Associazione di volontariato Idra
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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni
Firenze, 6.9.'00
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
Chissà quale santo assiste la TAV a Sesto Fiorentino,
il Comune attiguo a Firenze:
i danni si vedono, si sentono, si respirano,
adesso anche Monte Morello comincia a gocciolare.
Ma i lavori continuano. E l'Osservatorio Ambientale lo ignora.
Invece di prevenire, gli amministratori continuano a constatare.
Chi avrebbe dovuto e dovrebbe prevenire piuttosto che constatare i disastri ambientali in corso da anni per i cantieri TAV fra Firenze e Bologna continua a registrare cinicamente l'ennesima emorragia di risorse idriche, questa volta sempre più vicino a Firenze, sotto il Monte Morello.
Ci parlano delle offese alla Terra, alla legalità e al buon senso col sorriso sulle labbra, questi ineffabili amministratori.
I danni alle falde erano stati ampiamente preannunciati dai cittadini, dai comitati, dalle associazioni e dagli esperti indipendenti. Altri esperti - anche istituzionali - erano stati accuratamente scansati da chi ha forzato i progetti. E' morale in queste condizioni continuare a scavare e a deturpare la Toscana, per "scoprire", giorno dopo giorno, l'emergenza di turno?
Lasciateci esprimere la nostra ennesima ripulsa per l'atteggiamento che le istituzioni cosiddette rappresentative continuano a tenere. Fermare tutte le macchine, da Firenze a Bologna, lungo il farneticante tracciato TAV, non è una stupida utopia, ma una dura necessità, che tuttavia i governanti locali e nazionali, verdi, rossi e a pallini, non mostrano di voler cogliere. Le alternative economiche ed ecologiche al gravissimo sperpero di denaro pubblico rappresentato dal modello TAV di potenziamento ferroviario esistono. Ma i governi, nazionali e locali, non vogliono sentirne parlare.
Ci limitiamo oggi, mentre si celebra il primo funerale ambientale nel Sito di Importanza Comunitaria denominato Monte Morello e caro all'Europa ma non alla classe politica italiana né alle amministrazioni locali, a rendere noti alcuni stralci delle osservazioni al progetto di cantierizzazione di Sesto Fiorentino e del Monte Morello, trasmesse formalmente da Idra al Servizio di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente in data 24.3.'98 e 5.5.'98. Quando ancora si era in tempo, cioè, a non deprimere le popolazioni con un progetto imposto senza informazione, senza consultazione, senza confronto.
Dalle "Osservazioni al progetto di adeguamento del quadruplicamento veloce ferroviario Bologna-Firenze dalla progressiva km. 69+951 alla progressiva km. 83+366 denominato "Variante di Firenze Castello"":
L'intero complesso del Monte Morello, già organizzato in Parco territoriale, rappresenta un'area di grande interesse naturalistico, come è confermato dalla proposta da parte della Regione Toscana all'Unione Europea del Monte Morello come SIC (Sito di Importanza Comunitaria), in base alla Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat", legata alla tutela di "habitat naturali e aree significative per la presenza di specie animali e/o vegetali di interesse comunitario". Il Monte Morello compare col n. 42 nell'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale pubblicato dalla Giunta Regionale Toscana, Dipartimento politiche del territorio, dei trasporti e delle infrastrutture nel Marzo 1996.
Il censimento dei siti indicati dalla Regione Toscana è stato affidato all'Università degli Studi di Firenze - Museo di storia naturale, che ha attivato ricercatori dei vari istituti delle Università toscane. (…) Dalle indicazioni di queste schede si desume la vulnerabilità che il sito, i suoi habitat più delicati e le sue specie più significative presentano a fronte di ogni ulteriore eventuale fattore di stress da attività umane, nonché di turbativa dell'assetto idrico sotterraneo con possibili contraccolpi sull'ecosistema di superficie.
