Associazione di volontariato Idra

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7.3.’99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

SOTTOATTRAVERSAMENTO TAV SENZA STAZIONE:

LEGGEREZZA PROCEDURALE

O ARROGANZA PROGETTUALE?

LA CONFERENZA DI SERVIZI PER IL NODO DI FIRENZE VA RIAPERTA:

IDRA RICORRE AL DIFENSORE CIVICO

Dopo le dichiarazioni sprezzanti e a volte sguaiate degli Amministratori fiorentini sul valore architettonico degli edifici vincolati dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nell’area Belfiore Macelli, Idra ha condotto una ricerca sulle stesse carte comunali. E ha scoperto che….

 

… i vincoli sugli edifici storici dell’area Belfiore-Macelli non erano affatto ignoti all’Amministrazione Comunale. Nella Relazione istruttoria sul "progetto definitivo", consegnata alla Giunta dal "gruppo di lavoro" istituito dal sindaco Mario Primicerio con ordinanza n. 8847 del 18 dicembre scorso, si legge che "l’area ferroviaria Belfiore rientra in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ex Legge 1497/39 (D.M. 20.05.1955), quindi il progetto dell'edificio Belfiore deve essere sottoposto, in via ordinaria, al parere della Commissione Edilizia Integrata". La Relazione istruttoria ammonisce anche che "la maggior parte degli edifici da demolire sono vincolati ai sensi della Legge 1089/39 con notifica del 3.04.1992 ("Immobili costituenti la stazione di Santa Maria Novella nel suo complesso") e solo l'annullamento di tale vincolo da parte del Ministero può consentire la completa realizzazione del progetto".

I tecnici incaricati dal sindaco di Firenze di analizzare il "progetto definitivo" per l’Alta Velocità hanno voluto allegare alla Relazione istruttoria anche il testo della notifica del 3 aprile 1992 da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, corredato della relazione storico-artistica sul "Complesso architettonico della Stazione di Santa Maria Novella".

Ma c’è di più. A proposito dei vincoli apposti dal Ministero, la Relazione istruttoria riporta fra gli allegati il pro-memoria deIl'arch. L. Macci del gruppo Zevi, redattore del Piano Guida per l’Alta Velocità, commissionato dal Comune di Firenze. Scrive l’arch. L Macci che nella relazione storico-artistica del Ministero non vengono addotte "motivazioni specifiche intrinseche ai manufatti citati che ne provino l'interesse storico-artistico (…), se non una generica appartenenza ad un'area ferroviaria di ampiezza rilevantissima e che investe parti diverse della città di Firenze, quali il Centro storico e la periferia pre e posttellica". Osserva l’arch. Macci che "anche se 1' epoca di costruzione originaria dei manufatti indicati risale alla fine degli anni trenta, le trasformazioni radicali di cui parla obiettivamente la relazione storico-artistica allegata al Decreto, trasformazioni, aggiunte di parti e sopraelevazioni dovute anche alle distruzioni belliche, non consentono di individuare in essi neppure i caratteri di "documenti" dell'epoca di costruzione". Idra si chiede come possa lo Studio Zevi dedurre, da queste considerazioni comunque opinabili, la conclusione che "tale vincolo - nello specifico degli edifici indicati - può essere rimosso con motivate ragioni". E soprattutto come possa l’Amministrazione comunale avere scambiato i propri desideri per la realtà, visto che non è il Comune – per fortuna dei fiorentini, e del mondo intero – ad avere competenza sui vincoli storici, artistici e architettonici.

Dunque il Sindaco avrebbe dovuto essere al corrente del rischio di invalidazione cui sottoponeva l’intera procedura di approvazione del progetto Alta Velocità. Con quali artifici procedurali si sia potuto chiudere la Conferenza di servizi, visto che il nuovo passante ferroviario approvato è tuttora privo di stazione, ed è dunque inagibile, resta un mistero. A meno che non sia stato deciso da qualche parte che l’Alta Velocità usi Firenze solo come territorio di attraversamento, senza fermata. Ma gli stessi paladini toscani dell’Alta Velocità non avrebbero dovuto esporre la città di Firenze a questo rischio!

Secondo Idra, dunque, sussistono tutti i termini tecnici e giuridici per chiedere l’invalidazione della la conclusione della Conferenza. Perciò l’associazione dei cittadini che contestano questo progetto TAV ricorrerà nei prossimi giorni al Difensore Civico della Regione Toscana affinché la Conferenza di servizi venga ufficialmente riaperta.

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