziativa di
Forum per il Piano strutturale che sembra risultare da numerosi interventi e
osservazioni di cittadini singoli e associati già nel corso del suo primo
ciclo, nel 2005”.