Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA       Firenze, 7.6.’09

 

 

 

GALLERIE FERROVIARIE TRA FIRENZE E BOLOGNA, INCIDENTI E SICUREZZA: ANDRÀ DAVVERO MEGLIO CON LA TAV?

 

DALLE DICHIARAZIONI DEGLI STESSI COSTRUTTORI SI PROSPETTA PIUTTOSTO UN SERIO INCREMENTO DEI RISCHI IN CASO DI DERAGLIAMENTO O COLLISIONE.

 

Dopo l’incidente ferroviario di ieri nella galleria di Val di Sambro fra Firenze e Bologna leggiamo che, secondo FS, “la situazione è destinata a mutare radicalmente a dicembre con l’attivazione dei due nuovi binari della linea ad Alta velocità”.

Non certo sotto il profilo della sicurezza e della prevenzione, commenta da Firenze l’associazione indipendente Idra. Al contrario!

Grazie all’opera che, secondo i costruttori, “ci è stata un po’ invidiata da tutto il mondo e ha fatto scuola”, il futuro viaggio sotterraneo fra Firenze e Bologna a 300 km/h appare ancor più vulnerabile, proprio per le elevatissime velocità a cui i convogli dovranno incrociarsi in un unico tubo sprovvisto della viabilità di soccorso.

Come è ormai noto da tempo, infatti, 60 km di tunnel TAV sono stati progettati e costruiti senza la galleria parallela per l’evacuazione.

Illuminanti, in proposito, le ammissioni dell’ing. Alessandro Focaracci in occasione dell’inchiesta sulle Ferrovie dello Stato trasmessa il 19 novembre scorso da “Exit”, su La7. L’ing. Focaracci, che secondo l’intervistatrice “ha collaborato alla progettazione e ha redatto il piano sicurezza”, dichiara testualmente, in merito alle soluzioni adottate in caso di deragliamento o collisione in galleria: “E’ previsto che l’esodo deve avvenire.... è un autosoccorso... cioè i passeggeri devono poter scendere e raggiungere i punti di uscita autonomamente”! Dunque, che si sia ammaccati, feriti o moribondi, gambe in spalla e, se necessario, anche qualche chilometro a piedi, su una banchina dalla percorribilità incerta, prima di raggiungere l’imbocco sotterraneo della finestra [si chiamano "finestre" i punti intermedi di accesso alla galleria dall'esterno, dai quali in fase di costruzione procedono le operazioni di scavo, ndr] là dove saranno ad attenderci i mezzi dei Vigili del Fuoco!

Un’ultima circostanza da segnalare: solo gli ultimi 11 km di galleria, fra Vaglia e Firenze, dei 73 totali, sono forniti del tunnel parallelo di soccorso. Due pesi e due misure per la tratta più delicata del sistema TAV italiano?

Come possiamo dirci tranquilli?

 

E’ importante ricordare che, nonostante quanto appare prevedere la legge 191/74, i Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco di Bologna e di Firenze non sono stati coinvolti nella progettazione e nell’approvazione di quei 60 km di tunnel, e in un parere formulato proprio sull’ultimo segmento della tratta TAV appenninica (in questo caso invece la consultazione è stata attivata) il Comando di Firenze ha scritto senza mezzi termini: “Si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". Nel tunnel fra Vaglia e Bologna è stata adottata infatti la tipologia costruttiva denominata "galleria monotubo a doppio binario" priva di tunnel di servizio, con finestre intermedie poste a distanza reciproca di 6-7 km. "Nel caso di gallerie con finestre intermedie - si legge nel parere del Comando fiorentino - non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5 km".

 

Da parte sua, il prof. Aurelio Misiti, che per otto anni ha presieduto il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e fino al 2003 la Commissione di collaudo della tratta TAV Firenze-Bologna, ha più volte esternato le proprie critiche all’approccio fin qui seguito. Durante la Conferenza nazionale del 30 settembre 2003, a Roma, su La gestione ambientale delle grandi opere. Il caso dell’Alta Velocità in Toscana e le nuove infrastrutture ebbe a ribadire quello che riteneva essere un fattore fondamentale dell'opera, la sicurezza. "Io credo che anche lì c'è una sperimentazione inadeguata", spiegò. Eppure si tratta di un "elemento fondamentale in una galleria di quel tipo, che fa incontrare i treni a 250 km all'ora quando vanno piano [...], e questo non è stato mai sperimentato. E' stato sperimentato in gallerie artificiali, in gallerie progettuali". Auspicando rigore nella progettazione, Misiti individuava nell'allacciamento delle finestre fra loro la soluzione che permetterà di ottenere "sicurezza massima nelle gallerie".

 

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