D'altra parte, leggiamo nelle "Conclusioni" della ricerca di Pier Virgilio Arrigoni, Neda Bechi, Carlo Ricceri e Bruno Foggi, Documenti per la carta della vegetazione del Monte Morello (Prov. di Firenze), 1997, eseguita con finanziamento C.N.R. Progetto "Fisionomia e struttura delle associazioni vegetali" e Regione Toscana Progetto "Cartografia della vegetazione forestale": "Per la sua collocazione in prossimità di un'area fortemente urbanizzata come la piana Firenze-Pistoia, il Monte Morello appare destinato a svolgere un fondamentale ruolo di Parco periurbano per le popolazioni vicine (Di Pietro et al., 1979; Papini, 1989). In questo contesto la conservazione della vegetazione forestale, la sua rinaturalizzazione ed il miglioramento delle condizioni ecologiche generali rappresenta un primario riferimento per la gestione del territorio".
Potrà la realizzazione del progetto di traforo multiplo del Monte Morello (tunnel per la linea ferroviaria ad Alta Velocità, cunicolo di prospezione geologica, cunicolo di collegamento con la cava di Isola), e di cantierizzazione delle sue pendici, promuovere gli auspicati processi di "conservazione della vegetazione forestale, la sua rinaturalizzazione ed il miglioramento delle condizioni ecologiche generali"? O non ne costituirà piuttosto un potente fattore di ostacolo?
In relazione agli aspetti idrogeologici dello Studio di Impatto Ambientale depositato, si osserva che sono opinabili i valori dati ai parametri utilizzati per il calcolo della funzione drenante della galleria. (…) Inoltre occorre precisare che attribuire valori di permeabilità a un corpo roccioso permeabile per fratturazione e carsismo è comunque una approssimazione. Infatti è probabile, come è avvenuto in altri casi (vedi la galleria attuale Firenze-Bologna che alimenta l'acquedotto di Prato), che l'intercettazione di zone particolarmente fratturate e carsificate possa determinare forti drenaggi dell'acquifero con ripercussione sulle emergenze idriche superficiali anche a quote molto più alte di quella della galleria. Tale probabilità non è considerata nello studio in questione.
Essendo il Monte Morello caratterizzato da fratture e faglie fra Monte Acuto e Monte Rotondo, la circolazione delle acque sotterranee profonde non potrà non risentirne, con conseguenze sugli acquiferi, tutti di rilevante importanza sia per gli usi idropotabili degli insediamenti della piana fiorentina, sia per gli usi locali, sia ancora per gli impatti potenziali sugli ecosistemi di superficie, ritenuti di particolare pregio ambientale. La peculiare vulnerabilità delle storiche Sorgenti dei Seppi per effetto dei tunnel che le sottopassano rappresenta per tutti i cittadini che ne fruiscono in una dimensione turistico-ricreativa, associata a un'importante memoria storica, una fonte di specialissima preoccupazione.
Si ricorda, ancora, che l'ammasso roccioso di Monte Morello è interessato da una serie di fratture e faglie di attività recente collegate alla depressione tettonica della piana di Firenze-Prato-Pistoia dove è presumibile che la circolazione idrica sia particolarmente intensa. Nella zona dell'abitato di Sesto Fiorentino la galleria si trova a pochi metri di profondità. Nello studio si afferma che lo scavo avverrà senza perturbazioni particolari degli edifici dei quali non è prevista la demolizione. Si ritiene invece che ci sia la possibilità reale, non contemplata oggi dalla TAV, che venga richiesta in corso d'opera, per motivi di sicurezza, l'evacuazione temporanea degli edifici limitrofi alla galleria con evidenti disagi per la popolazione.
Particolarmente 'pesante' risulta in ogni caso la natura particolarmente della perforazione, che è triplice, del sottosuolo del Monte Morello: da parte del tunnel della linea AV, da parte del cunicolo di prospezione geologica, da pare del cunicolo di collegamento con la cava di Isola.
L'ipotesi di realizzazione, in affiancamento al tracciato, del cunicolo di prospezione geologica "per facilitare con i dati che verranno acquisiti la progettazione e la costruzione della galleria ferroviaria", per un verso appare indice di incertezza progettuale; in altra prospettiva si configura come un ulteriore contributo all'incremento dei fattori di rischio di dissesto complessivo di un ambiente già assai delicato.
