Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 6.6.’05
ALMUNIA DÀ RAGIONE ALL’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA IDRA: LA TAV METTE I CONTI DELL’ITALIA FUORI DALL’EUROPA. “PRENDIAMONE ATTO, I SOLDI PER BUCARE
FIRENZE NON CI SONO”, SCRIVE IDRA
A MARTINI E DOMENICI. E CHIEDE DI PARTECIPARE – NEL RUOLO DELL’OSTE - AL TAVOLO
DI CONFRONTO SUI GRANDI TEMI COMUNI DELLA CITTÀ DI FIRENZE: “LA PRIMA COSA DA
REALIZZARE È L’USO METROPOLITANO DELLE FERROVIE!”.
Al
commissario Joaquìn Almunia è arrivato anche un esposto di Idra, lo scorso marzo. Adesso il buco nero
della TAV è finito sotto i riflettori di Eurostat. Ha senso cominciare a
trapanare Firenze per l’Alta Velocità proprio quando l’Europa ci mette in mora?
Il vice presidente di Idra Pier Luigi Tossani aveva inviato il 29 marzo scorso al
Commissario europeo per gli Affari economici
e monetari Joaquìn Almunia una dettagliata descrizione delle conseguenze devastanti sull’erario
italiano che il “buco nero” della TAV lascia prevedere, e insieme una copia del
recente libro dell’ingegnere bolognese Ivan Cicconi “Le
grandi opere del Cavaliere”, nel quale l’autore sostiene che la contabilità
e i debiti dell'Alta Velocità italiana non figurano nei conti dello Stato. “Ci troveremmo quindi di fronte a un
artificio contabile?”, chiedeva
Tossani ad Almunia. E concludeva: “Sembrerebbe
già innescata una bomba a tempo che andrebbe a scoppiare, prevedibilmente a
breve-media scadenza, nelle casse dello Stato italiano. In pratica, per il
nostro Paese potrebbe prospettarsi una situazione di tipo argentino”. Il 14
aprile Almunia ha ringraziato Idra
per le informazioni trasmesse, segnalando che gli accertamenti
sull’operazione contabile alla quale l’associazione faceva riferimento erano in
corso. Il resto è cronaca di queste ultime settimane. Idra ha scritto ancora ad
Almunia, ringraziandolo a sua volta per il lavoro fatto e la serietà
dimostrata, e chiedendo a Eurostat di tenere alta la guardia.
Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici e il
presidente della Regione Toscana Claudio Martini hanno deciso di vedersi nei
prossimi giorni per discutere insieme come
affrontare i temi-chiave del futuro della città di Firenze: Alta Velocità,
aeroporto, termovalorizzatore, Fortezza e Castello, in primo luogo. Ma
l’esperienza passata spinge a diffidare: faranno ancora una volta i conti senza
l’oste? In assenza di altri invitati, l’associazione
indipendente Idra chiede di essere
l’oste, al tavolo di confronto: qualcuno dovrà pur rappresentare i contribuenti
là dove si decide come spendere i loro soldi. Il portavoce Girolamo
Dell’Olio chiede in una lettera
inviata ai due amministratori che l’associazione sia ammessa a partecipare ai
loro incontri, a partire da quello sull’Alta
Velocità: i soldi non ci sono, Idra
lo scriveva da un pezzo, ora lo denuncia anche l’Europa! “E’
inutile e dannoso - scrive Idra - continuare
a far perdere tempo alla città dietro al miraggio di una pioggia di milioni
di euro per una stazione sotterranea faraonica (per quanto ‘firmata’) e lunghi
tunnel-trappola nella città delle 43 piene e inondazioni (tante ne sono state
contate dal XII secolo a oggi)”. E
propone: “La città di Firenze e l’area
metropolitana hanno bisogno piuttosto di risolvere,
e rapidamente, i gravi problemi di mobilità, inquinamento, vivibilità che
tormentano centinaia di migliaia di abitanti, studenti, lavoratori, visitatori.
La prima cosa da realizzare è l’uso
metropolitano delle ferrovie: riaprire le stazioni chiuse, riattivare le
linee dismesse, aggiungere binari e fermate, assicurare servizi intermodali,
riorganizzare e razionalizzare la rete e la circolazione dei convogli,
ammodernare i materiali rotabili. E’ qui che si deve investire. Costa esageratamente meno dell’Alta
Velocità, serve enormemente di più e non occorrono dieci anni per realizzarlo.
Quanto ai treni di lunga percorrenza, le
soluzioni anche in superficie non mancano! Da tredici anni invece Firenze
langue nelle sabbie mobili di un dibattito un po’ vacuo, dietro a utopie
trasportistiche in cui a guadagnare – ci sembra – è magari l’industria dei progetti,
non certo i cittadini, che aspettano da decenni servizi collettivi su ferro
moderni, frequenti, affidabili, decenti”.