Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 8.3.’05
SOTTOATTRAVERSAMENTO
ALTA VELOCITÀ: A UNA ASSOCIAZIONE DI CITTADINI CHE CHIEDE
IL RISPETTO DELLE REGOLE E CAUTELA PROGETTUALE, IL SINDACO DI FIRENZE E IL
PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA RISPONDONO SCRIVENDO AL GOVERNO. MA CHIEDENDO IL CONTRARIO.
“Confidiamo nel fatto che non ci tocchi
ancora una volta registrare di essere semplicemente ignorati”: così
si concludeva la lettera con cui
il 3 marzo scorso l’associazione indipendente di cittadini Idra si appellava al sindaco di Firenze Leonardo Domenici e al
presidente della Regione Claudio Martini chiedendo – in relazione ai gravi
rischi che corre il capoluogo toscano in
caso di attuazione del progetto di sottoattraversamento per l’Alta velocità
ferroviaria - senso di responsabilità, coerenza politica coi programmi di
democrazia e partecipazione, rispetto
delle regole istituzionali.
La risposta è arrivata, ma con lettera al
Governo e nella direzione opposta a quella richiesta: Domenici e Martini
chiedono ai ministri alle Infrastrutture
Pietro Lunardi e all'Ambiente Altero Matteoli niente meno che di derogare alle procedure che lo stesso
Comune e la Regione avevano voluto fissare in materia di appalti per la “grande
opera”.
Il 19
gennaio 2004, riferendo al Consiglio comunale sugli esiti della conferenza di
servizi del 23 dicembre 2003, che aveva sancito la necessità di una valutazione
di impatto ambientale per lo scavalco AV di Castello, l’assessore
all’urbanistica Gianni Biagi aveva detto: “Cosa
accadrà adesso? Rfi si è impegnata entro febbraio a redigere lo studio di
impatto ambientale del cosiddetto scavalco, dopo di che sarà aperto la
procedura di valutazione di impatto ambientale che è presumibile sia possibile
chiudere, come prevedono i tempi di legge, entro giugno. Poi sarà possibile,
come definiti in precedenza da Rfi e da Tav con lettere e impegni, procedere
all'appalto dell'opera nel suo complesso. Questa
richiesta che veniva dagli enti locali di fare un unico appalto dell'insieme
delle opere del nodo (ovvero passante, stazione e dello scavalco) per garantire
l'unitarietà dell'opera, è stata ribadita anche nell'integrazione
dell'accordo procedimentale del 23 dicembre”.
Adesso
quella richiesta e quegli impegni non contano più? Un altro pezzo di garanzie
se ne va via? Secondo i massimi esponenti degli Enti locali, la
cantierizzazione che terrà sotto stress Firenze per almeno un decennio deve partire subito, anche senza tener conto dei risultati della
valutazione di impatto da parte della Commissione appositamente istituita
presso il Ministero dell’Ambiente. “Avanti tutta e comunque”, chiedono i
rappresentati degli Enti Locali. Confermando disinteresse per le tante istanze poste in maniera corretta e
documentata dai cittadini sui rischi e sui danni del progetto, e
consolidando un rapporto degradato e
degradante con le espressioni indipendenti della società civile.
Come
definire – si domanda Idra - una
classe politica che al tavolo delle decisioni, per un progetto dagli impatti
così importanti, non esige la presenza dell’ASL e dei sindaci dei
Comuni che verranno interessati per anni e anni dal trasporto delle terre
di scavo e dei materiali da costruzione? Una classe politica che ha tentato di evitare
in ogni modo la valutazione di impatto ambientale per l’opera di “scavalco” AV
fra Rifredi e Castello, e che da sempre ignora coloro che con costanza e
ragionevolezza le sottopongono le ragioni dell’inaccettabilità del progetto?
Una classe politica che non ha assicurato alcun
confronto pubblico, serio e approfondito, con ipotesi progettuali alternative,
e che sul piano amministrativo ha registrato chiare difficoltà e insuccessi
nel raggiungimento degli obiettivi sociali, ambientali e sanitari legati
all’efficienza e alla sostenibilità nel trasporto pubblico locale (le traversie dei pendolari insegnano)?