L'altro cunicolo, quello di collegamento con la cava di Isola, sembra privo di giustificazione ambientale, se si considera che lo smarino estratto per realizzarlo contribuirà per oltre il 56%, secondo i calcoli del progetto, al "recupero" della cava Ginori di Isola. Un "recupero" che il Monte Morello pagherà dunque a un prezzo assai caro, visto che verrà perforato da una galleria supplementare di 5,40 metri di diametro, attraverso la quale si dirotterà su Isola dal tunnel della linea AV meno della metà del materiale con cui la cava stessa sarà riempita.
Essendo oggi la TAV una società per azioni il cui unico azionista è diventato lo Stato, c'è da domandarsi se un siffatto impiego del denaro pubblico, a fronte di un vantaggio ambientale così incerto (o piuttosto di un danno così probabile), sia da considerarsi proponibile da parte di un Ente Locale, e accettabile da parte di un organismo centrale.
A proposito del Cantiere Industriale TI*-Sesto Sud, viene da chiedersi se sia stato calcolato come ci si comporterà nell'evenienza di ricettività limitata del sistema idrico della Piana, nel quale, attraverso il Canale di Cinta Orientale, si prevede di scaricare l'acqua che fuoriuscirà dalla galleria "quando in eccesso". Un'evenienza, quella del rapido riempimento dei corpi idrici superficiali fra Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Firenze in caso di piogge appena un po' consistenti, non infrequente negli ultimi decenni, e già piuttosto difficile da gestire anche senza l'apporto straordinario dei 350 litri/secondo in cui si calcolano le "venute d'acqua" dal tunnel sotto Monte Morello, da smaltire attraverso un'ulteriore apposita galleria lunga 1200 m e con una sezione di diametro di 2.70 m circa (…).
1. Le condizioni-capestro alle quali si sono lasciate sottomettere le autorità locali nell'atto di approvare per la tratta AV Bologna-Firenze progetti di larga massima presentati come esecutivi fanno sentire oggi i loro effetti devastanti anche sulla capacità di tenere sotto controllo pubblico le condizioni di attuazione di quei progetti;
2. l'affidamento agli stessi costruttori dell'opera del monitoraggio ante operam appare un nonsenso tecnico e politico imperdonabile, al quale porre urgentemente un rimedio là dove i cantieri sono partiti, e evitare accuratamente di sottostare là dove - come nel caso dei progetti ancora da approvare per Monte Morello, Sesto Fiorentino e Firenze - si è ancora in tempo per assicurare alle risorse naturali, ambientali e territoriali la doverosa tutela pubblica;
3. la sistematica esclusione dei cittadini e delle loro forme associative da qualsivoglia efficace momento consultivo sia nella fase delle decisioni sia in quella dell'attuazione dei progetti di Alta Velocità è indizio di un'intenzione politico-amministrativa inequivoca, che i cittadini non possono gradire oggi e non potranno gradire domani, a maggior ragione con l'approssimarsi di cantierizzazioni pesanti in aree urbane con elevata densità di popolazione e fattori preesistenti di stress sociale e ambientale (…).
L'on. Riccardo Nencini, deputato al Parlamento Europeo (*), ha presentato il 25 marzo '98 un'interrogazione al Parlamento Europeo sui progetti di cantierizzazione di Sesto Fiorentino e di traforo di Monte Morello.
"Il progetto di Alta velocità ferroviaria - si legge nel testo dell'interrogazione - interessa un ambiente pregiato, oggi parco territoriale, candidato dalla Regione Toscana a divenire Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat (92/43 CEE)".
Considerato che "detto progetto ha un impatto ambientale violento sul Monte Morello e sui territori circostanti", l'on. Nencini chiede di conoscere se è orientamento della Commissione e del Consiglio europeo - e in quali tempi - inserire Monte Morello tra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC - Rete Natura 2000), come proposto dalla Regione Toscana.
Analoga richiesta riguarda il Sito degli Stagni della Piana Fiorentina, anch'esso legato al progetto Alta velocità, per il nodo di Firenze.
(*) oggi presidente del Consiglio regionale della Toscana, ndr.