Associazione di volontariato Idra

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Comunicato stampa 5.7.’02

Un incontro lungo e in parte proficuo, quello di Idra con i sindaci di Borgo S. Lorenzo e Scarperia: si accorciano alcune distanze, si discutono alcune importanti divergenze.

 

E’ durato oltre due ore l’incontro che l’associazione Idra, iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale, ha avuto lunedì 1 luglio con i sindaci dei due Comuni del Mugello maggiormente colpiti dalle conseguenze ambientali e sociali del progetto di Alta Velocità ferroviaria nella versione TAV.

Sgombrato il campo dal sospetto che l’associazione coltivi posizioni pregiudizialmente ostili all’operato delle Amministrazioni, la delegazione di Idra – che era accompagnata dal prof. Giuliano Rodolfi, geologo, ordinario di Geografia fisica presso l’Università di Firenze – ha sottoposto ai sindaci contenuti concreti e propositivi.

Innanzitutto è stata sottolineata la necessità che le Amministrazioni locali esprimano capacità di prevenzione. "Non possiamo accontentarci – ha esordito il portavoce Girolamo Dell’Olio - di ‘scoprire’ ogni giorno drammi abbondantemente annunciati solo perché non si è voluto rimettere mano ai progetti, una volta assodato che sono cattivi progetti". Il primo cittadino di Borgo S. Lorenzo ha inizialmente respinto in modo esplicito questo approccio, e in genere l’atteggiamento nei confronti dei Comuni che attribuisce loro responsabilità tecniche e politiche quasi fossero dei Ministeri. Ma la delegazione di Idra ha insistito sul fatto che interventi efficaci sono necessari e urgenti: i cantieri non possono continuare a operare mentre l’Osservatorio Ambientale è congelato (non si riunisce da un paio di mesi), e quando non trova ancora riscontro l’esigenza di modificare l’accordo procedimentale, sancita ormai da due anni senza risultato. Perché – ha chiesto Idra - i sindaci non assumono una posizione pubblica di censura nei confronti di questi comportamenti? La delegazione ha fatto notare anche quanto sia del tutto ragionevole e praticabile la strada di introdurre, nell’ambito della rinegoziazione dell’accordo procedimentale, una modifica alla pronuncia di compatibilità ambientale. Lo stesso assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci ha dichiarato, in un incontro cui ha partecipato l’associazione fiorentina, che la situazione è molto delicata se non si porta a compimento un aggiustamento generale delle cose a un livello più alto. E che è opportuno provare a rivisitare la pronuncia di VIA, dato che rimanendo con questo contesto formale, non ci sono nella VIA risposte alla situazione in corso.

Secondo Idra il caso del Mugello, del resto, è paradigmatico: dimostra con la forza dell’evidenza quanto siano inattuabili le procedure previste dalla nuova Legge Obiettivo promossa dal ministro Pietro Lunardi. Se persino una legislazione apparentemente garantista – come quella in vigore nel ’95, al momento dell’approvazione della TAV in Mugello – ha potuto procurare danni così gravi col consenso delle Amministrazioni locali, cosa succederà quando si potrà tranquillamente scavalcarle? La soluzione non è meno democrazia, ma più democrazia! Idra ha proposto quindi ai sindaci di esternare con energia l’insoddisfazione per un meccanismo decisionale – quello previsto dalla Legge obiettivo – che per agevolare le cantierizzazioni esclude gli Enti locali dalle sedi che contano, in barba alla Costituzione. Il Mugello ha da temere infatti che si accumulino, insieme alla TAV, molti altri danni prossimi venturi, se non saprà esprimere una classe politica e amministrativa in grado di tutelare a voce alta i cittadini e il territorio. L’orizzonte appare affollato di nuove "grandi" e "medie" opere (variante di valico, bretellina di Firenzuola, bretellona Barberino-Incisa) in grado di sfigurare la vallata.

Accanto alla salvaguardia preventiva dei beni ambientali, un’altra importante questione posta con forza ai sindaci da Idra è stata la tutela delle risorse erariali. E’ evidente infatti che un aggiornamento tecnologico dell’opera è indispensabile. In questa direzione si era pronunciato già due anni or sono il Consiglio regionale con la risoluzione approvata il 26 luglio del 2000, là dove prescriveva alla Giunta la "utilizzazione di tecnologie avanzate e delle migliori professionalità reperibili in ambito tecnico-scientifico" e di "accertare la reale efficacia dei provvedimenti posti in essere per la mitigazione dell’impatto idrogeologico". C’è notizia di un incarico affidato a un importante luminare nazionale in materia di rivestimento delle gallerie: ma da questa ‘autorità’ non risulta essere stato emesso ancora alcun parere o prescrizione. C’è da domandarsi: quanto costerà a tutti noi, mugellani compresi (la TAV è pagata con denaro interamente pubblico), l’adeguamento dei rivestimenti di 60 km di gallerie?

