Associazione di volontariato Idra
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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni
Firenze, 9.10.2000
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
IDRA
AL MINISTRO DEL LAVORO SALVI
QUESTA SERA A FIRENZE:
IL PERICOLO È UN MESTIERE IMPOSTO E SGRADITO
AI LAVORATORI DELLA TAV SOTTO L'APPENNINO
Interverrà anche Idra all'appuntamento col ministro del Lavoro Cesare Salvi dal titolo "Il pericolo non è il mio mestiere", organizzato nell'ambito della campagna nazionale DS per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro questa sera alle 21 alla Sala Est Ovest della Provincia di Firenze. L'associazione ambientalista toscana consegnerà al ministro una memoria in 12 cartelle sui danni alla salute e alla sicurezza dei lavoratori in atto in Alto Mugello, Mugello, Sesto Fiorentino e area metropolitana fiorentina per effetto delle cantierizzazioni TAV e Variante di valico. Un documento eloquente sulla distanza che separa le parole dai fatti, le professioni di fede europea dalla quotidianità violenta con cui vengono amministrati i diritti dei lavoratori.
Idra chiede, di conseguenza, un intervento urgente del ministro. Verranno inoltre distribuite ai convenuti quattro domande-chiave per il dibattito della serata.
- Si può seriamente parlare di sicurezza e prevenzione quando vengono permesse cantierizzazioni alle quali mancano i pre-requisiti minimi di serietà scientifica e rigore tecnico? I progetti TAV per il Mugello e l'Alto Mugello sono stati approvati separatamente dai progetti per Sesto Fiorentino e per Firenze, senza una valutazione congiunta col progetto di Variante di valico, a dispetto del parere contrario del Servizio geologico della Presidenza del Consiglio, senza il parere tecnico dell'Autorità di bacino del fiume Arno, senza il parere dei competenti Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco, senza - per quanto risulta dalla documentazione richiesta dal TAR Lazio - neppure il parere anti-sismico della Regione Toscana. Alla prova dei fatti si rivelano intrinsecamente insicuri e gravidi di 'imprevisti': alluvioni, frane, cedimenti, gas, falde a secco, fiumi uccisi, habitat sconvolti. Con conseguenze pesanti prima di tutto sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
- Ci si può sentire "sicuri" quando gli organismi di controllo di queste 'grandi opere' sono sistematicamente depotenziati (ARPAT, ad es.), o risultano caratterizzati da una singolare commistione di controllori e controllati (vedi l'Osservatorio Ambientale nazionale)?
- E' possibile nutrire fiducia in organizzazioni sindacali che, dopo aver firmato a Roma accordi di "ciclo continuo" rivelatisi poi sgraditi a tanti lavoratori, non provvedono a ripristinare le condizioni di dignità e di umanità reclamate dai lavoratori che esse sono chiamate a rappresentare?
- E' ragionevole ritenersi - in tale contesto - democraticamente garantiti quando gran parte dei referenti per l'opera, dal ministro dei Trasporti al responsabile della TAV di Firenze, passando per tutti i principali esponenti degli Enti territoriali (i sindaci dei Comuni, il presidente della Regione, l'assessore ai Trasporti della Regione, il dirigente dell'"Area infrastrutture" della Regione e - fino a pochi mesi fa - il rappresentante della Regione nell'Osservatorio Ambientale nazionale), provengono dalla stessa formazione politica?
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