Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 5.9.’02
6 e 7 settembre: si riuniscono a Copenhagen i ministri delle Finanze della UE. Sul tavolo anche la richiesta italiana di ammorbidire i parametri del "Patto di stabilità", scorporando dal deficit pubblico gli investimenti per le infrastrutture. Idra paventa l'ennesima salasso per l’erario e inoltra un’istanza alla Commissione Europea:
"Nessuna esclusione dal deficit pubblico per le grandi opere inutili!"Tira vento di crisi nella finanza pubblica e privata italiana, come in quella europea
. Ma mentre le legislature si susseguono, nel nostro Paese resta forte il potere di chi sostiene che la finanza si risana facendo lavorare (a caro prezzo per l’erario) le lobbies delle super-gallerie, dei mega-ponti, delle autostrade, dell'asfalto e del cemento. Senza badare troppo all’effettiva utilità dei manufatti, ma con una marcata attenzione alla provenienza pubblica dei capitali impiegati.Idra dissente da questa filosofia di amministrazione della cosa pubblica, e ha creduto quindi opportuno mettere sull'avviso la Commissione Europea, indirizzandole una lunga nota nella quale riepiloga in dettaglio i numerosi lati oscuri dell’avventura TAV Spa, esemplare per il crescente danno finanziario pubblico e ambientale. I "buchi neri" della TAV inducono l'associazione fiorentina a segnalare alla Commissione Europea il timore che la richiesta del nostro Governo sia motivata, come scrive il vicepresidente di Idra Pier Luigi Tossani, dall'intenzione dell’esecutivo di "garantire continuità e assicurare spazi sempre più ampi a politiche di investimenti infrastrutturali indiscriminati e improduttivi come quelle in esame".
Dispiace a Idra che, mentre in Francia il governo pare considerare l'ipotesi di cancellare il programma di Alta Velocità Lione-Torino (la sofferenza della finanza pubblica ha infatti notoriamente dimensione europea), sembra che l’Italia invece preferisca invocare artifici contabili pur di evitare una linea amministrativa virtuosa. L'associazione fiorentina manifesta alla UE un’ulteriore, incombente preoccupazione: si teme che la prassi che ha visto agilmente defilarsi dall'affaire TAV i pretesi "investitori privati" venga riproposta per il Ponte sullo Stretto di Messina, altra grande opera in cima alla lista di quelle che – per quanto si è appreso - il ministro alle infrastrutture Pietro Lunardi vorrebbe scorporate dal deficit pubblico.
Idra
conclude quindi facendo istanza alla Commissione Europea "affinché, in relazione ai parametri del "Patto europeo di stabilità e crescita", in ogni caso non sia accordata al Governo italiano alcuna esclusione - dal conteggio del deficit – degli investimenti infrastrutturali dei quali non sia stato accertato in modo inequivocabile il favorevole rapporto costi/benefici, anche sulla base della comparazione fra le alternative possibili".