Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 8.8.'08
Davide vs Golia: autodromo invivibile. E intoccabile?
Appello di Idra alla ASL del
Mugello.
Niente è cambiato nella vita della famiglia
Pietracito-Vermeer e delle altre famiglie confinarie dell’autodromo del Mugello
da quando, un mese fa, Idra ha denunciato le condizioni di grave malessere in cui sono
costrette a vivere per il pesante
inquinamento acustico che legalmente le assedia in barba a ogni buon senso.
Anche l’ultimo rapporto dell’Agenzia regionale per la
protezione ambientale, datato 24 luglio, conferma il mancato rispetto persino
del limite di 45 decibel all’interno dell’abitazione a finestre chiuse (e
d’estate!), “presupposto necessario per
il mantenimento della deroga illimitata”. La nota così conclude: “Per quanto concerne i provvedimenti di
natura sanitaria si rimanda alla valutazione della ASL”, che pure risulta –
insieme al sindaco di Scarperia – destinataria della nota ARPAT.
Idra ha deciso quindi di rivolgere un accorato appello proprio
all’Azienda sanitaria del Mugello. “Le
condizioni di esistenza della famiglia Pietracito-Vermeer – scrive il presidente
Dell’Olio al responsabile dell’Igiene e sanità pubblica del Mugello - sono davvero molto, molto difficili”.
Nessun intervento di mitigazione con barriere risulta essere stato realizzato a
loro beneficio, nonostante l'elevatissimo rumore di fondo proveniente dal
circuito (sito Idra, sentire
per credere: 30 secondi di quella dolce melodia, da dentro casa a
finestre aperte...), “a fronte
dell'evidente danno alla salute che deriva a questi cittadini dalle attività
necessariamente all'aperto in quanto lavoratori di un'azienda biologica
(frutteto; allevamento). Costretti in alternativa a stare tappati in casa anche
d'estate, con 45 decibel ammessi e anch'essi superati, neppure in grado di
programmare il riposo pomeridiano giacché non viene comunicato loro il
calendario delle ore di pausa”, osserva Idra
nell’appello alla ASL. Alla famiglia Pietracito, in realtà,
non è neppure possibile programmare una giornata di riposo,
magari con amici, da vivere in santa pace. Idra
deplora le “deroghe e fasce orarie di
inquinamento acustico sempre più generose”, a cui vanno aggiunti “tutti i gravissimi disagi di ogni tipo che
i Pietracito hanno subìto per anni e anni dalla massacrante cantierizzazione
TAV: inquinamento chimico e acustico diurno e notturno, dissesto idrogeologico,
prosciugamento di sorgenti, danni alla produzione, "ripristini" con
materiali di scarto...”. Si tratta, scrive l’associazione indipendente
fiorentina, di “una condizione
esistenziale che ci sembra francamente al limite della tollerabilità umana, e
comunque ben oltre le soglie di attenzione che dovrebbero essere salvaguardate
- riteniamo - per ogni cittadino”.
E’ evidente che la normativa nazionale è chiaramente
fin troppo sbilanciata a favore dei privati che traggono profitto dalle
attività degli autodromi, a detrimento dei restanti privati (e lavoratori) che
sono costretti a conviverci. Ma in una
situazione analoga, a Monza, fa notare Idra,
il giudice della quarta sezione civile
del Tribunale di Milano, Marco Manunta, ha dato ragione ai cittadini che si
sono rivolti a lui per chiedere un provvedimento che assicurasse loro
condizioni di vita dignitose. E lo ha fatto evidenziando la prevalenza
costituzionale del diritto alla salute su ogni altro interesse commerciale.
Vediamo come argomenta, nella propria
ordinanza, emessa l’11 novembre 2005, il giudice Manunta [nostri i grassetti]: “E’ appena il
caso di osservare che, in base ai dati di comune esperienza e alle acquisizioni
indiscusse sul piano medico-legale, l’esposizione prolungata a fonti di rumore
eccedenti la normale tollerabilità, oltre a menomare il diritto al benessere e alla piena
estrinsecazione delle facoltà personali (protetti dall’art. 2 della
Costituzione), è concretamente suscettibile di causare danni, anche
irreversibili, alla salute. E’, pertanto, evidente che le attuali immissioni
rumorose non possono protrarsi nel tempo, pena la lesione di interessi, e anzi,
di diritti individuali costituzionalmente tutelati”. E aggiunge: “Non è superfluo ricordare che i diritti individuali in esame, una
volta lesi, non possono essere risarciti né in forma specifica, né per
equivalente, in quanto la liquidazione di una somma di danaro non offre al
danneggiato la possibilità di procurarsi, neppure in via mediata, la
soddisfazione dell’interesse pregiudicato, ma fornisce solo un’utilità del
tutto diversa (patrimoniale) di carattere meramente indennitario e che non può
avere mai contenuto restitutorio del diritto pregiudicato. In tal senso, quindi, la situazione di
pericolo dedotta dai ricorrenti delinea un pregiudizio tipicamente irreparabile ai sensi e per gli
effetti dell’art. 700 c.p.c.”. In
ogni caso, osserva il giudice, “va
considerato che nella specie le esigenze della “produzione” si traducono
nell’esercizio di un’attività
assolutamente voluttuaria (gare motoristiche), pericolosa, priva di utilità sociale e con un pesante impatto
ambientale; caratteristiche che rendono l’attività stessa legittima e
lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici di maggiore
dignità, quali quelli di cui sono portatori gli odierni ricorrenti”.
Quale la conclusione? “Allo stato, l’unica misura in concreto adottabile è la sospensione
dell’attività motoristica che preveda l’impiego di veicoli non muniti di idoneo
sistema silenziatore. Le immissioni e la loro intollerabilità dipendono,
infatti, dall’utilizzazione di motori sportivi privi di idoneo apparato
silenziatore”. Visto l’art. 700 c.p.c., in accoglimento del ricorso,
nell’ambito dell’Autodromo e fino a quando non saranno adottate idonee misure
di limitazione delle immissioni rumorose lamentate dai ricorrenti, il giudice
inibisce quindi lo svolgimento di “attività
motoristiche che prevedano l’impiego di mezzi non muniti di idoneo sistema
silenziatore”.
Un precedente di tutto rispetto, dunque, sulla base
del quale – oltre che del semplice buon senso – Idra ha chiesto alla ASL del Mugello un interessamento “efficace e sollecito”.