Non solo. E’ ormai passato quasi un anno da quando, l’ottobre scorso, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e collaudatore della tratta TAV Bologna-Firenze Aurelio Misiti ha dichiarato la propria indisponibilità a firmare il collaudo dell’opera, sciaguratamente priva della galleria di servizio. L’adeguamento agli standard di sicurezza di 60 km di galleria richiederà, secondo Misiti, un ulteriore investimento compreso fra il 30% e il 40% del costo dell’opera (che nel frattempo è arrivato alla somma di almeno 8.150 miliardi, tutti rigorosamente pubblici). Ma l’adeguamento provocherebbe inevitabilmente anche un notevole aggravio del già pesante impatto ambientale e sociale, oltre che un consistente ritardo nella cantierizzazione e nella consegna. I sindaci possono ignorare questo dato? Non si tratta forse di una modifica abbastanza sostanziale alle condizioni di partenza da meritare la richiesta di una riapertura della valutazione se non altro dell’impatto ambientale, senza considerare quello temporale e quello erariale? I sindaci Margheri e Galazzo hanno protestato di non sapere niente di ufficiale su questo secondo tunnel, e hanno spiegato che la parlamentare Vittoria Franco ha provveduto a inoltrare un’interrogazione sull’argomento. Finora priva di risposte, tuttavia.

In rapporto al capitolo risarcimento-danni, i sindaci hanno detto di aver proposto, sulla scorta dei censimenti e degli studi condotti per conto delle Amministrazioni, un indennizzo di 52 milioni di euro che – a differenza dell’ipotesi (comunque non esclusa) di procedimento per danno ambientale – avrebbe il vantaggio di essere immediato (senza lunghissimi tempi di attesa) e diretto (in capo agli Enti Locali danneggiati, piuttosto che al Ministero dell’Ambiente). Resta tuttavia da capire chi sia il destinatario di questa richiesta di rimborso: la TAV? il Ministero? C’è il rischio che il contribuente paghi i danni al contribuente, è stato fatto notare.

La pratica è comunque ferma, al momento. Così come è ferma la proposta per l'aggiornamento dell’accordo procedimentale. Su domanda della delegazione, il sindaco Margheri non ha nascosto la coincidenza temporale di questo stato di stallo con il rifiuto da parte delle Amministrazioni locali di consegnare nuove aree del proprio territorio alle attività di estrazione di inerti che – ancora una volta dopo le cave supplementari richieste e accordate nel ’98 per la Variante di Firenze Castello – si mostrano necessarie al compimento dell’opera in aggiunta a quelle programmate in Conferenza di servizi.

Quanto ai provvedimenti relativi ai siti inquinati individuati con l’inchiesta della magistratura di un anno fa, i sindaci hanno spiegato che sono in atto i cosiddetti "piani di caratterizzazione" nell’ambito dei procedimenti di bonifica prescritti.

Ultimo capitolo del confronto fra Idra e sindaci la questione delle risorse idriche. Mancano studi sull’intero bacino idrico del Mugello, e Idra ha proposto ai sindaci di farsi promotori di attività di collaborazione esplicita con l’Università, alla quale affidare ricerche e tesi di laurea mirate, e con le scuole, perché ‘adottino’ il territorio con un approccio di tipo sistemico.

Il sindaco Margheri ha assicurato, a proposito della Fonte dell’Alpe, che lo studio in atto resta al momento esclusivamente nell’ambito di una ricognizione scientifica delle risorse complessive disponibili. Qualsiasi nuova ipotesi d’uso delle risorse esistenti non mancherà, ha chiesto Idra e hanno garantito i sindaci, di essere sottoposta con metodo pienamente trasparente e democratico alla valutazione delle popolazioni interessate.

Sempre nell’ambito delle esigenze di trasparenza, Idra ha finalmente ottenuto dal sindaco di Borgo San Lorenzo l’impegno ad adottare un protocollo di informazione e la trasmissione in tempo reale della documentazione sulle cantierizzazioni TAV che interessano il territorio comunale, fin qui accordata al solo Comitato di Luco. Analoghe garanzie ha offerto, per il proprio territorio, il sindaco di Scarperia.

Le ultime vicende alla galleria di Marzano, delle quali il sindaco Margheri non era al corrente la mattina di lunedì, non fanno che confermare la drammaticità della situazione, e rafforzano l’esigenza di risposte preventive adeguate da parte delle Amministrazioni locali tutte: i sindaci di Sesto Fiorentino, Vaglia, Scarperia, Borgo S. Lorenzo e Firenzuola dovrebbero secondo Idra ricostituire un fronte compatto di resistenza istituzionale attiva e responsabile alla devastazione del territorio provocata dalla TAV.

Nel frattempo, preoccupata per l’ennesimo mancato campanello di pre-allarme sul rischio idrogeologico, l’associazione ha chiesto all’ARPAT (analoga lettera sta trasmettendo alla Regione, all’Osservatorio Ambientale e al Ministro dell’Ambiente) se e quali provvedimenti si intende assumere (o proporre di assumere) nei confronti delle aziende costruttrici della linea TAV tenuto conto che l’Agenzia di controllo risulterebbe essere stata tenuta ancora una volta all’oscuro da parte dei costruttori, questa volta per più giorni, dell’emergenza idrogeologica in atto a Marzano.

 

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