COMITATO PER LA DIFESA

DELL'USO PUBBLICO E SANITARIO

DELL'EX SANATORIO BANTI

 

Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana

per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 8.9.’05

 

EX SANATORIO BANTI: AVVIATO UN PERCORSO DI COLLABORAZIONE FRA COMITATO, IDRA E SINDACO DI VAGLIA.

UNA PLURALITÀ DI SOGGETTI PUBBLICI (DAI MINISTERI AGLI ENTI LOCALI ALL’UNIVERSITÀ) POTREBBE ACQUISIRE E GESTIRE CON ATTIVITÀ A RILEVANTE IMPATTO OCCUPAZIONALE UN POLO UNICO NEL SUO GENERE SULLE COLLINE FIORENTINE.

PROPOSTO ANCHE UN CONCORSO DI IDEE DA BANDIRE PRESSO L’UNIVERSITÀ  DI FIRENZE.

 

 

Un colloquio molto utile e costruttivo: così il Comitato per il Banti e l’associazione Idra commentano il primo incontro avuto martedì 6 settembre col sindaco di Vaglia Fabio Pieri, che aveva formulato nei mesi scorsi la convinzione che “sia possibile iniziare insieme un discorso propositivo” sul destino del prestigioso ex sanatorio dominante la piana di Firenze dalla collina di Pratolino. In effetti un serio percorso di consultazione e di collaborazione sembra essersi avviato: il sindaco ha tenuto a chiarire che l’amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di stravolgere ma piuttosto quella di salvaguardare il valore e il significato storico del Banti, presidio sanitario che ha giocato per decenni un ruolo insostituibile, costituendo anche un forte motore occupazionale. Com’è noto l’ASL ha messo all’asta il Banti insieme all’ampio parco che lo circonda, per “fare cassa”. Finora però l’asta è andata deserta. Il sindaco si è detto consapevole delle carenze di servizi sanitari di cui soffrono la comunità di Vaglia e l’area vasta che la circonda. Esigenze che egli ha posto all’ASL e che il Comitato (forte di 8000 firme di consenso) e Idra condividono: non a caso propongono da sempre che il Banti possa ospitare residenze sanitarie assistenziali (RSA), centri diurni semiresidenziali, strutture post-degenza intermedie fra ospedale e abitazione, servizi integrativi di diagnostica e un poliambulatorio.

Ma c’è di più. Idra e Comitato suggeriscono oggi una strategia di valorizzazione pubblica degli immobili del Banti e del limitrofo ex ospedale Luzzi (che insiste invece sul territorio comunale di Sesto Fiorentino). Ad acquisire e a gestire in modo coordinato Banti e Luzzi potrebbe essere (sul modello applicato nel caso dell’ex ospedale di Luco di Mugello) una pluralità di soggetti pubblici: insieme al Comune di Vaglia, che detiene il diritto-dovere di definirne la destinazione urbanistica, i ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali (il Banti è un’architettura vincolata), la Regione Toscana (che ha acquistato recentemente la Villa medicea di Careggi, anch’essa tutelata), la Provincia di Firenze, i Comuni e la Comunità Montana del Mugello, i Comuni di Fiesole e Firenze. Accanto a quelle di tipo sanitario, molte altre sono infatti le attività e le vocazioni in grado di soddisfare esigenze pubbliche che possono essere realizzate nel polo Banti-Luzzi, in conformità con le caratteristiche architettoniche e ambientali dei due complessi e dei polmoni verdi in cui sono ubicati, a cavallo dei parchi di Monte Morello e di Villa Demidoff. Il polo potrebbe ospitare corsi di formazione sanitaria, di educazione alla salute e ambientale, soggiorni per le scuole, un centro espositivo e congressuale, aule, laboratori e residenze universitarie (scienze forestali, biologia, medicina, veterinaria, ecc.). Ma anche attività istituzionali, come quelle legate alle competenze del Corpo Forestale dello Stato o della Protezione Civile. Non esiste probabilmente sulle colline fiorentine un potenziale polo di attrazione altrettanto significativo e ricco sul piano dell’offerta architettonica e ambientale. Ciascuna delle opzioni suggerite può essere gestita da uno dei soggetti pubblici coinvolti e determinare ricadute occupazionali qualificate sul territorio, innescando economie indotte consistenti, certo più durature e caratterizzanti di quelle che potrebbero derivare da una banale struttura alberghiera privata.  Ecco perché Idra e Comitato hanno suggerito al sindaco di insistere nella direzione che il primo cittadino ha detto di avere da tempo privilegiato: quella di sollecitare tutti i soggetti pubblici potenzialmente interessati, sia locali sia centrali, a condividere il sentimento di responsabilità morale, storica e culturale che l’amministrazione di Vaglia nutre nei confronti dell’ex sanatorio Banti. A questo scopo le delegazioni del Comitato (presente con Alfea Federici, Carlo Francini e Giuseppe Nencini, mentre Gina Pratesi non ha potuto partecipare per una momentanea indisposizione) e Idra (guidata dal portavoce Girolamo Dell’Olio) hanno voluto segnalare puntualmente i vincoli a cui soggiace il Banti: vanno tenuti ben presenti infatti – nella definizione della futura destinazione urbanistica - alcuni elementi sulla base dei quali certi scenari un po’ fantasiosi non appaiono praticabili. Come si legge nella stessa perizia di stima stilata dalla ASL, “durante la costruzione del convalescenziario, al fine di dotare la nascente istituzione di un quantitativo di acqua sufficiente, la principessa Demidoff donò nel 1935 all’Istituto Fascista per la Previdenza Sociale le sorgenti idriche di sua proprietà”. Si tratta dunque di una “donazione modale” che impedirebbe anche sul piano giuridico una privatizzazione del bene. Così come i vincoli architettonici non consentirebbero alcune modalità di adeguamento delle strutture a funzioni estranee alla storia e alla natura del manufatto. Viceversa, proprio il Ministero dei Beni Culturali potrebbe essere chiamato a contribuire al recupero a fini sociali dell’immobile. Ecco perché Idra e Comitato assumeranno nei prossimi giorni l’iniziativa di chiedere un incontro agli assessori alla Salute, all’Urbanistica e all’Ambiente della Regione Toscana, per passare in rassegna con loro e valutare – insieme al sindaco di Vaglia – tutti gli scenari ipotizzabili.

Comitato e Idra hanno anche lanciato una nuova proposta: interessare direttamente l’università di Firenze, in particolare la facoltà di Architettura, alla formulazione di progetti d’uso del polo Banti-Luzzi. Con l’anno accademico che inizia potrebbe essere bandito un concorso di idee che metta a disposizione del Comune e degli altri soggetti pubblici un ventaglio di opzioni concrete e tecnicamente controllate, e aiuti a operare una scelta consapevole e socialmente condivisa.

Al termine del colloquio la delegazione di Idra e del Comitato ha fatto una breve visita al Banti, per constatare già dall’esterno lo stato di doloroso ulteriore degrado in cui versano sia gli immobili (intonaci cadenti, vetrate rotte, ambienti spogli) sia il giardino e il parco circostante (gradinate inselvatichite, verde abbandonato) (vedi foto allegate).

 

La torre: anche il nome è scomparso

 

Scorcio

 

Vetrate: particolare

 

Gradinate ancora visibili

 

Gradinate sommerse

 

Il giardino

 

Palazzina d’ingresso

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