Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 7.9.’12
Scavi TAV: Bruxelles
smentisce FS.
Nessun
silenzio-assenso per gli scavi dei tunnel a Firenze, scrive a Idra la Direzione Generale Ambiente della
Commissione Europea.
“Quanto
a lungo ancora si potrà considerare affidabile un’azienda che gestisce denaro
pubblico e informa le istituzioni disinformandole?”, si
domanda l’associazione di volontariato fiorentina Idra.
Non
bastava la pubblicità che Trenitalia fa ai suoi ‘servizi’. Non bastava il
quasi-azzeramento dell’offerta di treni intercity o regionali, anche su tratte
brevissime come la Firenze-Bologna. Adesso, si aggiungono le dichiarazioni di FS-RFI S.p.A. sulle normative in materia di terre
da scavo, di cui sono costellati i progetti TAV, dal nodo ferroviario di
Firenze alla contestatissima Torino-Lione.
Non è stata una chiacchierata al bar fra
amici. Era un incontro istituzionale:
l’audizione, il 17 luglio scorso, dinanzi alle Commissioni consiliari congiunte
“Ambiente e territorio” e “Infrastrutture, trasporti e viabilità” del Consiglio
Provinciale di Firenze, del Responsabile Direzione Programma Investimenti
Direttrice Nord-Centro di RFI, che rappresenta FS-RFI S.p.A. anche all’interno
dell’organismo di garanzia ambientale denominato “Osservatorio Ambientale”, del
quale fanno parte soggetti controllori (Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze) e soggetti
controllati (FS-RFI S.p.A., appunto).
Così si è espresso l’esponente di FS-RFI S.p.A.: “Non so se siete a conoscenza del Decreto,
che è il Regolamento delle terre e rocce da scavo, che è stato firmato appunto
dai ministri Clini e Passera ad aprile, è già passato in Consiglio di Stato, al
momento è in Commissione Europea, e deve starci 90 giorni, per il silenzio-assenso; [...] se
entro il 6 agosto non perviene nessuna osservazione a questo Regolamento, il
Regolamento ritorna ai Ministri che quindi lo rifirmano, e a quel punto il
Decreto diventa valido, nel senso che viene pubblicato; e il Decreto dice
che le terre e rocce da scavo di scavi fatti con TBM non sono rifiuti ma terre
e rocce da scavo [...], annullano la legge regionale e quindi consentono di
avviare lo scavo”.
Ebbene, il capo unità dell’ufficio che si occupa di applicazione,
coordinamento per le infrazioni e aspetti giuridici della Direzione Generale
Ambiente a Bruxelles, Ion Codescu, ha scritto proprio in queste ore
all’associazione Idra rispondendo a
un quesito in proposito: “L’assenza di controdeduzioni da parte della
Commissione europea sul progetto di regolamento predisposto dal Governo
italiano in merito allo smaltimento delle terre e rocce da scavo, non significa
che ad avviso della Commissione tale provvedimento sia compatibile con il
diritto ambientale UE. Non è dunque configurabile alcun silenzio assenso in
merito alla questione se il suddetto progetto di regolamento violi o meno il
diritto ambientale UE”. Una totale smentita delle ‘informazioni’
fornite da FS. “Mi preme infatti
precisare – prosegue la nota di Ion Codescu - che il suddetto progetto di regolamento è stato notificato alla
Commissione europea ai sensi e per gli effetti della direttiva 98/34/CE, volta
a garantire il corretto funzionamento del mercato unico tra gli Stati membri
dell’UE. La Commissione ha deciso di non presentare controdeduzioni in quanto
ritiene che tale progetto di regolamento non crei ostacoli alla libera
circolazione delle merci nel mercato unico. Tuttavia, l’articolo 8, paragrafo
5, della direttiva 98/34/CE prevede esplicitamente che la mancanza di reazione
della Commissione ad un progetto notificato da uno Stato membri nel quadro di
tale direttiva non pregiudica la decisione che la stessa Commissione potrebbe
prendere nel quadro di altri atti comunitari. Pertanto, se questi servizi giungeranno alla conclusione che il suddetto progetto
di regolamento possa essere incompatibile con la direttiva 2008/98/CE sui
rifiuti e qualora le competenti autorità italiane adottino effettivamente tale
regolamento, la Commissione assumerà le iniziative necessarie per garantire il
rispetto del diritto ambientale UE da parte della Repubblica italiana, inclusa,
ove necessario, l’apertura di una procedura d’infrazione”.
A seguito della precisazione ricevuta, Idra ha inviato a Bruxelles la trascrizione
integrale della parte di intervento del rappresentante di FS-RFI davanti alle Commissioni
riguardante il capitolo delle terre e rocce da scavo, con una nota aggiuntiva
alla denuncia trasmessa il 16
luglio scorso: “Nessun
membro delle Commissioni, per quanto è dato ricavare dall’ascolto del file audio,
ha avuto da eccepire o da mettere in dubbio alcunché in relazione alle
affermazioni relative alla pretesa procedura del ‘silenzio assenso’, né in
relazione alla ‘notizia’ che ne scaturisce. Nessun’altra voce istituzionale risulta a noi essersi levata a chiarire
i termini della questione: non abbiamo registrato smentite ufficiali delle
dichiarazioni di FS-RFI S.p.A. da parte delle istituzioni pubbliche, Regione
Toscana in testa, che pure si ritiene debbano essere a conoscenza delle
procedure di validazione, approvazione e/o autorizzazione nei rapporti fra
Stato italiano e Comunità europea. Puntualmente,
i media hanno riportato
il 10 e 11 agosto la ‘notizia’ del ‘via libera dalla UE’. Confidiamo dunque
che la Commissione esamini con cura e solerzia i contenuti del Regolamento
proposto dal governo italiano. Abbiamo già avuto modo di segnalare le conseguenze nefaste che potrebbero
derivare dall’applicazione del Regolamento stesso, del quale paventiamo
quella che a noi appare la persistenza di tratti di soverchia generosità in
fatto di tolleranza dei fattori inquinanti, e di pericolosa genericità quanto
alle metodologie di accertamento delle qualità ambientali”. L’associazione
toscana teme una ricaduta perniciosa che possa estendersi, in assenza di un
tempestivo intervento della Commissione Europea, anche agli altri teatri delle
cosiddette ‘grandi opere’ progettate in Italia, laddove sono in gioco volumi
ciclopici di terre da scavo. “Pensiamo ad esempio – scrive Idra al Commissario - al
progetto di sottoattraversamento alpino per la TAV Torino-Lione, avversato
anche per numerosi altri motivi strettamente ambientali dalle popolazioni
residenti”. E così conclude: “Abbiamo
ritenuto opportuno allegarLe, appena realizzata, la trascrizione integrale
dell’intervento dell’esponente di FS-RFI S.p.A. nella parte di audizione in cui
si illustra appunto - nella sede istituzionale della Provincia di Firenze - la
materia delle terre e rocce da scavo, e le notizie stampa che ne sono
scaturite. La Commissione potrà così avere un quadro più esauriente del
contesto nel quale si gestiscono, in Italia, questioni ambientali così
delicate. Colpisce in particolare la
preoccupante sinergia fra disinformazione istituzionale da una parte,
distrazione politica e amministrativa dall’altra. Un ulteriore motivo per
rinnovare l’invito a una disamina tempestiva e
inequivoca della materia proposta all’attenzione della Commissione, prima che i
paventati danni, ambientali ed economici siano divenuti irreparabili. I media annunciano infatti come imminente la
pubblicazione del Regolamento a firma Clini-Passera sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana”.